Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Safari alla Biblioteca Nazionale Elefanti, tigri, antilopi e l’unico asino nubiano d’Italia

In origine le raccolte si trovavano custodite all’interno della Reggia di Capodimont­e

- di Natascia Festa

C’è un asino in biblioteca. E non è una metafora. Si tratta di quel che resta dell’unico esemplare di asino selvatico nubiano presente in Italia, testimonia­nza di una specie quasi del tutto estinta. È soltanto una delle sorprenden­ti notizie tratte dai risultati di uno studio realizzato grazie a un accordo tra la direzione della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele di Napoli con il Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell’Università Federico II. Gli zoologi Tommaso De Francesco, Ivano Adamo e Sergio Duraccio, in collaboraz­ione con Spartaco Gippoliti, esperto di mammiferi africani della Società Italiana per la Storia della Fauna Altobello, hanno analizzato il fondo donato alla Biblioteca Nazionale di Napoli nel 1947 da Elena d’Orléans, duchessa d’Aosta.

«All’interno del Fondo Aosta — dice Francesco Mercurio, direttore della Biblioteca — affissi alle pareti di due stanze di quello che era lo studio privato di Ferdinando II di Borbone, sono conservati, insieme ad un ricco patrimonio librario, fotografic­o, numerosi reperti etnologici, alcuni trofei di caccia frutto dei viaggi in Africa di Elena d’Orléans, hanno alto valore storico e scientific­o e rientrano nel più ampio contesto delle esplorazio­ni geografich­e italiane a cavallo tra il diciannove­simo e i primi decenni del ventesimo secolo. Affidare ad un’équipe di esperti lo studio e la catalogazi­one dei reperti conservati nella biblioteca ha lo scopo di approfondi­rne la rilevante importanza zoologica e naturalist­ica e di aumentarne la fruibilità. Il progetto rientra nella musealizza­zione delle sale storiche del II piano della biblioteca».

Tra gli altri «animali da biblioteca» — ben 149 — ci sono la pelle di una tigre catturata in India, una testa montata di elefante africano, una pelle di giraffa di Rothschild, una rappresent­anza di ecotipi differenti di bufalo africano e di kobi, antilopi e gazzelle assai rare. I reperti sono stati ordinati e numerati, analizzati e catalogati, selezionan­do le specie. Il loro esame si è incrociato con lettura dei diari di viaggio da cui son stati ricavati dati per individuar­e la provenienz­a degli esemplari.

Il fondo Aosta, che è stato aperto solo in rare occasioni — una speciale visita guidata è stata offerta l’anno scorso alla community di CasaCorrie­re — è finalmente visitabile tutti i giorni ma solo previa prenotazio­ne. E svela una collezione libraria di oltre 11mila volumi e opuscoli, una inedita Raccolta africana e una notevole Raccolta fotografic­a: 9800 scatti databili tra il 1890 ed il 1930, di alcuni dei quali si conservano i negativi su lastra; viaggi certo, ma anche momenti di vita privata della famiglia e attività umanitaria della duchessa. Nelle Sale Manoscritt­i, poi, è custodito un piccolo nucleo di testi orientali e spagnoli e un centinaio di carte geografich­e soprattutt­o africane.

Le raccolte si trovavano originaria­mente nella Reggia di Capodimont­e, residenza dei Duchi di Savoia-Aosta e dei figli, da quando Emanuele Filiberto aveva assunto il comando del X Corpo d’Armata di

Napoli. Il fondo proviene da lì e alla Nazionale sono pervenute anche le librerie di abete, i mobili e agli arredi della biblioteca privata di Elena d’Aosta insieme alla straordina­ria raccolta di cimeli e trofei di caccia oggi illustrati da pannelli esplicativ­i con il nome scientific­o e volgare delle specie e altre informazio­ni, una narrazione che puntella questa ritrovata wunderkamm­er (camera delle meraviglie).

Qui sono entrati in campo gli zoologi che hanno preso in esame gli animali «tassidermi­zzati» ovvero impagliati e i trofei di caccia esposti nella Sala d’Africa insieme con idoli, gong, oggetti di artigianat­o indigeno, minerali, asce, pugnali, lance e fucili. È un vero safari in biblioteca.

Franco Mercurio

In questo modo abbiamo migliorato la conoscenza di un patrimonio importanti­ssimo ma anche aumentata la sua fruibilità

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 ??  ?? Alcuni dei trofei di caccia conservati nella sala del Fondo Aosta all’interno della Biblioteca Nazionale di Napoli Si tratta di un luogo che veniva aperto al pubblico solo in rare occasioni ma ora si può visitare dietro prenotazio­ne
Alcuni dei trofei di caccia conservati nella sala del Fondo Aosta all’interno della Biblioteca Nazionale di Napoli Si tratta di un luogo che veniva aperto al pubblico solo in rare occasioni ma ora si può visitare dietro prenotazio­ne
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