Corriere del Mezzogiorno (Campania)

E oggi arriva Gattuso, «terrone, brutto e nero» che piace al presidente

Per combattere i pregiudizi si definiva così. La moglie è di Napoli

- Di Monica Colombo

Ibrahimovi­c

Lo conosco come compagno, ha fame di vittoria Se vado in guerra me lo porto, e non ce ne sono tanti come lui

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Il candidato principe a raccoglier­e l’eredità di Re Carlo è stato anche un suo allievo

«Gli ho allungato la vita da allenatore. Dopo le esperienze poco felici al Pisa e all’Ofi Creta, rischiava di scomparire. Invece contro lo scetticism­o generale ebbi il coraggio di promuoverl­o dalla Primavera alla prima squadra del Milan». Massimilia­no Mirabelli, ex responsabi­le dell’area tecnica del Diavolo, nutrì l’intuito di affidare nel novembre del 2017 la conduzione del Milan a Rino Gattuso. «Mi ricordo ancora quanti sorrisetti per aver allontanat­o Montella ed aver promosso Rino. Ora per lui potrebbero aprirsi le porte di una grandissim­a opportunit­à di carriera. Lo dicevo io che sarebbe diventato un grande allenatore».

Il candidato principe a raccoglier­e l’eredità di Carlo Ancelotti condivide con l’ex maestro ricordi e trionfi. «Rino per me è stato come un fratello» ha raccontato l’attuale (precario) tecnico del Napoli. Più diversi come modus operandi però non potrebbero essere. Tanto è riflessivo, incline alla sdrammatiz­zazione, leggerment­e ironico Carletto, tanto è istrionico, capopopolo, esagerato nell’esternare le proprie emozioni Rino.

Legatissim­o alle proprie origini calabresi (non è un caso che il rapporto con Mirabelli nel periodo milanista fosse simbiotico fra Milanello e la nduja a cena), Rino è stato adottato dal Nord. Da giocatore scelse di abitare a Gallarate, a pochi chilometri dal centro sportivo, e da lì non ha mai spostato la moglie Monica e i figli Gabriela e Francesco. Anzi ha aperto una pescheria (all’inaugurazi­one fra la folla si presentò anche David Beckham), sfruttando l’attività di depurazion­e e allevament­o dei molluschi che ha a Corigliano Calabro. Non solo: è diventato punto di riferiment­o per i gourmet della zona con il ristorante Posteria San Rocco dove trascinò addirittur­a Gordon Singer, il rampollo della famiglia proprietar­ia del fondo Elliott. La moglie Monica, conosciuta a Glasgow ai tempi in cui Gattuso giocava nei Rangers e il papà di lei aveva un ristorante, è di origini napoletane. Non è un caso che Rino abbia trascorso molte estati in Costiera, dove Monica possedeva una villa a Riviera Massa, specie nel periodo in cui giocava nella Salernitan­a. La prima a essere felice del potenziale trasferime­nto sotto il Vesuvio sarebbe proprio la moglie di Rino.

La carriera in panchina di Gattuso è stata in salita, quasi al limite del masochismo. Prima l’ esperienza al Sion dove ha iniziato da giocatore, poi l’avventura a Palermo dove si è scontrato con le ingerenze di Zamparini. All’Ofi Creta ha dovuto staccare assegni per un totale di 50 mila euro per garantire alla squadra lo stipendio di Natale, mentre a Pisa ha tenuto il timone della nave in burrasca nel bel mezzo di una cessione societaria. Al Milan si è scontrato con Leonardo, con il quale il rapporto non è mai decollato, e pur essendo adorato da giocatori e pubblico, stremato alla fine della stagione, ha lasciato il club amore di una vita. «Sono terrone, brutto e nero» disse in una conferenza stampa a Milanello per spiegare i pregiudizi che lo hanno accompagna­to nella sua carriera da giocatore prima e allenatore poi. Rino l’anti-Salvini («gli dico di pensare alla politica perché in Italia abbiamo problemi gravi» ribattè Gattuso dopo una critica sul gioco del leader della Lega) forse è davvero l’uomo giusto per Napoli.

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«Ringhio» Gattuso in panchina Qui a lato con Ancelotti e Berlusconi

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