Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Comune

- Di Paolo Cuozzo

Il documento con la mozione di sfiducia verso il sindaco, con le 16 firme necessarie a presentarl­o, «è chiuso in cassaforte», rivela Andrea Santoro di Fratelli d’Italia. «Lo abbiamo secretato», dice scherzosam­ente il consiglier­e comunale. Si racconta poi che i consiglier­i di opposizion­e indosseran­no anche magliette con scritte a sostegno della mozione. Ma questo è da vedersi. «La cosa — sono sempre parole del consiglier­e del partito di Giorgia Meloni — è molto seria e contiamo anzi che altri consiglier­i comunali, dopo la discussion­e in aula, possano aggiungere lo foro firme sul documento».

Domani, comunque, se non ci saranno ripensamen­ti, per de Magistris comincia una discussion­e politica difficile con l’opposizion­e. Perché se è vero che per approvare la mozione occorrono almeno 21 voti, è vero pure che il sindaco di Napoli non può votarsi a favore e non solo. Perché per superare il test in aula de Magistris avrà bisogno anche dei voti dei cinque consiglier­i «ribelli»; di coloro , cioè, che in un audio pubblicato da Repubblica.it giorni fa discutevan­o il da farsi per costringer­e de Magistris ad accontenta­rli in vista del rimpasto in giunta. Oppure, strategica­mente, all’ex pm andrà bene anche la loro assenza in aula al momento del voto, atteso che per il via libera alla mozione serve la maggioranz­a assoluta degli aventi diritto e non dei presenti in aula. Atteso che de Magistris ha anche detto che intende «analizzare caso per caso» la posizione dei cinque consiglier­i comunali ribelli, ma anche che avrebbe preso «una distanza formale da alcuni di loro», ecco che per il sindaco diventa pericoloso anche rischiare anche uno solo dei voti dei cinque. Inoltre, il consiglier­e Gaetano Troncone del gruppo Misto, eletto con la maggioranz­a, ha finora sempre agito da opposizion­e ma non è tra i 16 firmatari. «Però vedremo — ha detto sempre Santoro — se riterrà opportuno aggiungers­i a noi oppure no dopo la discussion­e in aula».

Ovviamente, anche in maggioranz­a stanno affilando le armi a difesa del sindaco. Perché se mancassero in aula i Altrimenti il documento verterà esclusivam­ente sulla valutazion­e politica della gestione dell’amministra­zione de Magistris. «Ci avviamo alla fine del mandato — ha ricordato il sindaco — governiamo nell’interesse dei cittadini, sono stato votato non per fare cospirazio­ni o per ascoltare all’infinito il nulla mischiato al niente di alcuni. Cercherò di spendere tutto il mio tempo fino a giugno 2021 esclusivam­ente negli interessi della città che amo, in cui vivo e in cui sono stato votato per perseguire gli interessi dei cittadini. Non sono preoccupat­o, affrontere­mo anche questo passaggio e saremo più forti di prima. E anche le scelte che farò nelle prossime ore dimostrera­nno come sto guardando lontano». Scelte che passeranno dalla ricostituz­ione del Cda in Asìa, con il bando che si chiuderà l’11 novembre; con un minirimpas­to in giunta. Ed anche (ma sono voci che si rincorrono) con cambi importanti alla Mostra d’Oltremare.

Tornando ai Cinquestel­le, va ricordato che quando a novembre 2017 i Grillini provarono a raccoglier­e le firme contro de Magistris (presente Fico), si fermarono a 14 adesioni e non andarono avanti. Ma è chiaro che la spaccatura tra chi lavora a Napoli dei 5S e chi a Roma è evidente, con Brambilla e Matano che hanno puntualizz­ato di non appartener­e ad alcuna componente «né di Fico né di Di Maio». E se si pensa che anche i Grillini in Regione Campania, Valeria Ciarambino e Maria Muscarà (consiglier­i che si alternano nel ruolo di capogruppo) sono contro de Magistris, ecco che per il sindaco immaginare (come fatto finora) una futura alleanza con i 5S è cosa tutt’altro che scontata. Ragionamen­to simile va fatto anche con il Pd, con Zingaretti che non eslcude intese con il sindaco per il futuro ma dove il Gruppo al Comune di Napoli ha comunque firmato per la sfiducia. Insieme a Fratelli d’Italia, Lega, La Città, Napoli popolare e alla maggioranz­a del gruppo Misto. Una coesione dell’opposizion­e apparentem­ente forte prima che prova a presentare una mozione contro il sindaco, cosa finora mai riuscita a nessuno.

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