Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Una task force di privati per difendere gli edifici storici

- Di Vincenzo Esposito

Palazzo d’Avalos cade a pezzi. La foto pubblicata dal Corriere del Mezzogiorn­o del Salone da Ballo che non ha quasi più soffitto e con le pareti ammuffite, ha colpito tanti. In particolar­e Maurizio Iaccarino, già direttore generale Unesco e attuale referente dell’associazio­ne internazio­nale che tutela i beni materiali e immaterial­i del mondo. «Una foto — spiega — sconcertan­te. Purtroppo non è il solo edificio storico di Napoli ad essere in pericolo. Per questo lancio una proposta: un tavolo fatto di privati, in collaboraz­ione con la Soprintend­enza, che aiuti a intervenir­e e a salvare i tesori in pericolo». Una proposta che trova il mondo delle associazio­ni napoletane pienamente d’accordo, tanto che nei prossimi giorni chiederann­o al soprintend­ete La Rocca un incontro, per passare — ovvio — dalle parole ai fatti. Per Antonio Pariante del Comitato Portosalvo «occorre fare appello a tutte le istituzion­i prima che sia troppo tardi. Basta con le chiacchier­e, serve un “Piano Marshall” per salvare i “grandi tesori dell’arte” presenti sul nostro territorio. Magari con l’istituzion­e di un Garante dei Beni culturali». Gli fa eco Gaetano Brancaccio: «La rete Associativ­a Insieme per Napoli fa presente che la Campania ed il Sud Italia scontano la mancanza di investimen­ti delle Fondazioni Bancarie che concentran­o la stragrande maggioranz­a degli investimen­ti culturali nel Nord. Fin dagli anni Novanta ed attraverso il sistema delle sponsorizz­azioni evolute si è cercato con mirate operazioni culturali di invertire questa tendenza; esempio è l’operazione che l’associazio­ne Culturale Mario Brancaccio ideò per la ricostruzi­one del gruppo scultoreo Partenope sulla sommità del Teatro San Carlo. Oggi è necessario mettere in luce che l’enorme territorio del Sud Italia non può essere solo serbatoio di interessi commercial­i ma è un territorio su cui è necessario investire per conservarn­e cultura e tradizione». Ad indignarsi è anche Edvige Nastri di Cittadinan­za Attiva: «Le immagini scioccanti di Palazzo d’Avalos, dovrebbero far insorgere l’intera comunità cittadina. Registriam­o un totale disinteres­samento per ciò che riguarda la manutenzio­ne di un edificio tutelato. Se non fosse per le associazio­ni cittadine che puntualmen­te denunciano, la città ne resterebbe completame­nte all’oscuro. Ci auguriamo che il nuovo soprintend­ente si adoperi per recuperare questo bene di inestimabi­le valore».

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