Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I parcheggiatori delinquono Non si può «legalizzarli»
Le estorsioni legate alla sosta rappresentano un vero fenomeno criminale. Non si può prescindere da questo assunto nella narrazione di un problema che negli ultimi anni ha assunto contorni emergenziali. E le Autorità, tenute alla tutela della sicurezza dei cittadini, non possono sottrarsi ad una attività repressiva, volta a stroncare definitivamente il fenomeno. Il pregiato articolo di Sergio D’Angelo identifica i parcheggiatori come vittime della camorra.
Soggetti sottoposti al potere criminali che sono costretti loro malgrado a corrispondere del denaro ai clan, proponendo come soluzione la legalizzazione della loro presenza, in nome di una migliore gestione delle aree di sosta.
Mi permetto di dissentire da tale ricostruzione. Le attività investigative delle forze dell’ordine hanno dimostrato che, in molti casi, i parcheggiatori abusivi sono essi stessi emanazione della camorra, dislocati dai clan sul territorio similarmente a quanto accade con gli spacciatori. In alcuni casi addirittura svolgono entrambe le attività criminali. Esiste una consistente quota di abusivi che è contigua o addirittura organica alla criminalità organizzata e tale dato è testimoniato dalle violenze e dai metodi estorsivi adottati per convincere gli automobilisti a sottostare alle loro richieste. Per analizzare il fenomeno in maniera obiettiva
occorre rifuggire la pietistica ricostruzione dei poveri padri di famiglia alla ricerca di un’offerta libera per garantire il pane ai figli.
Stiamo parlando di un giro di affari da decine di milioni di euro, completamente esentasse, con tariffe che arrivano a toccare anche i 10 euro ad auto. Calibrata la percezione della caratura delinquenziale dei parcheggiatori abusivi risulta di difficile comprensione l’ipotesi di legalizzare la loro attività. In primis perché significherebbe premiare dei soggetti che, per anni, hanno condotto un’attività illegale, con responsabilità non solo amministrative ma – in molti casi – anche penali.
Come può un sistema credibile legittimare chi delinque? Temiamo, tra l’altro, che gli stessi parcheggiatori abusivi, abituati a guadagni da capogiro e spregio delle regole, finirebbero per porre in atto condotte illecite volte a danneggiare gli stessi soggetti che li hanno premiati. Una situazione simile a quanto accaduto in seguito all’assunzione nelle pubbliche amministrazioni degli ex detenuti che, ad oggi, rappresentano una delle categorie meno produttive e fedeli del comparto pubblico. Le
criticità legate alla penuria delle aree di sosta rappresentano senz’altro una delle criticità di Napoli ma la soluzione non può essere la legalizzazione dei parcheggiatori abusivi.
Occorre valorizzare le aree di parcheggio esistenti, crearne di nuove e recuperare alcune strutture, come il parcheggio sotterraneo dello stadio San Paolo, che potrebbero contribuire a facilitare la sosta in determinate aree nevralgiche o il parcheggio di San Giovanni a Teduccio pronto da anni e situato a ridosso della metropolitana e mai aperto per un vergognoso scaricabarile delle Ferrovie dello Stato proprietaria del sito. Allo stesso tempo occorre che il legislatore nazionale provveda all’emanazione di una norma che permetta alle forze dell’ordine e alla magistratura di stroncare il fenomeno delle estorsioni legate alla sosta, una legge che preveda l’arresto e la detenzione in carcere per chi è sorpreso il flagranza di reato da Polizia, Carabinieri, Finanzieri e Polizia Municipale. L’unica soluzione valida, a mio avviso, per restituire sicurezza e legalità alle nostre strade.