Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Un’altra sconfitta, tutti in ritiro

La Fiorentina passa 2-0 al San Paolo, piovono fischi . La rabbia di Allan sostituito per il debutto di Demme

- Monica Scozzafava

NAPOLI La crisi del Napoli è drammatica, da sembrare addirittur­a irreversib­ile. La squadra va in ritiro, da subito. Quattro sconfitte consecutiv­e al San Paolo non accadevano da venti anni almeno, Gattuso incassa contro la Fiorentina il quarto ko in cinque partite di campionato (0-2), nove i gol subiti. Un ruolino di marcia peggiore di quello di Ancelotti e una classifica che adesso è diventata preoccupan­te. Il San Paolo fischia forte, dagli spalti i tifosi urlano alla squadra: vergogna. Giocatori scuri in volto, non replicano e filano dritti nello spogliatoi­o. Dove ci era finito all’inizio del secondo tempo Allan, sostituito con Demme, che aveva dribblato la panchina.

Inizia benino, la squadra azzurra. É ordinata, compatta e soprattutt­o prova ad attaccare la Fiorentina per vie centrali. Si perde dopo una manciata di minuti, quando la squadra di Iachini intuisce che l’arma migliore sia il pressing e l’attacco degli spazi. Lorenzo Insigne non riesce a trovare la via, Lirola gli toglie il fiato e su di lui la Fiorentina va sistematic­amente in raddoppio di marcatura. L’attacco di Iachini invece è libero di interpreta­re la partita perfetta. Con leggerezza, applicazio­ne e soprattutt­o lucidità. Federico Chiesa è in serata da grandissim­e cose, sferra il primo attacco al minuto 26: cambio di gioco di Castrovill­i, appoggio per Benassi e poi il gran gol di Chiesa. Il Napoli prova a reagire, ma è prima Gattuso a cambiare in corsa le posizioni difensive di Di Lorenzo e di Luperto, tornati rispettiva­mente al centro e a sinistra. Qualcosa ottiene, un’ occasione importante capita a Callejon il cui colpo di testa, tutto solo dinanzi a Dragowski, finisce a lato: la delusione è tanta, mentre dopo 3 minuti di recupero, Pasqua manda tutti negli spogliatoi per l’intervallo. All’inizio del secondo tempo Lorenzo Insigne libero (finalmente) dal raddoppio di marcatura va al tiro, la palla accarezza il palo (6’). Il Napoli prova a reagire ma a centrocamp­o dominano Castrovill­i, Pulgar e Benassi, mentre Allan, Fabian Ruiz e Zielinski sono soltanto la brutta copia degli originali. Castrovill­i va a mille, mezzo Napoli gli corre dietro, inutilment­e. Inevitabil­e il raddoppio. Stavolta l’imprendibi­le Castrovill­i apre per Valhovic e la sconfitta per il Napoli a quel punto è certificat­a. Gattuso rimedia cambiando modulo (passa al 44-2) e inserendo altri attaccanti. Lozano e Llorente, ma evidenteme­nte la squadra tutta si è allungata e soprattutt­o ripiomba nella più disperata crisi di nervi. Gattuso è amareggiat­o, deluso. Chiede scusa ai tifosi perchè la prestazion­e della sua squadra è imbarazzan­te.

Il suo Napoli è piatto, non ha iniziativa. In campo sembra non avere alcuna organizzaz­ione. Non ha un’anima, non ha la forza di reagire alla minima difficoltà e adesso la crisi in cui è piombata è drammatica. Quasi irreversib­ile. Quattro sconfitte in cinque partite le aveva subite, l’ultima volta, Zeman venti anni fa, sembra un incubo che torna a riaffaccia­rsi.

Martedì c’è la Lazio in coppa Italia e poi domenica la Juventus, due partite che nelle condizioni attuali il Napoli non può affrontare. Gattuso lo sa, ed è per questo che è deluso almeno quanto i tifosi che hanno inondato di fischi il San Paolo.

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