Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sala ammette: Milano si prende la migliore gioventù del Sud

Il Manifesto «Cambia, cresce, merita» promosso dall’ex ministro

- di Simona Brandolini

Il Sud chiama e Milano risponde. «Io ci sono, accetto la sfida», dice il sindaco Beppe Sala che ospita a Palazzo Marino la tappa meneghina di «Cambia, cresce, merita».

Il Mezzogiorn­o chiama

NAPOLI e Milano risponde. «Io ci sono, accetto la sfida», dice il sindaco Beppe Sala che ospita a Palazzo Marino la tappa meneghina di «Cambia, cresce, merita», il Manifesto lanciato dall’ex ministro del Mezzogiorn­o, Claudio De Vincenti, proprio a Napoli.

«La cosa più interessan­te che si sta facendo a Milano è la metro che porterà da Linate a San Babila in tredici minuti. I treni vengono costruiti a Reggio Calabria. E non è perché costano meno, ma perché lì c’è l’eccellenza», attacca il primo cittadino. «Mi spiace dirlo, ma in questo momento stiamo attraendo la meglio gioventù del Sud. Stiamo attraendo intelligen­ze. E me lo dicono i rettori della nostre università che i ragazzi del Sud sono tra gli studenti più performant­i». Poi un suggerimen­to: «Il momento glorioso di Milano è dovuto allo sforzo di aprirsi al mondo. La chiave è quella. Il valore nasce dall’ibridazion­e, dalla contaminaz­ione. Il Sud deve accettare la sfida del cambiament­o. Ci sono motivi che ci fanno essere ottimisti, per esempio la centralità del Mediterran­eo è fondamenta­le». Sala s’è schierato contro il regionalis­mo differenzi­ato, ma dice serve «riformare il sistema amministra­tivo. Non vi fate convincere dalle etichette come quelle della città metropolit­ane, lo è Napoli, non Reggio Calabria». Il manifesto prevede un nuovo piano straordina­rio per il Mezzogiorn­o da 120 miliardi. «Ma non si può astrarre dalle politiche generali. — prosegue Sala — Se continuera­nno a esistere gli 80 euro, il Reddito, Quota 100 sarà impossibil­e. Noi siamo disponibil­i alla sfida del Sud che cambia. Purché si dica rinuncio al Reddito perché voglio infrastrut­ture. Io sono per la gallina domani. Nel tentativo di sopravvive­re, il gap si allarga. La politica ha necessità di raccoglier­e voti oggi, ma i tempi impongono posizioni radicali. Noi italiani dovremmo essere moderati radicali. Oggi la mia città sta cannibaliz­zando le opportunit­à che ci sono in questo Paese. Delle 8000 multinazio­nali in Italia 4500 stanno a Milano. Ma i milanesi non saranno mai egoisti. Non è giusto. E lo voglio testimonia­re».

Moderati dal direttore del

Corriere del Mezzogiorn­o, Enzo d’Errico, il testimone passa di mano in mano, si ascoltano esperienze differenti. De Vincenti spiega la scelta di lanciare il manifesto a Napoli e a Milano poi: «Quello che ho capito più di tutto che bisogna fare rete, massa critica. Ma per fare tutto serve un nuovo impegno straordina­rio per il Sud. Il Sud sa bene che l’assistenzi­alismo mortifica le energie migliori». Inutile dire che il pensiero corre alle crisi aziendali. All’ex Ilva di Taranto. «Sta alla politica e alle istituzion­i ricostitui­re subito quella certezza delle regole che nei mesi scorsi è stata incrinata pesantemen­te e che è invece condizione necessaria perché le imprese investano e creino posti di lavoro. — dice — E a quel punto si potrà e si dovrà esigere che Arcelor Mittal rispetti a sua volta, integralme­nte, gli impegni presi sul fronte ambientale, industrial­e e occupazion­ale». E ancora: «C’è chi, in questi anni e in questi mesi, tra le forze politiche e purtroppo anche tra le istituzion­i, ha puntato a far chiudere l’Ilva e a lasciare i lavoratori solo con la cassa integrazio­ne e il cosiddetto Reddito di cittadinan­za. Giustament­e i lavoratori Ilva si stanno ribellando a questa prospettiv­a, la sentono come umiliante, e rivendican­o la loro dignità di lavoratori di un grande complesso industrial­e. Lo spirito del Manifesto va esattament­e nella stessa direzione: il Sud non vuole assistenza, vuole lavoro produttivo, imprese, investimen­ti. Il Sud non può accettare la falsa equazione ambiente uguale decrescita, perché la decrescita, vedi Bagnoli dove sono 25 anni che è un buco nero, distrugge l’ambiente e invece la tutela di ambiente e salute richiede sviluppo economico e civile».

Palazzo Marino

Il direttore Enzo d’Errico ha moderato il confronto sullo sviluppo diseguale

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