Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Battiston: sul palco del Nuovo mi sento a casa
«Quando sono sul palco del Nuovo mi sento a casa. Sono anni che frequento Napoli e i suoi teatri e il rapporto che qui si crea con il pubblico, sempre attento, mai superficiale, mi ha sempre gratificato più che altrove». Il biglietto da visita è di Giuseppe Battiston, l’attore friulano, molto noto anche per ruoli sul grande schermo, che sempre più spesso lavora con produzioni partenopee come Nuovo Teatro e Ipocriti o con registi come Mario Martone, ricordiamo il magnifico «La morte di Danton» al Politeama nel 2017. Stavolta, alle 21 a Montecalvario con «Orson Welles’ Roast» gli toccherà entrare invece nei panni del grande regista americano. «È ancora un “biopic” – continua Battiston - che attraverso l’ironia, il “roast” appunto con cui il protagonista mette sulla graticola i personaggi di cui si parla, racconta di un artista straordinario per il quale nulla era come sembra e nella cui opera realtà e magia si confondevano di continuo, creando un
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Il rapporto che qui si crea con il pubblico, sempre attento, mai superficiale, mi ha sempre gratificato più che altrove
immaginario parallelo». Il testo è dello stesso Battiston con Michele De Vita. «Lo abbiamo tratto da alcune interviste al regista, e ci restituisce aneddoti della sua vita attraverso le iniziali riflessioni sul cibo, per poi parlare della carriera teatrale, della fortunata trasmissione radiofonica e, infine, del suo musical su Cole Porter». Un po’ come è successo anche con la figura di Churchill, in un altro spettacolo già visto proprio al Nuovo. «Sì, ma con necessità diverse. Perché nel caso dello statista inglese mi interessava una riflessione sul significato di fare politica in quel tempo proiettandosi sempre nel futuro. Mentre con Welles mi interessava la sua capacità di creare col niente e in piena autonomia. Penso alla sua lucida denuncia sul ruolo che avrebbero sempre più avuto i mass media».