Corriere del Mezzogiorno (Campania)

In Campania la tassa rifiuti più cara d’Italia

La media è di 421 euro a famiglia contro i 190 del Trentino. Napoli, Caserta e Salerno nella top ten

- Espedito Vitolo

Strade piene di immondizia e la tassa sui rifiuti più alta d’Italia. I cittadini della Campania hanno di che lamentarsi visto che sono ancora costretti a vivere con sei milioni di ecoballe «spiaggiate» sul territorio e chissà quante discariche abusive sotterrate dai clan. Per non parlare poi della Terra dei fuochi. La media nazionale della tassa è di 300 euro nel 2019 ma con differenze territoria­li molto marcate: la regione più economica è il Trentino Alto Adige, con 190 euro, la più costosa, appunto, la Campania con 421 euro.

La classifica stilata dall’Osservator­io prezzi e tariffe di Cittadinan­zattiva

(disponibil­e online, gratuitame­nte dietro registrazi­one, sul sito www.cittadinan­zattiva.it.), mette in risalto come siano le città del Sud a pagare le tariffe più alte. Ad esempio è Catania il capoluogo di provincia più costoso (504 euro e un aumento del 15,9% rispetto al 2018).

Questa la classifica completa Catania (504 euro), Cagliari (490), Trapani (475), Benevento (471), Salerno (467), Napoli (455), Reggio Calabria (443), Siracusa (442), Agrigento (425), Messina (419). Le tre campane, conme si vede, sono al quarto, quinto e sesto posto della top ten delle più care. Di contro Le città più economiche sono, condue sole eccezioni, tutte del Nord: la tassa costa 121 euro a Potenza, 167 a Udine, 168 a Belluno, 181 a Pordenone, 184 a Vibo Valentia, 185 a Isernia, 186 a Bolzano, 191 a Brescia, 193 a Verona, 195 a Trento e Cremona.

A Matera, città capitale della cultura, l’incremento più elevato (+19,1%). Dividendo poi i dati per macroregio­ni si nota che i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro), segue il Centro (299 euro), infine il Sud, più costoso (351 euro). In Basilicata la media è di 221 euro a famiglia, ma si passa dai 121 di Potenza, dove la tariffa si è abbassata del 13,7%, ai 320€ di

Matera dove, come detto, c’è stato un incremento record del 19,1%. Secondo il sondaggio più di due famiglie su tre (precisamen­te il 68,2%) ritengono di pagare troppo per la raccolta dei rifiuti: la percentual­e sale all’83,4% in Sicilia, segue l’Umbria con l’80,2%, la

Puglia con il 79,1%, la Campania con il 78,4%. Solo il 60% delle amministra­zioni comunali o delle aziende che gestiscono il servizio ha elaborato e reso disponibil­e la Carta dei servizi. Solo due su tre indicano il tipo di raccolta effettuata, la metà esplicita la frequenza con cui è praticata. «E al cittadino non è dato sapere con che frequenza vengono igienizzat­i i cassonetti (lo indica appena il 47% delle Carte), pulite le strade (37%) o svuotati i cestini per strada (25%)», sottolinea Cittadinan­zattiva.

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Scenario Quanto accade ciclicamen­te nei pressi del museo Madre di Napoli: rifiuti alla rinfusa

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