Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SE IN AUSTRIA HA VINTO ANCHE IL CLIMA
Un Napoli brillante e frizzante, anch’esso rispecchiante le caratteristiche del suo sponsor, nota acqua minerale. E si sa, l’acqua fa più bene delle bevande gassate, ora anche tassate. Primi nel girone di Champions, dopo aver battuto anche il Liverpool, quarti in campionato. Un Napoli certamente e volutamente proiettato in Europa.
È da qualche anno che il presidente cerca di allargare gli orizzonti della sua squadra, consapevole che solo internazionalizzando si può crescere economicamente, aumentare il fatturato certamente per guadagnare di più ma anche per investire e vincere,contro multinazionali e cinesi. Prese Benitez, ma non andó benissimo, anche se, secondo me, l’incontro con un allenatore di provata esperienza europea, ha dato un input alla crescita. Ma il rubicondo spagnolo, con annesso procuratore, nonostante abbia portato giocatori importanti ancora oggi, ed aver vinto qualcosina,non ha riscosso quelle simpatie che un altro allenatore, di caratteristiche iniziali opposte, Sarri, ha invece raccolto fra i tifosi. Lo stesso Sarri, di estrazione provinciale e di curriculum pure, che venendo a Napoli è cresciuto e si è globalizzato. L’allenatore-operaio che va allenare la squadra del quartiere più snob di Londra, sarebbe sembrata una utopia.
E invece, grazie al Napoli, è successo. Napoli è una città di contraddizioni, lo dico e lo ribadisco da sempre, una città proiettata nel mare ma simbolizzata da un vulcano. Porto di mare, dominata mille volte, camaleontica nel passare dagli spagnoli ai francesi, senza dubbio multietnica, ma a volte provinciale, campanilistica, rionale, condominiale. In pochi chilometri quadrati ci sono varie cadenze dialettali, diverse tipologie di pane, di vino, di ricette. Sempre più concentriche. Il ragù come si fa a Napoli è un’altra cosa, ma sui Quartieri è meglio, ma come lo fa mammà è n’ata cosa. Una città abituata ad accogliere, ma forse perché spesso dominata, sospettosa verso chi cerca di proiettare la sua immagine al di fuori dei confini naturali della cinta urbana. Forse anche Ancelotti sta pagando questa ritrosia. Ma come,«questo ha vinto tutto in tutta Europa e mó viene da noi?». È quasi una forma di insicurezza nelle possibilità della nostra città, troppo spesso mortificata da malgoverni e delinquenza, perché uno che vive in Canada, cittadino del mondo, dovrebbe venire qui. È un atteggiamento da capire, non di una popolazione stupida, ma fatta nella maggior parte di gente perbene, che vive il disagio di una città a volte impresentabile o mal presentata. Ma non è così, Napoli è bellissima,non è solo una città,lo dico senza retorica, è un’idea, un pensiero stupendo. Riprendiamoci la consapevolezza che dentro di noi c’è il mondo, emarginiamo quei fenomeni tristissimi che ci fanno vergognare di mostrarci. Forse inconsapevolmente, Aurelio sta dando una mano alla sprovincializzazione di Napoli, Ancelotti ha un ruolo che va oltre il 44-2 o il 4-3-3. Riprendiamoci l’orgoglio di vivere in un posto incantato, anche climaticamente, in una estate caldissima, dolce ed interminabile. Che qualche problema, a dire la verità, a livello di preparazione atletica, sta creando. Le temperature sono 6-7 gradi più alte della media stagionale,e in questo periodo si preparano i carichi autunnali, propedeutici alla stagione fredda. Non è un caso che tutte le squadre hanno diversi infortunati, allenarsi ad ottobre come se fosse agosto richiede una riprogrammazione delle tabelle di allenamento. Gli staff medici e tecnici stanno facendo miracoli. Giocando a Salisburgo, 12 gradi, la squadra è apparsa veramente in forma, a dispetto di chi, ignorando probabilmente le tematiche della medicina sportiva, parlava di errori di preparazione.