Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bonifiche a Bagnoli, il presidente del Cus: «Evitiamo che sia ancora un fallimento»

Cosentino critico sugli interventi

- Donato Martucci

NAPOLI Lunedì a Bagnoli sarà presentato il progetto #RilancioBa­gnoli per la bonifica e la rigenerazi­one urbana dell’area ex Italsider. Tra gli interventi di bonifica più importanti previsti dal piano ci sono la rimozione dell’amianto dall’ex area Eternit al costo di 20 milioni di euro e durerà circa 470 giorni da un’area di circa 16 ettari. Prevista anche la rimozione della colmata a mare sulla spiaggia di Bagnoli.

Le operazioni sono pronte a partire dopo il dissequest­ro dell’area da parte della magistratu­ra avvenuta nel luglio scorso. Il professor Elio Cosentino, presidente del Cus Napoli dal 1985, struttura sportiva attigua all’Italsider, stella d’oro al merito sportivo, è estremamen­te critico su questa nuovo intervento a Bagnoli.

Presidente Cosentino cosa ne pensa di questa nuova iniziativa?

«Tutto inutile, un ulteriore spreco di soldi. Conosco la storia di tutta l’area come le mie tasche. Sono 25 anni che sento parlare di soluzione del problema. So che questo tipo di interventi non hanno ragione di esistere. Ripeto, sono soldi gettati a mare».

Può spiegarci perché è così convinto di ciò che afferma?

«Se la bonifica non parte dalla “testa”, il resto è inutile. È come ristruttur­are un palazzo e iniziare dal tetto e non dalle fondamenta. Se non si interviene a monte dell’inquinamen­to, qualsiasi opera di bonifica sarà del tutto inutile».

Quindi lei sa dove andrebbero fatti gli interventi.

«Il materiale di risulta nocivo che è stato scaricato dai camion intorno all’area del complesso dello sport, circa sei ettari, è sempre lì e da lì parte tutto. Quello che raccogliev­ano dall’altra parte della strada, l’hanno utilizzato per l’intermonta­na, mentre l’altra area destinata all’Università, agli impianti sportivi, è stata completame­nte abbandonat­a ed è lì che c’è altro amianto. Per non parlare di altri sprechi. C’era un parco giochi, ora il nulla. È stato tutto asportato: è rimasto solo cemento armato. Un’assurdità».

Cosa può accadere se non si interviene in quell’area da lei indicata?

«Le piogge fanno scendere tutto l’amianto, estratto nell’area proprio di fronte al Cus, nelle falde acquifere oppure nelle fogne e chiarament­e si riversa tutto in mare, che è sempre più inquinato. È un cane che si morde la coda. Ecco perché ritengo inutile questo tipo di bonifica se non si parte dall’origine dell’inquinamen­to».

E i problemi quindi li avete anche voi al Cus, visto che quell’area densamente inquinata è confinante con la vostra struttura sportiva.

«Abbiamo inviato una lettera di diffida per cercare di risolvere il problema degli alberi che crescono rigogliosi a ridosso del nostro campo da golf. Devono potarli, sono malati e possono trasmetter­e diossina. Abbiamo rasato il più possibile l’erba dal prato: spendiamo risorse ma non sono ancora intervenut­i. Prima l’area era sotto sequestro e quindi non si poteva entrare. Ora però non ci sono scuse e la cosa va risolta in breve termine».

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Presidente Elio Cosentino Al lato, uno degli impianti del Cus Napoli

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