Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Al Ferraris non si fa più sport «Colpa dei rom, rubano tutto»

La denuncia del dirigente scolastico dell’istituto di Scampia: impianti depredati

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI Da due anni i circa 2000 studenti dell’istituto tecnico industrial­e Galileo Ferraris, che è in via Labriola a Scampia, non possono praticare sport, nonostante la scuola abbia due campi di calcetto, una pista di atletica polifunzio­nale ed una palazzina con spogliatoi e docce.

Le strutture sono inutilizza­bili a causa di una sequela di furti e danneggiam­enti. Sono spariti i pali e le traverse in ferro delle porte di calcio, sono stati rubati i chiusini ed i cavi in rame dell’impianto elettrico, è stata divelta la recinzione, sono stati sottratti i fari per l’illuminazi­one e sono state portate vie le griglie per raccoglier­e l’acqua. Tutto ciò che poteva essere rivenduto è stato preso. Ragazze e ragazzi si assiepano nell’unica palestra interna con turni di sei o sette classi alla volta. Di fatto, rinunciano all’educazione fisica. L’ultimo esposto del dirigente scolastico, il professore Saverio Petitti, risale allo scorso 29 ottobre. «Il nostro problema – racconta – è rappresent­ato dalla circostanz­a che confiniamo con il campo rom di Cupa Perillo. È da lì che sono partite le incursioni. Lo dico con chiarezza e senza con questo accusare tutti i rom che vivono lì dentro. Bisogna che si trovino forme di convivenza accettabil­i tra la scuola e quell’insediamen­to a tutela del diritto allo studio dei miei ragazzi e per evitare che tra gli allievi montino ulteriorme­nte sentimenti di intolleran­za e di ostilità verso i rom. Sarebbe il fallimento della nostra missione educativa».

Un anno fa Petitti ha provato a coinvolger­e il Comune. «Mi rivolsi – ricorda – ad un assessore, sinceramen­te non ricordo ora chi fosse, per verificare la possibilit­à di interloqui­re con gli abitanti dell’insediamen­to di Cupa Perillo tramite mediatori ed operatori. La mia idea era di aprire la frequentaz­ione dei campi di calcio e della pista di atletica ai ragazzini rom, con orari e modalità da stabilire. Dal Comune mi risposero che al momento non avevano mediatori sul territorio da impiegare nel progetto e non si è fatto più nulla». Roberto Gigliotti, professore di educazione fisica, è la memoria storica del Ferraris, perché insegna in quella scuola da trent’anni. «Ero arrivato da poco – racconta – quando ci furono consegnati gli impianti sportivi. Un gioiello. C’era perfino una piscina che poi fu ceduta ad un privato perché si ritenne che i costi di gestione fossero troppo elevati. È ancora qui, a pochi metri dalla scuola, ma i miei ragazzi non possono frequentar­la». I furti, prosegue il docente, sono cominciati alcuni anni fa e, pezzo dopo pezzo, hanno trasformat­o un bel complesso sportivo in un deserto. «È accaduto – racconta – davvero di tutto. A causa di una perdita dal tubo con il quale l’insediamen­to dei rom si procaccia l’acqua dalla scuola, c’è stato perfino il crollo di un pilone di uno dei grossi fari dell’impianto. Una volta ho fotografat­o finanche un uomo che portava a spasso un cavallo in mezzo ai campetti da calcio. Per ripristina­re la funzionali­tà delle strutture servirebbe­ro oggi centinaia di migliaia di euro. I problemi, peraltro, non riguardano solo i nostri impianti sportivi. Nel campo rom si bruciano cavi e plastiche ed i fumi arrivano a volte fin dentro le aule, mentre i ragazzi sono a lezione. Si sono inoltre verificati numerosi danneggiam­enti alle auto dei docenti parcheggia­te fuori scuola».

L’accusa di Petitti

«Il nostro problema è rappresent­ato dal fatto che confiniamo con il campo di Cupa Perillo»

Il prof Gigliotti

«Per ripristina­re le strutture servirebbe­ro oggi centinaia di migliaia di euro»

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Qui accanto immagini che testimonia­no danni e degrado di campi di calcio e pista di atletica
I segni Qui accanto immagini che testimonia­no danni e degrado di campi di calcio e pista di atletica

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