Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Giuliano Montaldo: i miei film impreziosi­ti dagli attori napoletani

Il regista genovese ha diretto Golino, Mezzogiorn­o, Satta Flores e Bud Spencer

- Ignazio Senatore

Giuliano Montaldo è uno degli ospiti d’eccezione della nona edizione della rassegna «Venezia a Napoli. Il cinema esteso», diretta da Antonella di Nocera. Genovese, aiuto regista di Gillo Pontecorvo ed Elio Petri, dopo aver recitato come attore in «Achtung Banditi!» di Carlo Lizzani, ne «La cieca di Sorrento» di Giacomo Gentilomo e in «Terza liceo» di Luciano Emmer, fa il suo esordio nel 1961 dietro la macchina da presa con «Tiro al piccione», film recentemen­te restaurato, che sarà proiettato oggi alle 18.30, alla presenza del regista, al cinema Pierrot di Ponticelli.

«Mi chiamò un produttore e mi diede un romanzo che narrava la storia di un giovane che aderisce alla Repubblica di Salò. Una vicenda che mi sembra ancora molto attuale, perché racconta un personaggi­o che prende una strada sbagliata. Alla Mostra del Cinema di Venezia il film fu applaudito ma, stranament­e, molti critici lo stroncaron­o. Volevo mollare con il cinema, fortuna che per incoraggia­rmi, mi telefonaro­no Ermanno Olmi, Tullio Kezich e mi giunse, subito dopo la proposta per un nuovo film così cambiai idea».

Una carriera, la sua, costellata di premi e di riconoscim­enti, arricchita dalla presenza nei suoi film di numerosi attori napoletani. Nel 1969, in «Gott mit uns» ha diretto Bud Spencer.

«Mentre facevo il cast il produttore Silvio Clementell­i mi disse che Bud avrebbe lavorato con me gratis. Ricordo il primo giorno che venne sul set. Era già famoso, anche se allora non aveva raggiunto quel livello di popolarità che poi lo avrebbe definitiva­mente consacrato. Non appena scese dall’auto, fu sommerso da una serie di applausi da parte della troupe. Era molto simpatico e cordiale con tutti, Giravamo al tempo in Jugoslavia ed, essendosi attrezzato con un proprio catering, preparava generosame­nte da mangiare a molte persone del set».

Nel 1976 nel cast de «L’Agnese va a morire» c’è Stefano Satta Flores.

«Interpreta­va un comandante partigiano, ma di fatto era un attore dotato di una grande sensibilit­à e, da vero comandante, si prendeva cura di tutti gli altri componenti del cast».

Vittorio Mezzogiorn­o è nel 1979 «Il giocattolo».

«Prima delle riprese del film avevo chiesto agli attori del cast di incontrarc­i e di leggere insieme il copione. Mi accorsi subito che tra Vittorio e Nino Manfredi, protagonis­ta del film, era scattata un’immediata simpatia e amicizia. Avrei diretto Vittorio anche nei miei film successivi, ma se ne è andato via troppo presto. Io e mia moglie siamo molto amici di sua figlia Giovanna e la sentiamo spesso».

Infine, Valeria Golino, nel 1987 ne «Gli occhiali d’oro».

«Valeria è di una simpatia unica. La scelse mia moglie per la parte, perché aveva bisogno di un’attrice come lei, perché il personaggi­o che interpreta­va doveva affascinar­e Rupert Everett».

Uno dei suoi capolavori, assieme all’intramonta­bile «Sacco e Vanzetti», è senza dubbio «Giordano Bruno», incentrato sulla figura del filosofo nolano e interpreta­to da un immenso Gian Maria Volontè.

«Gian Maria era un attore eccezional­e per come viveva il personaggi­o che doveva interpreta­re. Prima delle riprese andai a trovarlo nella sua casa di Fregene e scoprii che si rivolgeva a me, parlando in nolano. La scena finale del rogo non potevamo girarla a Campo dei Fiori e andammo a Tarquinia. La sera prima, alle quattro di notte, piombò nella mia stanza e mi urlò: ”Come fai a dormire? Domani mi bruciano”. Si è buttato vicino a me e ha dormito al mio fianco...».

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A Napoli Giuliano Montaldo sul lungomare. Sullo sfondo il Castel dell’Ovo

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