Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Al Ferraris non si fa più sport «Colpa dei rom, rubano tutto»
La denuncia del dirigente scolastico dell’istituto di Scampia: impianti depredati
NAPOLI Da due anni i circa 2000 studenti dell’istituto tecnico industriale Galileo Ferraris, che è in via Labriola a Scampia, non possono praticare sport, nonostante la scuola abbia due campi di calcetto, una pista di atletica polifunzionale ed una palazzina con spogliatoi e docce.
Le strutture sono inutilizzabili a causa di una sequela di furti e danneggiamenti. Sono spariti i pali e le traverse in ferro delle porte di calcio, sono stati rubati i chiusini ed i cavi in rame dell’impianto elettrico, è stata divelta la recinzione, sono stati sottratti i fari per l’illuminazione e sono state portate vie le griglie per raccogliere l’acqua. Tutto ciò che poteva essere rivenduto è stato preso. Ragazze e ragazzi si assiepano nell’unica palestra interna con turni di sei o sette classi alla volta. Di fatto, rinunciano all’educazione fisica. L’ultimo esposto del dirigente scolastico, il professore Saverio Petitti, risale allo scorso 29 ottobre. «Il nostro problema – racconta – è rappresentato dalla circostanza che confiniamo con il campo rom di Cupa Perillo. È da lì che sono partite le incursioni. Lo dico con chiarezza e senza con questo accusare tutti i rom che vivono lì dentro. Bisogna che si trovino forme di convivenza accettabili tra la scuola e quell’insediamento a tutela del diritto allo studio dei miei ragazzi e per evitare che tra gli allievi montino ulteriormente sentimenti di intolleranza e di ostilità verso i rom. Sarebbe il fallimento della nostra missione educativa».
Un anno fa Petitti ha provato a coinvolgere il Comune. «Mi rivolsi – ricorda – ad un assessore, sinceramente non ricordo ora chi fosse, per verificare la possibilità di interloquire con gli abitanti dell’insediamento di Cupa Perillo tramite mediatori ed operatori. La mia idea era di aprire la frequentazione dei campi di calcio e della pista di atletica ai ragazzini rom, con orari e modalità da stabilire. Dal Comune mi risposero che al momento non avevano mediatori sul territorio da impiegare nel progetto e non si è fatto più nulla». Roberto Gigliotti, professore di educazione fisica, è la memoria storica del Ferraris, perché insegna in quella scuola da trent’anni. «Ero arrivato da poco – racconta – quando ci furono consegnati gli impianti sportivi. Un gioiello. C’era perfino una piscina che poi fu ceduta ad un privato perché si ritenne che i costi di gestione fossero troppo elevati. È ancora qui, a pochi metri dalla scuola, ma i miei ragazzi non possono frequentarla». I furti, prosegue il docente, sono cominciati alcuni anni fa e, pezzo dopo pezzo, hanno trasformato un bel complesso sportivo in un deserto. «È accaduto – racconta – davvero di tutto. A causa di una perdita dal tubo con il quale l’insediamento dei rom si procaccia l’acqua dalla scuola, c’è stato perfino il crollo di un pilone di uno dei grossi fari dell’impianto. Una volta ho fotografato finanche un uomo che portava a spasso un cavallo in mezzo ai campetti da calcio. Per ripristinare la funzionalità delle strutture servirebbero oggi centinaia di migliaia di euro. I problemi, peraltro, non riguardano solo i nostri impianti sportivi. Nel campo rom si bruciano cavi e plastiche ed i fumi arrivano a volte fin dentro le aule, mentre i ragazzi sono a lezione. Si sono inoltre verificati numerosi danneggiamenti alle auto dei docenti parcheggiate fuori scuola».
L’accusa di Petitti
«Il nostro problema è rappresentato dal fatto che confiniamo con il campo di Cupa Perillo»
Il prof Gigliotti
«Per ripristinare le strutture servirebbero oggi centinaia di migliaia di euro»