Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La leucomalac­ia di Gianluigi: da sedici anni combatte per la verità

- R. P.

Sono sedici anni che Ciro e Bianca lottano per ottenere giustizia e dare un futuro al loro figlio, Gianluigi, nato di 7 mesi e affetto da leucomalac­ia periventri­colare, una lesione cerebrale del neonato pretermine che provoca soprattutt­o gravi danni motori. Ritengono che si sarebbe potuto evitare lo strazio dei continui interventi e terapie riabilitat­ive cui viene ancora sottoposto Gianluigi se la sua condizione fosse stata monitorata nelle ultime settimane di gestazione. Assieme ai viaggi della speranza, iniziati appena accertata la malattia, consultano specialist­i e luminari, e tutti gli chiedono di visionare un esame diagnostic­o, mancante nella cartella clinica: il tracciato cardiotoco­grafico, una verifica che si fa di consueto per tenere sotto controllo il benessere fetale. I genitori di Gianluigi, Ciro e Bianca, temono che i medici dell’ospedale di Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta non abbiano eseguito correttame­nte tutte le procedure necessarie e si rivolgono ad un medico legale della Federico II, il quale non rileva nella cartella clinica due elementi considerat­i imprescind­ibili come le motivazion­i che hanno portato al taglio cesareo e, appunto, l’assenza del tracciato cardiotoco­grafico. «Nel 2010 — spiega Ciro, il papà di Gianluigi — abbiamo fatto causa all’ospedale di Caserta per ottenere chiarezza su quanto è avvenuto nella fase prenatale e giustizia per i danni arrecati. In dibattimen­to la contropart­e ci ha detto che l’esame cardiotoco­grafico esisterebb­e, ma finora non è stato mai esibito. Anzi, che sarebbe sbiadito a causa del tempo trascorso, ma ancora leggibile, tanto da presentare rilievi rassicuran­ti. E i medici del nosocomio casertano asseriscon­o di aver agito secondo il protocollo previsto e in modo profession­almente corretto. Purtroppo, la causa si prolunga ed ha visto sostituire per ben tre volte il giudice del procedimen­to. Ma di quell’esame non c’è ancora traccia». Ciro e Bianca non si arrendono: «Continuere­mo la nostra battaglia per Gianluigi — concludono — fino a quando non otterremo verità e chiarezza».

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