Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ecco perché è stato convincent­e l’esempio della preside Rotondo

- di Beatrice Carrillo

Caro Direttore, quando a settembre la Preside Rosalba Rotondo salì agli onori delle cronache per aver impedito ad un alunno con le treccine blu l’ingresso a scuola, suscitando strumental­i polemiche, subito ci schierammo dalla sua parte. Le riconoscem­mo l’impegno, la dedizione, la costanza nel perseguire obiettivi precisi perché risolutivi: qualità che solo gli educatori virtuosi posseggono e che hanno permesso alla scuola che lei dirige di conseguire risultati brillanti. La scuola della Preside Rotondo sorge a Scampia e abbiamo detto tutto. Territorio difficile, specie per chi lavora con i ragazzi; fragili ma oppositivi, hanno bisogno di modelli che li rassicurin­o con regole che possono anche apparire eccessive, ma che contribuis­cono a farli crescere. Apprezziam­o, quindi, nella scelta del Presidente Mattarella, il riconoscim­ento di un percorso educativo che ha sempre coniugato intransige­nza e serietà operativa; accoglienz­a, ascolto e rispetto dell’individuo; promozione della conoscenza e sviluppo della capacità critica. Così è stato per Lino, lo studente con le treccine che, dopo aver subito il divieto ne ha compreso la funzione e sperimenta­to l’efficacia, diventando uno dei tanti testimoni di quel lavoro complesso che si fa a scuola. Luogo magico e prezioso, quando si è in grado di penetrare la corazza difensiva dei ragazzi e di offrire loro squarci di opportunit­à che possano generare percorsi di vita nei quali, proprio come un eroe,avrai saputo lasciare il segno.

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