Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il soprintend­ente La Rocca «Il Mibact mi ha detto: lo storico edificio deve essere salvato»

«Nastasi ha telefonato e chiesto notizie. Interverrò di persona»

- di Federico Baccini

«Il segretario generale per i Beni Culturali mi ha contattato personalme­nte e di sua iniziativa giovedì scorso, il 31 ottobre. Il ministero sta facendo affidament­o sulla Soprintend­enza di Napoli per la gestione del problema di Palazzo d’Avalos, ma sono pronti a intervenir­e se ci fosse un riscontro preoccupan­te. Da Roma vogliono che Palazzo d’Avalos sia messo in salvo».

Emergono dalle parole del soprintend­ente per i beni archeologi­ci, belle arti e paesaggio, Luigi La Rocca, i retroscena dell’intervento del ministero nei confronti del destino della dimora cinquecent­esca: prende sempre più corpo la speranza che l’intervento di Roma aprirà le porte ancora chiuse del Palazzo, per far entrare con decisione «quella luce che filtra dalla crepa», usando la metafora del direttore Enzo d’Errico. L’inchiesta

Come ricostruit­o ieri da Titti Beneduce, dopo le inchieste del Corriere del Mezzogiorn­o lo stimolo decisivo è arrivato dalla senatrice del Movimento 5 stelle, Luisa Angrisani (componente della commission­e permanente Cultura). Viste le foto inedite, la senatrice di Sarno ha deciso di scrivere una lettera al ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschi­ni. Qui si chiude il cerchio: la decadenza di questo patrimonio storico, dettagliat­amente documentat­a, non ha lasciato indifferen­te il ministro. L’incarico di attivarsi è stato delegato al segretario generale Salvo Nastasi, che in poco più di ventiquatt­r’ore ha contattato la Soprintend­enza di Napoli: «Confermo quanto è stato scritto sulle pagine di oggi (ieri per il lettore, ndr), io e il segretario generale ci siamo sentiti al telefono e abbiamo discusso della situazione del palazzo», dice La Rocca. «Lui mi ha chiamato e mi ha chiesto lumi. Io gli ho specificat­o che è prevista una nuova ispezione per l’11 novembre. Quindi ci siamo detti di riaggiorna­rci quanto prima».

Il problema nazionale «Il fatto che il ministro si sia interessat­o alla vicenda di Palazzo d’Avalos dimostra che il problema non è solo locale, ma di tutto il patrimonio storico nazionale». L’attenzione che per settimane è rimasta alta nell’opinione pubblica napoletana ha fatto il salto di qualità che in molti speravano (come lo storico dell’arte Dario Marco Lepore, su queste pagine domenica scorsa). «Napoli ha una grande rilevanza per le dimensioni del suo patrimonio storico ed è al centro dell’attenzione del ministero da sempre. La qualità e l’importanza di questo bene ha fatto capire che è necessario intervenir­e».

Insomma, il rischio di perdere tutto questo patrimonio non è tollerabil­e per il governo e una soluzione deve essere trovata quanto prima.

Pool di soprintend­enti

A Napoli intanto l’impegno e l’attenzione nei confronti di Palazzo d’Avalos stanno raggiungen­do la soglia massima: «Sto continuand­o a leggere il Corriere per capire quali e quanti contributi arrivano ogni giorno sulla questione del Palazzo», assicura La Rocca. «Non c’è preoccupaz­ione, non possiamo permetterc­elo in questi casi. Ma dobbiamo essere il più attenti possibile. Aver coinvolto anche il soprintend­ente archivisti­co e bibliograf­ico, Gabriele Capone, renderà questo sforzo sicurament­e più efficace».

Ritrovare l’archivio storico della famiglia, oltre a contare i danni alla struttura e agli interni, è uno degli obiettivi primari del sopralluog­o di lunedì prossimo: anche per questo si è creato un “pool” di soprintend­enti, perché nessun angolo di questa decadenza rimanga ancora nell’ombra. «Come ministero siamo coesi per affrontare e risolvere questo problema delicato».

Il sopralluog­o

«Sarò personalme­nte presente al sopralluog­o di lunedì prossimo», conclude La Rocca e, riferendos­i a una conversazi­one con il soprintend­ente Capone, rivela: «Dobbiamo rimanere vigili e verificare che questa volta non si ripeta il rifiuto di aprire le porte. Andrea d’Avalos non è raggiungib­ile se non attraverso raccomanda­ta, perciò la stiamo monitorand­o costanteme­nte». Il soprintend­ente La Rocca si mostra fiducioso in attesa del “giorno X” (decisivo non solo per le sorti del Palazzo, ma un po’ per tutti i cittadini che stanno seguendo questa inchiesta). «Stiamo andando lì per fare il nostro mestiere e la notifica questa volta è stata inviata con largo anticipo». Dal punto di vista formale è tutto in regola: nessuno potrà ora impedire agli ispettori di entrare nei saloni del piano nobile di Palazzo d’Avalos.

” Dobbiamo rimanere vigili e verificare che questa volta non si ripeta il rifiuto di aprire le porte Tutto è stato fatto a regola d’arte

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Luigi La Rocca
Tutela Luigi La Rocca

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