Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Per il «restauro» dell’edificio indagate tre persone Controlli su tutti i permessi
Il reato ipotizzato dai magistrati è «deterioramento di bene culturale»
Sono tre le persone al
NAPOLI momento indagate per i lavori a palazzo d’Avalos: dopo verifiche presso la società Vasto srl, che fa capo alla famiglia Ferlaino, e presso la Soprintendenza ai Beni architettonici, i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno segnalato i loro nomi ai pm titolari del fascicolo, che hanno provveduto all’iscrizione.
Il reato ipotizzato è il deterioramento di bene culturale, ma le indagini proseguono: i permessi per il cosiddetto restauro dell’antico edificio — un restauro che in realtà ha provocato danni enormi alla struttura — sarebbero irregolari. Sulle scrivanie dei pm Ludovica Giugni, Sergio Raimondi e Roberta Simeone, che indagano con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, c’è un corposo dossier fotografico che documenta lo scempio. Lo hanno realizzato i carabinieri che, guidati dal maggiore Giampaolo Brasili, stanno ora approfondendo la vicenda.
Nei giorni scorsi anche il Corriere del Mezzogiorno aveva documentato con fotografie il penoso stato del palazzo di via dei Mille. Proprio dopo avere visto quelle immagini, la senatrice del Movimento 5 stelle Luisa Angrisani, componente della commissione permanente Cultura, ha deciso di scrivere una lettera urgente al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, e ai carabinieri della tutela culturale. «Da una ricostruzione giornalistica di una nota ed affidabile testata regionale, con la testimonianza di alcuni, a dir poco agghiaccianti, scatti fotografici, emerge che non sono stati presi dagli organismi pubblici preposti mirati ed adeguati provvedimenti orientati alla conservazione e alla tutela di quel patrimonio straordinario rappresentato dalla splendida cornice architettonica di Palazzo d’Avalos, sito nella prestigiosa via dei Mille a Napoli».
Segue una minuziosa ricostruzione della vicenda basata sulle cronache del nostro giornale e, quindi, la richiesta di intervento immediato con la convocazione di un tavolo: «Poiché è impensabile che la comunità nazionale e a maggior ragione il Ministero preposto alla tutela del nostro patrimonio culturale continui ad assistere passivamente al degradarsi inesorabile di testimonianze così significative, la scrivente senatrice chiede che il Mibact intervenga con assoluta tempestività e senza esitazioni per scongiurare la rovina definitiva e irreversibile degli apparati decorativi e dei contenuti mobiliari di palazzo d’ Avalos, eccellenza architettonica di straordinario valore artistico. È inaccettabile che codesto Ministero venga meno ai propri compiti ed obblighi istituzionali, gestionali e di conservazione del patrimonio culturale nazionale. Con la presente,inoltre, si sollecita tempestivamente la convocazione di un tavolo d’intervento avente l’obiettivo di permettere a tutti i soggetti interessati di fornire il proprio contributo risolutivo e finalmente agire a tutela delle bellezze artistico-storiche del Mezzogiorno».
Curiosamente, assieme ai colleghi della commissione Cultura, a farsi portavoce dell’urgenza di intervenire per palazzo d’Avalos è stata una senatrice nativa di Sarno, in provincia di Salerno: «Quando abbiamo notizia di casi come questi — commenta Luisa Angrisani — tutti noi senatori siamo sensibili alla salvaguardia dei beni. Insieme ai colleghi della commissione, appena ho saputo del palazzo d’Avalos, mi sono immediatamente attivata».
” M5S Lettera urgente al ministro di Luisa Angrisani
Foto agghiaccianti, bisogna subito porre rimedio