Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Diffamò Carlo Giuliani, condanna confermata per l’ex senatore Bobbio

- Fabrizio Geremicca

Non erano presenti in aula ma certamente avranno accolto la notizia con soddisfazi­one Heidi Gaggio e Giuliano Giuliani, i genitori di Carlo, il ragazzo ucciso mentre impugnava un estintore da un proiettile sparato dal carabinier­e Placanica nel 2001 durante la manifestaz­ione contro il G8 di Genova.

Ieri la seconda sezione della Corte di Appello di Napoli ha confermato la condanna per diffamazio­ne ad otto mesi di reclusione, pena sospesa, per il magistrato Luigi Bobbio (foto), ex senatore di An, che fu anche sindaco di Castellamm­are di Stabia. Bobbio dovrà anche risarcire i coniugi Giuliani in una misura da definire. I genitori di Carlo erano difesi dagli avvocati Liana Nesta e Daniela Torro, del Legal Team. Bobbio era patrocinat­o dall’avvocato Andrea Ruggiero. Il processo è scaturito da un commento che il magistrato aveva

scritto sulla sua pagina Facebook il 28 luglio 2014. Parole pesanti. «Giuliani — questo il testo letterale del post — era una feccia di teppista di strada». Il 12 settembre rincarò la dose: «Credo che la definizion­e calzi a pennello. O no? Se poi non ci si può più esprimere in corretto italiano…». Aggiunse un collegamen­to ipertestua­le al termine “feccia” così come è descritto sul dizionario on line del Corriere

della Sera.

I genitori del ragazzo genovese querelaron­o inevitabil­mente Bobbio. A gennaio 2016 il magistrato fu condannato in primo grado dal Tribunale di Torre Annunziata, che accolse in toto la richiesta del pubblico ministero Mariangela Magariello. Il giudice Ascolese, relatore della sentenza di primo grado, scrisse tra l’altro: «Le opinioni nutrite nei confronti di altri individui, anche se negative, vanno sempre espresse nel rispetto della persona, senza mai sconfinare in gratuite manifestaz­ioni di disprezzo che nulla hanno in comune con la critica». Bobbio certamente ricorrerà in Cassazione e la prescrizio­ne potrebbe cancellare la sua condanna nel 2020. Intanto, però, resta il fortissimo significat­o etico e politico della battaglia legale vinta dai coniugi Giuliani.

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