Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Oggi il vertice su Palazzo d’Avalos
Il segretario generale del Mibact, Salvo Nastasi, incontra i due soprintendenti
Ci sarà un motivo per cui una delle ultime città per qualità della vita (94esima per il Sole24Ore, 108esima per Italia Oggi) è anche tra le primissime in Europa per numero di visitatori. Ci sarà un motivo per cui questo luogo famoso nel mondo per il crimine, per le truffe e per i borseggi viene presa d’assalto dai turisti, e registra il tutto esaurito ogni fine settimana. Il reperimento di questo motivo, e la definizione dei contorni del fenomeno, è un nodo cruciale: perché serve a farci prendere coscienza di chi siamo, di cosa abbiamo e di cosa sappiamo fare e svilupparlo, senza personalismi e con un occhio alla collaborazione. Date un’occhiata sul sito di questo giornale alla voce Atlante Digitale, di Claudio Calveri e Diego Nuzzo. Avrete delle interessanti e sorprendenti (belle) notizie.
NAPOLI Il ministero batte un colpo. Arriva oggi a Napoli il rappresentante del dicastero dei Beni culturali, il segretario generale Salvo Nastasi, e si prospetta un vertice decisivo con le Soprintendenze partenopee per il destino di Palazzo d’Avalos. Il confronto arriva dopo una settimana che ha sconvolto la dimora cinquecentesca e le persone che ne sono coinvolte: dal sequestro dell’archivio di famiglia e degli arredi trovati nel deposito di Agnano, fino al sopralluogo di lunedì che ha accertato le reali condizioni delle zone inaccessibili del Palazzo.
La parola adesso tocca al delegato del ministro Dario Franceschini. Oggi più che mai le sorti di quasi diecimila metri quadrati dipendono dal giudizio di un uomo solo (adeguatamente consigliato).
Il sopralluogo L’annuncio dell’interessamento del ministero si è materializzato la settimana scorsa, quando alcune fonti interne hanno riferito che da Roma sarebbe stato messo in atto «tutto ciò che è nelle nostre possibilità per tutelare il valore di Palazzo d’Avalos». Missione: salvare il patrimonio della dimora cinquecentesca. Il segretario generale è rimasto in attesa del sopralluogo delle Soprintendenze, che si è tenuto alle ore 11 di lunedì. Come raccontato dal Corriere del Mezzogiorno — ultima tappa di una lunga campagna di stampa a difesa dell’edificio — i soprintendenti hanno accertato la presenza di una situazione generale di degrado preoccupante in vista della tutela del patrimonio storico. Nessuno si azzarda a pronunciare la parola «espropriazione» (per il soprintendente ai Beni archivistici, Gabriele Capone, «potrebbe non essere all’ordine del giorno»). Ma solo la sensibilità di Nastasi potrà far pendere la bilancia verso una soluzione drastica o una di compromesso.
L’uomo da Roma
Salvo Nastasi, classe 1973, ricopre la carica di segretario generale del ministero dei Beni
culturali dal 12 settembre scorso. La proposta era arrivata proprio da Franceschini, che ha deciso di affidarsi alla competenza dell’avvocato con una lunga esperienza in quel ministero (già capo di gabinetto con Sandro Bondi nel 2008, riconfermato dai successori Giancarlo Galan e Lorenzo Ornaghi). Nastasi è quindi la longa manus del ministro sul territorio periferico e a lui è stato delegato il compito di valutare attentamente la situazione di Palazzo d’Avalos per capire quali dovranno essere i prossimi passi del governo per mettere in sicurezza questo patrimonio storico. «Il segretario ha già appreso perfettamente la situazione dal racconto giornalistico, che è stato fedele al corso degli eventi e che ha contribuito a determinarli», ha affermato il soprintendente Capone. «Arriverà già preparato e sono certo che oggi affronteremo la situazione con tutte le carte sul tavolo. Ognuno porterà le proprie idee, secondo le competenze che possiede».
Silenzio sul vertice Bocche cucite negli ambienti delle Soprintendenze sugli scenari che si potrebbero aprire dopo il vertice con Nastasi. Il soprintendente all’Archeologia, belle arti e paesaggio Luigi La Rocca non si sbilancia, confermando solo quanto già dichiarato al Corriere del Mezzogiorno dopo il sopralluogo di lunedì: «Verificheremo con il ministero quali sono le misure da mettere in atto». Qualche apertura maggiore arriva invece dal soprintendente ai Beni archivistici Capone: «Ho verificato la parte che riguardava il mio ambito. La dimora presenta delle forti criticità se la presenza della documentazione storica in quell’edificio ne avrebbe compromesso la conservazione». Si parla di una «bolla di cristallo» a protezione dell’incontro con il segretario generale. Segno che gli ambienti ministeriali potrebbero non gradire un’anticipazione sulle strategie future da mettere in atto per salvare il patrimonio storico di Napoli. Mancano poche ore al verdetto.