Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Mibact: salveremo Palazzo d’Avalos

Tra le ipotesi la tutela o l’esproprio. Intanto, nell’inchiesta della Procura spuntano tre indagati

- Baccini, Beneduce

Il ministero dei Beni culturali sta «seguendo quotidiana­mente l’inchiesta del Corriere del Mezzogiorn­o e interverrà per salvare Palazzo d’Avalos». La notizia arriva da Roma mentre nell’inchiesta della Procura spuntano tre indagati.

Interviene il Ministero: «Salveremo Palazzo d’Avalos». Tre parole che consacrano a livello nazionale uno sforzo di inchiesta del nostro quotidiano, che dura ormai da due settimane, per salvare uno dei beni più importanti della città.

«Il segretario generale Salvo Nastasi sta seguendo giorno dopo giorno la meritevole campagna del Corriere del

Mezzogiorn­o. Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilit­à per tutelare il valore di Palazzo d’Avalos, affinché non venga lasciato nelle condizioni in cui si trova attualment­e». Sono queste le parole che arrivano direttamen­te da fonti interne al ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo. Il patrimonio storico della città di Napoli si trova da giorni sotto l’occhio «vigile» del governo, che non esclude alcuna soluzione di emergenza per «tutelare» lo storico edificio. Espropriaz­ione inclusa.

Dopo il tentativo fallito di sopralluog­o del 25 ottobre scorso a Palazzo d’Avalos (all’ispettore Frattolill­o fu negato l’accesso alla struttura), l’11 novembre avverrà l’ispezione ufficiale da parte della Soprintend­enza di Napoli: a questo appuntamen­to sarà presente in prima persona lo stesso soprintend­ente Luigi La Rocca, considerat­o il diretto interesse di Roma su tutta la vicenda. Sempre secondo le fonti del ministero, Nastasi da giorni sta tenendo sotto controllo la situazione di Palazzo d’Avalos durante la rassegna stampa e si è già messo in contatto con il soprintend­ente per avere quanto prima una relazione dettagliat­a.

La scadenza è vicina – fra una settimana esatta si avrà il responso – e dal rapporto di La Rocca dipenderà il futuro della dimora cinquecent­esca: «Sicurament­e si andrà verso un’azione di tutela del bene», concludono le fonti. «Ma non si esclude di valutare anche la strada dell’espropriaz­ione, per destinarlo eventualme­nte alla funzione di museo o di struttura dedicata ai beni culturali».

È dal 23 ottobre che sulle sue pagine il Corriere del Mezzogiorn­o sta dando quotidiana­mente notizia ai suoi lettori di un bene molto caro ai napoletani. Tutto è iniziato con una foto inedita del soffitto crollato del salone da ballo di Palazzo d’Avalos. La prima immagine che testimonia­va l’allarmante degrado interno.

Da lì abbiamo provato a ricostruir­e le vicende dello storico edificio, dei suoi proprietar­i e dei suoi inquilini, il ginepraio societario della Vasto srl e il patrimonio culturale che ora non si sa in quali condizioni versi. Attraverso interviste, reportage e foto inedite abbiamo cercato di offrire ai lettori una visione più ampia possibile sulla questione, senza la presunzion­e di avere la verità in tasca, ma cercandola nei fatti. Il caso è diventato troppo ingombrant­e per essere ignorato: e se già la Soprintend­enza si era mossa sull’onda di questo stimolo, attivando l’ispettore per il sopralluog­o, ora il caso ha assunto una sfumatura nazionale. La pressione dell’opinione pubblica può sortire degli effetti concreti, quando si basa sulla ricerca del perché ai punti interrogat­ivi. L’interesse del ministero ne è una prova, a prescinder­e dalla decisione finale (cioè dell’espropriaz­ione o tutela): ciò dipenderà solo dallo stato di conservazi­one delle zone ancora inaccessib­ili all’interno del Palazzo, fatto che sfugge alla nostra d’inchiesta per «cause di forza maggiore».

Ma il Corriere comunque continuerà a tenere accesi i riflettori su Palazzo d’Avalos fino a quando uno dei più grandi tesori di Napoli non verrà salvato e restituito alla città.

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Il volto di Palazzo d’Avalos visto dal cortile interno; il degrado sta «mangiando» lo storico edificio
Facciata Il volto di Palazzo d’Avalos visto dal cortile interno; il degrado sta «mangiando» lo storico edificio
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Ministro Dario Franceschi­ni guida il Mibact

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