Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Esami da avvocato Ressa ai cancelli e 4 ore di ritardo
Levataccia per i candidati: «Svegli dalle cinque di stamane». Controlli per evitare irregolarità
Trolley al seguito per trasportare i codici ammessi in aula, sguardo un po’ assonnato ed un po’ preoccupato; ieri mattina gli aspiranti avvocati, quattromila candidati, si sono presentati di buon mattino alla Mostra d’Oltremare per sostenere la prova di abilitazione alla professione.
Trolley al seguito per trasportare i codici ammessi in aula, sguardo un po’ assonnato ed un po’ preoccupato; ieri mattina gli aspiranti avvocati si sono presentati di buon mattino alla Mostra d’Oltremare per sostenere la prova di abilitazione alla professione. Tra i padiglioni, auto della Guardia di finanza e della polizia. C’è chi, nella città paralizzata dal traffico e dall’annunciato sciopero dei trasporti pubblici, ha impiegato anche due ore per raggiungere piazzale Tecchio in auto.
«Per l’ansia — racconta Isabella Coppola, uno dei 4.026 aspiranti avvocati ai blocchi di partenza — e soprattutto per il timore di arrivare in ritardo sono sveglia dalle cinque di stamane. Abito a Torre del Greco e mi sono mossa in auto. Trovare un parcheggio è stata una impresa». Lunghe code e tempi di attesa davanti ai tre padiglioni della prova si sono dilatati all’inverosimile: la consegna dei compiti ai candidati è avvenuta intorno a mezzogiorno, ben quattro ore dopo l’orario stabilito per l’ingresso. A chi, tra i presenti, ieri aveva partecipato il primo ottobre anche al maxi concorso della Regione sarà forse sembrata una riedizione di quanto accadde all’epoca. Stavolta, però, non ci sono state le tensioni e le proteste che caratterizzarono quella giornata. Non è, d’altronde, la prima volta che gli aspiranti avvocati devono fare i conti con le lungaggini delle procedure di identificazione e dei controlli per evitare che in aula siano introdotti smartphone o dispositivi elettronico.
Anche un anno fa, infatti, i compiti furono distribuiti ai candidati circa quattro ore più tardi dopo l’orario di convocazione. In tarda mattinata, quando i cancelli della Mostra sono chiusi e già tutti i candidati sono in aula alle prese con i compiti, all’esterno oltre i cancelli rimane qualche genitore in trepidante attesa che esca il figlio. Lunga, peraltro, perché i primi esaminandi hanno cominciato ad andare via intorno alle 16.30 e gran parte dei futuri avvocati ha sfruttato fino all’ultimo le sei ore concesse per lo svolgimento delle tracce proposte dalla commissione. I risultati delle prove scritte e la graduatoria degli ammessi agli orali saranno noti tra un bel po’ di mesi, in primavera. Un anno fa solo il 39,70% ha superato la prova scritta. Su 3.600, ben 2.200 furono bocciati. Due anni fa furono promossi agli scritti 1.381 partecipanti su 4.195, il 32.92%.
È una tendenza, d’altronde, ormai consolidata. Se fino ad una quindicina di anni fa le bocciature rappresentavano l’eccezione alla regola, ora mediamente non si va oltre il 40% degli ammessi all’orale. Va così da quando la correzione dei compiti è affidata a commissioni che ricadono in una Corte di appello differente rispetto a quella di Napoli. In genere Roma o Milano. Recentemente le prove di abilitazione alla professione forense sono finite nel mirino della Procura della Repubblica di Napoli che indaga su presunti brogli che si sarebbero verificati nel 2017. Ci sarebbe stato — ma la vicenda è ancora al vaglio degli inquirenti — un accordo corruttivo tra impiegati del ministero della Giustizia che organizzavano le prove due anni fa e qualche partecipante che avrebbe pagato 4.000 euro per avere in anteprima il testo dei compiti. Cinque gli indagati, due dei quali dipendenti del ministero della Giustizia. Il fascicolo è affidato al pubblico ministero Ida Teresi.