Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il sindaco: scuole aperte nonostante l’allerta meteo Ingiurie e minacce sui social
Aversa, Golia pubblica i commenti degli studenti
È una vera e propria lapidazione via social quella che si intensifica contro i sindaci, i quali, a seguito dell’allerta maltempo, decidono, prendendosi giustamente le loro responsabilità, di non chiudere le scuole.
Per il passato è toccato all’ex sindaco di Marcianise, Antonello Velardi, essere preso di mira dalle ingiurie degli studenti (si fa per dire) sulla sua pagina Facebook. Pochi giorni fa è toccato al primo cittadino di Giugliano, Antonio Poziello. E ieri addirittura si è passati alle minacce di accoltellamento contro il sindaco di Aversa Alfonso Golia che ha deciso di tenere aperte gli istituti scolastici lunedì e martedì scorsi, nonostante i bollettini della Protezione civile. «Stavolta – dichiara il sindaco Golia – si sono superati abbondantemente i limiti della civiltà ed a far rabbrividire è che si tratti di giovanissimi, per lo più minorenni. È questo il motivo per cui ho deciso di pubblicare i commenti sulla mia pagina: ci sono generazioni che si stanno perdendo dietro l’apparenza e la virtualità e, cosa ancor più preoccupante, dimostrano di non avere alcun rispetto né per la persona, né per l’Istituzione. La domanda che sinceramente mi pongo è: se si rivolgono così a un sindaco, come si rivolgeranno a un docente, ad un coetaneo, ad un adulto, al prossimo?». Da qui l’appello: «L’esempio lo diamo innanzitutto noi adulti ed è nella famiglia che si impara l’educazione, il rispetto e il senso civico. Spero che l’aver pubblicato quelle frasi serva ad aprire una riflessione nelle famiglie e in città».
Camilla Sgambato, responsabile nazionale scuola del Pd, ha fortemente stigmatizzato l’accaduto: «Gli epiteti e le frasi ingiuriose rivolte da alcuni studenti al sindaco di Aversa, Alfonso Golia, per la decisione di non chiudere le scuole in occasione dell’allerta meteo di colore arancione diramata nelle ultime 24 ore — commenta — è il segno tangibile della povertà educativa e del degrado sociale che alberga, purtroppo, in grosse fette del mondo giovanile. L’odio e la violenza di questi messaggi non fanno presagire certamente nulla di buono e ci convincono che bisogna lavorare soprattutto sulle famiglie che, insieme alle scuole, devono seguire la crescita e la formazione dei giovani».
Non si ha notizia di tempestiva reazione da parte dei dirigenti scolastici e degli organismi di vigilanza: se nel frattempo si siano attivati per identificare e perseguire con esemplari provvedimenti disciplinari gli autori delle minacce. Sarebbe l’unico modo per restituire un minimo di dignità ed autorevolezza all’istituzione scolastica, al di là dei proclami di buone intenzioni.
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Si rifletta in famiglia su quanto accade