Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Baby gang, attacco alla polizia
Petardi e pietre contro gli agenti, costretti a indietreggiare tra gli insulti. Il questore: inaccettabile
Sono scene da guerriglia urbana quelle immortalate in un video postato su Facebook. Immagini che lasciano poco spazio all’immaginazione e che raccontano di una sassaiola nei confronti di cinque agenti di polizia intervenuti nel borgo di Sant’Antonio Abate, nei pressi di Porta Capuana, per impedire l’accensione del tradizionale cippo di Sant’Antonio (il focarazzo), il tipico falò che da qualche anno a questa parte sta diventando una vera e propria piaga. La baby gang protagonista dell’attacco lancia oggetti e petardi contro i poliziotti che, muniti di scudi di protezione, indietreggiano tra le risate di scherno, le urla di alcuni passanti e i cori contro la polizia. «Un fatto inaccettabile», ha tuonato il questore dim Napoli Alessandro Giuliano.
Sono scene da guerriglia
NAPOLI urbana quelle immortalate in un video postato su Facebook. Immagini che lasciano poco spazio all’immaginazione e che raccontano di una sassaiola nei confronti di cinque agenti di polizia intervenuti nel borgo di Sant’Antonio Abate, nei pressi di Porta Capuana, per impedire l’accensione del tradizionale cippo di Sant’Antonio (il focarazzo), il tipico falò che da qualche anno a questa parte sta diventando una vera e propria piaga.
Polizia e carabinieri già dalla mattinata di venerdì avevano avviato una serie di servizi di prevenzione per evitare che venissero appiccate le fiamme in zone centrali della città, mettendo a repentaglio l’incolumità di persone e cose. Una guerra snervante, spesso combattuta contro baby gang, fatta di sequestri di legna accantonata in luoghi nascosti e di presidio di vicoli e piazze. E proprio loro sono i protagonisti dell’attacco ai poliziotti nel borgo di Sant’Antonio: dalle scene, riprese presumibilmente da un abitante della zona, si vedono ragazzini che lanciano oggetti e petardi contro le forze dell’ordine che, muniti di scudi di protezione, indietreggiano tra le risate di scherno, le urla di alcuni passanti e i cori contro la polizia.
«Un fatto inaccettabile — ha detto in merito il questore di Napoli Alessandro Giuliano — su cui sono state da subito avviate indagini e che la dice lunga su quanto lavoro ci sia ancora da fare. Non posso che congratularmi con i miei collaboratori per l’equilibrio e il sangue freddo con cui hanno fronteggiato questa difficile situazione». In effetti in una vicenda del genere, qualsiasi decisione diversa sarebbe potuta essere difficile da gestire, soprattutto perché innescata da minorenni che, nonostante la tenera età, non hanno esitato a lanciare oggetti di ogni genere contro i poliziotti e cantare cori sbeffeggianti.
Ad assistere divertiti alla scena anche molti adulti, che invece di intervenire per bloccare l’aggressione ridevano sornioni per la reazione violenta della baby gang. «Cinque agenti di polizia costretti a indietreggiare e difendersi con gli scudi da oggetti e petardi lanciati nella loro direzione da ragazzini inferociti e invasati nell’indifferenza degli adulti», ha detto Francesco Emilio Borrelli, consigliere campano dei Verdi, al quale è stata inviata la videodenuncia.
Sull’accaduto sono intervenuti i sindacati di polizia Siulp, Coisp, Silp-Cgil, Fsp. «I colleghi sono stati costretti a indietreggiare — affermano i segretari generali in una nota congiunta — vanno plauditi, in quanto professionali nel loro intento di prevenzione. Politicamente però è opportuno sottolineare che lo status sociale della nostra città è diventato invivibile e — senza una ferma decisione politica di coinvolgere la cittadinanza in prove di civiltà e attenzione nei confronti dei tutori dell’ordine e di attenzione alle norme — il nostro lavoro e la nostra opera di pacificazione e di prevenzione diventa alquanto inutile. Crediamo che occorra la massima collaborazione tra Stato, Comune e assistenti sociali affinché si radichi in questa cittadinanza malriuscita il seme della civiltà».
Prevenzione
I militari sono intervenuti per limitare l’accensione dei tradizionali ceppi, ritenuti molto pericolosi