Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’evento Fibule, anelli e coppe Dopo venti anni la necropoli sannita riapre sotto la Reggia

Caserta, via alle visite delle tombe (IV secolo a.C.)

- dall’inviato Angelo Agrippa

Non c’è soltanto la Reggia, con i suoi appartamen­ti, il primo bidet che si conosca al mondo, l’ascensore a corda voluto dal re Borbone, il gioiello del teatro di Corte, l’immenso Parco con la cascata ed il Torrione, la fontana che rievoca il mito di Diana e Atteone, il magico Giardino inglese e le sue ricchezze disvelate.

C’è tanto, tantissimo, che ancora resta sepolto nei depositi del complesso vanvitelli­ano di Caserta o addirittur­a negletto per mancanza di spazi espositivi organizzat­i e di personale (è il caso della collezione di arte contempora­nea Terrae Motus che continua a non trovare pace in una sistemazio­ne definitiva ed adeguata, rischiando di trasformar­si in una sorta di malanno cronico invece di fare esplodere tutto il suo valore artistico). Ora, però, riapre al pubblico dopo venti anni di oblio la necropoli sannitica, situata nel sotterrane­o del Palazzo Reale, accanto a quello che fu il Museo dell’Opera e del Territorio, costato alcune decine di miliardi delle vecchie lire, con ben trentadue sezioni estese su circa 10 mila metri quadrati, che avrebbe dovuto raccoglier­e modelli, oggetti, cartografi­e per documentar­e l’attività di Vanvitelli e la storia dell’area casertana, ma sopravviss­uto per pochissimo tempo, negli anni ’90, alla data della sua inaugurazi­one.

Anzi, fu proprio nel corso dei lavori di scavo eseguiti nel secondo cortile della Reggia che vennero alla luce sette tombe a cassa di tufo. Il tratto di necropoli esplorato, databile intorno alla seconda metà del IV secolo a.C., presentò caratteri ed elementi del corredo funebre comuni alle tante necropoli rinvenute nell’area atellana, capuana e intorno all’antica Calatia: con la olla contenente le offerte per il defunto, lo stamnos ed un servizio da tavola a vernice nera, di piccole dimensioni, composto prevalente­mente da coppe, bocchette, gutti e contenitor­i di profumi ed unguenti. Delle tombe oggi nuovamente visibili, tre di esse presentano oggetti di ceramica a figure rosse, in particolar­e un piatto da pesce di fabbrica capuana di pregevolis­sima fattura che è possibile ammirare in una delle teche allestite nei sotterrane­i. Una tomba raccogliev­a molto probabilme­nte le spoglie di una donna, data la presenza di due fibule di bronzo e di un anellino a fascetta.

«È importante — hanno commentato dalla direzione della Reggia di Caserta — ampliare l’offerta museale e restituire alla collettivi­tà importanti frammenti di storia. I visitatori, esclusivam­ente in queste occasioni, potranno accedere al piano interrato della Reggia e calarsi, così, in una atmosfera unica e suggestiva. Lasciati i luminosi ambienti barocchi del complesso vanvitelli­ano ci si addentrerà in un luogo primitivo che conserva sette tombe del IV secolo a.C. Sarà possibile osservare anche i resti ossei rinvenuti, in particolar­e quelli di un teschio e di uno scheletro, e parte del corredo funerario». La prima apertura al pubblico straordina­ria avverrà domani, giovedì 12 dicembre, dalle 17 alle 19. Saranno in tutte sei le aperture straordina­rie: le visite guidate si terranno, inoltre, il 15, il 19, il 22, il 26 e il 29 dicembre sempre dalle 17 alle 19.

Due i turni di visita per ciascuna giornata: il primo alle 17 e il secondo alle 18 (prenotazio­ne obbligator­ia al link: tombesanni­tiche12dic­embre2019.eventbrite.it).

La partecipaz­ione alle visite guidate rientra nel costo ordinario del biglietto di ingresso.

Al pubblico

Si potrà accedere al piano interrato in un’atmosfera unica e suggestiva

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 ??  ?? Sepolture sannitiche In alto, gli scavi avviati negli anni 90 al piano interrato delle Reggia. Sopra, il vasellame e sotto le sette tombe risaslenti al IV sec. a.C.
Sepolture sannitiche In alto, gli scavi avviati negli anni 90 al piano interrato delle Reggia. Sopra, il vasellame e sotto le sette tombe risaslenti al IV sec. a.C.

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