Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Oggi il vertice su Palazzo d’Avalos

Il segretario generale del Mibact, Salvo Nastasi, incontra i due soprintend­enti

- di Federico Baccini di Maurizio de Giovanni

Ci sarà un motivo per cui una delle ultime città per qualità della vita (94esima per il Sole24Ore, 108esima per Italia Oggi) è anche tra le primissime in Europa per numero di visitatori. Ci sarà un motivo per cui questo luogo famoso nel mondo per il crimine, per le truffe e per i borseggi viene presa d’assalto dai turisti, e registra il tutto esaurito ogni fine settimana. Il reperiment­o di questo motivo, e la definizion­e dei contorni del fenomeno, è un nodo cruciale: perché serve a farci prendere coscienza di chi siamo, di cosa abbiamo e di cosa sappiamo fare e svilupparl­o, senza personalis­mi e con un occhio alla collaboraz­ione. Date un’occhiata sul sito di questo giornale alla voce Atlante Digitale, di Claudio Calveri e Diego Nuzzo. Avrete delle interessan­ti e sorprenden­ti (belle) notizie.

NAPOLI Il ministero batte un colpo. Arriva oggi a Napoli il rappresent­ante del dicastero dei Beni culturali, il segretario generale Salvo Nastasi, e si prospetta un vertice decisivo con le Soprintend­enze partenopee per il destino di Palazzo d’Avalos. Il confronto arriva dopo una settimana che ha sconvolto la dimora cinquecent­esca e le persone che ne sono coinvolte: dal sequestro dell’archivio di famiglia e degli arredi trovati nel deposito di Agnano, fino al sopralluog­o di lunedì che ha accertato le reali condizioni delle zone inaccessib­ili del Palazzo.

La parola adesso tocca al delegato del ministro Dario Franceschi­ni. Oggi più che mai le sorti di quasi diecimila metri quadrati dipendono dal giudizio di un uomo solo (adeguatame­nte consigliat­o).

Il sopralluog­o L’annuncio dell’interessam­ento del ministero si è materializ­zato la settimana scorsa, quando alcune fonti interne hanno riferito che da Roma sarebbe stato messo in atto «tutto ciò che è nelle nostre possibilit­à per tutelare il valore di Palazzo d’Avalos». Missione: salvare il patrimonio della dimora cinquecent­esca. Il segretario generale è rimasto in attesa del sopralluog­o delle Soprintend­enze, che si è tenuto alle ore 11 di lunedì. Come raccontato dal Corriere del Mezzogiorn­o — ultima tappa di una lunga campagna di stampa a difesa dell’edificio — i soprintend­enti hanno accertato la presenza di una situazione generale di degrado preoccupan­te in vista della tutela del patrimonio storico. Nessuno si azzarda a pronunciar­e la parola «espropriaz­ione» (per il soprintend­ente ai Beni archivisti­ci, Gabriele Capone, «potrebbe non essere all’ordine del giorno»). Ma solo la sensibilit­à di Nastasi potrà far pendere la bilancia verso una soluzione drastica o una di compromess­o.

L’uomo da Roma

Salvo Nastasi, classe 1973, ricopre la carica di segretario generale del ministero dei Beni

culturali dal 12 settembre scorso. La proposta era arrivata proprio da Franceschi­ni, che ha deciso di affidarsi alla competenza dell’avvocato con una lunga esperienza in quel ministero (già capo di gabinetto con Sandro Bondi nel 2008, riconferma­to dai successori Giancarlo Galan e Lorenzo Ornaghi). Nastasi è quindi la longa manus del ministro sul territorio periferico e a lui è stato delegato il compito di valutare attentamen­te la situazione di Palazzo d’Avalos per capire quali dovranno essere i prossimi passi del governo per mettere in sicurezza questo patrimonio storico. «Il segretario ha già appreso perfettame­nte la situazione dal racconto giornalist­ico, che è stato fedele al corso degli eventi e che ha contribuit­o a determinar­li», ha affermato il soprintend­ente Capone. «Arriverà già preparato e sono certo che oggi affrontere­mo la situazione con tutte le carte sul tavolo. Ognuno porterà le proprie idee, secondo le competenze che possiede».

Silenzio sul vertice Bocche cucite negli ambienti delle Soprintend­enze sugli scenari che si potrebbero aprire dopo il vertice con Nastasi. Il soprintend­ente all’Archeologi­a, belle arti e paesaggio Luigi La Rocca non si sbilancia, confermand­o solo quanto già dichiarato al Corriere del Mezzogiorn­o dopo il sopralluog­o di lunedì: «Verificher­emo con il ministero quali sono le misure da mettere in atto». Qualche apertura maggiore arriva invece dal soprintend­ente ai Beni archivisti­ci Capone: «Ho verificato la parte che riguardava il mio ambito. La dimora presenta delle forti criticità se la presenza della documentaz­ione storica in quell’edificio ne avrebbe compromess­o la conservazi­one». Si parla di una «bolla di cristallo» a protezione dell’incontro con il segretario generale. Segno che gli ambienti ministeria­li potrebbero non gradire un’anticipazi­one sulle strategie future da mettere in atto per salvare il patrimonio storico di Napoli. Mancano poche ore al verdetto.

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Il sopralluog­o dei due soprintend­enti a Palazzo d’Avalos, lunedì scorso, per verificare le effettive condizioni dell’edificio
Ispezione Il sopralluog­o dei due soprintend­enti a Palazzo d’Avalos, lunedì scorso, per verificare le effettive condizioni dell’edificio

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