Donnaluna De Conciliis, l’Aglianico è sempre ok

Che fine ha fatto De Conciliis, brand della primissima ora del vino cilentano? Nessuna fine, l’avventura continua. Anche se con qualche rettifica e aggiustamento, necessari per affrontare le nuove sfide del mercato enologico, sempre più complesso e meno incline a recepire i sogni. Bruno, l’immagine storica della famiglia, resta in azienda, ma da un anno non segue più gli aspetti tecnici, affidati ora alle cure di Fortunato Sebastiano, tornato dopo anni per affiancare Vincenzo Falace. La bottiglia di cui mi appresto a farvi il racconto, però, è ancora da attribuire alla competenza di Bruno, una delle personalità più simpatiche e affascinanti del variegato pianeta del vino regionale. La bottiglia è il Donnaluna rosso 2017, fresco di consegna nella mia enoteca di fiducia. Aglianico in purezza, ormai da alcuni anni, in precedenza era ottenuto con una piccola percentuale di primitivo che, probabilmente lo ammorbidiva un po’. Eppure la nuova versione non mi dispiace affatto. Anzi, nonostante qualche concessione al gusto internazionale (ma perché no?) il vino mi sembra migliore di quello che ricordavo. Un buon rosso, piacevole, che ho assaggiato in due fasi: prima assoluto, in enoteca, secondo le regole classiche della degustazione, poi a casa, per accompagnare degli involtini di pollo con prosciutto cotto e caciocavallo di Sala Consilina, irrorati con qualche goccia del vino medesimo. E allora, il colore è rubino scuro e intenso. Buona la consistenza. Intriganti e fini i sentori di piccoli frutti neri, di cassis, erbacei, di peperone, di pellame nobile. Per certi versi ricorda un Cabernet. In bocca è caldo, secco, morbido, molto fresco e corredato di una piacevole mineralità ferruginosa. Persistente. In chiusura ricordi di china. Vi ho detto che ha retto l’abbinamento con la mia cena dell’altra sera. Provatelo anche su primi con ragù di carne e selvaggina, sui formaggi di medialunga stagionatura.