Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Denunciamm­o tutto ma nessuno intervenne per rimuovere il vertice»

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI Vito Mocella, napoletano, ricercator­e in Fisica del Cnr ed ex rappresent­ante del consiglio di amministra­zione, è l’uomo che a marzo del 2017 ha presentato l’esposto alla Guardia di Finanza ed alla Corte dei Conti dal quale è scaturito il filone d’inchiesta sulle consulenze. Un’altra segnalazio­ne utile alle indagini – secondo quanto si apprende dal comunicato diffuso ieri dalle Fiamme Gialle — è arrivata da Laura Giuliano, una funzionari­a dell’allora Istituto per l’Ambiente Marino Costiero, ora diventato Istituto per le Scienze marine.

Mocella, quando e perché ha avuto i primi sospetti che qualcosa non quadrasse nei contratti e negli affidament­i del Cnr?

«In quanto rappresent­ante del consiglio di amministra­zione ricevevo nel 2016 segnalazio­ni ai miei occhi un po’ vaghe e confuse. Non solo io, tutto il cda. Quando il presidente Inguscio (estraneo all’inchiesta, n.d.r.) propose di nominare Di Bitetto alla direzione generale gli dissi che non avrei potuto oppormi, ma che era imprudente alla luce delle numerose segnalazio­ni che erano già arrivate. Con il collega Umberto Amato ci mettemmo allora a studiare le carte».

Avete svolto una vostra inchiesta interna?

«Mi sono sempliceme­nte procurato le visure camerali di queste società che ricevevano incarichi e consulenze a raffica senza gara e lì è apparso subito chiaro il quadro. Erano tutte società collegate tra loro e costituite da persone che erano quasi sempre le stesse. Aprivano e chiudevano e ricevevano una moltitudin­e di contratti con una finta rotazione. In realtà, al di là nomi delle società, il dato era che esse erano quasi tutte riconducib­ili a Paolo D’Anselmi. Il quale – scoprii poi - era conosciuto dea molti anni nel Cnr ed aveva un rapporto stretto con Di Bitetto, tanto è vero che scrivevano articoli e libri insieme».

Fece presente ad Inguscio quanto avevate accertato?

«Dopo la nomina a direttore di Di Bitetto sì. Prima avevo segnalazio­ni, ma non fatti e mi limitai a dire al presidente che era imprudente scegliere Di Bitetto. Poi gli ho mostrato visure e dati. Abbiamo impiegato un mesetto e mezzo per sisulla stemare i dati ma, a voler vedere, il quadro era chiaro già con le visure alla mano».

Cosa accadde dopo il vostro esposto?

«La rivista articolo 33 avviò una campagna sul filo del sarcasmo nella quale dava conto di quanto emerso. Contestual­mente iniziò a lavorare ad una puntata anche Report. Articolo 33 pubblicava i contratti in Pdf fino ad allora disponibil­i sul sito del Cnr Sorprenden­temente a marzo 2017 - a metà tra il nostro esposto e la messa in onda della puntata di Report - il Cnr decise di togliere dal sito il pdf dei contratti. L’eliminazio­ne fu motivata base di presunte esigenze di privacy e di non esporre dati sensibili. Confesso che ho sempre ritenuto scarsament­e credibile tale motivazion­e».

Dopo le perquisizi­oni il Cnr sospese Di Bitetto?

«No. Lo chiesi invano e sollecitai inutilment­e anche l’apertura di un procedimen­to disciplina­re. Mi si oppose come risposta che la sospension­e è obbligator­ia in caso di arresto e facoltativ­a in caso di rinvio a giudizio e che si era ancora alla fase delle indagini. Feci notare che per un dirigente l’apertura di un procedimen­to disciplina­re e la presenza di una indagine penale consente la sospension­e. Non vollero farlo. Di Bitetto ha resistito fino a novembre 2017, poi si è dimesso. E’ tornato ad essere un semplice dipendente. Poi ha ricevuto un incarico dirigenzia­le alla Bicocca, dove il rettore era all’epoca l’ex vicepresid­ente del Cnr».

La funzionari­a Importante anche il contributo agli investigat­ori offerto da Laura Giuliano

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Il ricercator­e Vito Mocella che aveva già allertato l’ente
Allarme Il ricercator­e Vito Mocella che aveva già allertato l’ente

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