Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Era un crooner, il Nat King Cole made in Italy»
Ècon emozione, mista a tristezza, che mi accingo a scrivere qualche considerazione su quel grande artista ed amico che è stato Fred Bongusto, per il quale ho avuto l’onore di comporre alcune canzoni, fra cui dei successi, come ad esempio «Balliamo», il cui testo ho scritto assieme a Sergio Iodice (la musica era mia).
Fred era quel che si suol definire un «crooner», nell’accezione più piena del termine, una sorta di Nat King Cole italiano (per me la voce di Cole era ineguagliabile, come, in fondo, quella di Fred per la lingua italiana). Basti pensare che più volte Peppino di Capri (per il quale ho anche composto numerosi brani, fra cui «Champagne») mi ha ripetuto che la voce più adatta ai night-club era senza dubbio quella di Bongusto.
Per Fred ho composto anche «Cantare» (anche qui il testo insieme a Iodice) che volle portare a Sanremo (noi non ci pensavamo minimamente) conseguendo un grande successo nella pubblica esecuzione, tanto che l’Almanacco Panini ebbe a scrivere che, nonostante la canzone vincitrice di quell’anno fosse stata «Adesso tu» di Eros Ramazzotti, il nostro brano fu il più eseguito dalle orchestre durante tutto l’anno successivo… Ovviamente importante fu l’interpretazione magistrale che ne diede Fred nell’occasione. A proposito di quel Sanremo, vorrei ricordare un episodio divertente: Il testo di «Cantare» era piuttosto lungo, e sempre diverso, per cui il buon Fred aveva un po’ di difficoltà a mandarlo giù, tutto a memoria: quindi chiese (e ottenne) un leggio dove gli avevamo scritto il testo a caratteri piuttosto grandi..!
Un’altra bella interpretazione di un mio brano fu quella di «Ammore scumbinato» che fino ad allora avevo solo inciso io personalmente. Anche di «Auguri…» realizzò una bella ed originale versione con una ritmica piuttosto sostenuta (per l’arrangiamento di Jimmy Huskell, che poi, in seguito, arrangiò magistralmente anche «Balliamo»). Tanto per dare un’idea di quanto fosse importante Fred all’epoca voglio sottolineare che Huskell era il più grande (e pagato) arrangiatore d’America…
Comunque di una cosa sono certo: Fred non morirà mai: la sua voce ci accompagnerà per lungo tempo negli anni a venire…