Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«No, sbagliano Siano più responsabili»
NAPOLI «Sono uno sportivo, un tifoso, ma deluso. Troppo». Vito Grassi, industriale, guida l’associazione di Palazzo Partanna. È una vittima «sentimentale» di calciopoli, del calcio-scommesse, degli scandali, del «teatro». Nel senso che quando guarda una partita ormai non è più convinto che quella sia la realtà.
«Se dobbiamo parlare di gioco allora dobbiamo aggiungere d’interesse. Ogni domenica si passano gli ulteriori sei giorni a polemizzare su un rigore: c’era o non c’era? Come è possibile non sapere con certezza una cosa del genere? Succede perché non ci crediamo più, questa è la verità».
Quando parla di teatro si riferisce anche all’ammutinamento dei giocatori del Napoli?
«Quello è il massimo. Se si fa parte di un’organizzazione, di una squadra, si rispettano le regole e le decisioni».
Anche il coach Ancelotti per la verità non era d’accordo sul ritiro.
«Ma è stato onesto».
Cioé?
«Ha detto di non essere d’accordo, ma, appena terminata la partita, è andato a Castel Volturno. Cioè in ritiro. Invece i giocatori no. Trovo che ci sia un clima teso, poco gestibile. E certi comportamenti non aiutano».
Lei crede che in un momento così difficile, di crisi industriali, di desertificazione economica, di disoccupazione, i giocatori di calcio possano essere ancora degli esempi?
«Certo. Ma in questo caso, negativi. Sono dei privilegiati, hanno un ruolo pubblico, quello che fanno è amplificato e sotto gli occhi di tutti, dare un messaggio di insubordinazione contro la società non è positivo».
Lei è dalla parte di De Laurentiis?
«Sono dalla parte della società, a prescindere da De Laurentiis. Se guadagni tutti questi soldi, come un’azienda, hai una responsabilità sociale. Invece per questi professionisti del calcio tutto è sempre dovuto. In fondo giocano a pallone, non vanno mica in miniera».