Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il ministero boccia il «fungo» di via Marina
Niente led luminosi o avveniristici messaggi pubblicitari. Il fungo di via Marina costruito all’incrocio tra via Vespucci, via Volta e corso Arnaldo Lucci, all’altezza del deposito Anm-Stella Polare, è fuorilegge.
A stabilirlo è il ministero dei Trasporti che in una nota a firma del Direttore Generale del dipartimento per la sicurezza stradale, specifica che «sussiste un divieto di carattere generale all’ubicazione e installazione di mezzi pubblicitari in corrispondenza delle intersezioni stradali incluse le rotatorie».
La puntualizzazione è arrivata in risposta all’ esposto presentato da «Insieme per Napoli» associazione di professionisti ed esponenti della società civile napoletana, che nei mesi scorsi avevano sollevato dubbi sulla costruzione della struttura in ferro e cemento, fino a chiedere l’intervento di Prefettura e Ministero dei Trasporti.
Nei piani del Comune il fungo doveva diventare un impianto pubblicitario, con pannelli a led alti due metri posizionati su una struttura in ferro di 11 metri. Un vero totem di benvenuto per chi arriva in città dall’autostrada con utili consigli per gli acquisti, un investimento importante per la città di circa 5 milioni di euro, soldi che sarebbero dovuti rientrare con la vendita degli spazi pubblicitari.
La costruzione aveva avuto anche il benestare della Soprintendenza nonostante la vicinanza alla caserma di Cavalleria Borbonica progettata da Vanvitelli a metà del 1700 su richiesta di Carlo III. Insomma per il ministero mettere lì pannelli luminosi al led è pericoloso e vietato dal codice della strada.
«Quella del fungo di via Marinaspiega Gaetano Brancaccio, portavoce dell’associazione Insieme per Napoli- è una situazione paradossale per diversi motivi. Dalla sua costruzione, alle modifiche ai lavori, fino all’affidamento della vendita degli spazi, visto che il piano generale degli impianti del Comune di Napoli non prevede certi tipi di impianti perché è aggiornato a 20 anni fa. A farne le spese sono stati i cittadini che hanno dovuto subire le conseguenze di certe scelte. Finalmente il ministero ci ha dato ragione e ha spiegato a chi governa la città che quella struttura è totalmente fuorilegge». È bastato l’articolo 23 del codice della strada per interrompere i piani pubblicitari avveniristici del Comune di Napoli. Ora il fungo resta, c’è da capire a cosa servirà.