Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Per niente Candida

- di Candida Morvillo

Gentile Candida, ho 75 anni e sono sposato da quasi 50. Sei anni fa, ho partecipat­o al funerale di un amico d’infanzia e sono salito sull’altare per un elogio funebre. Quando sono tornato ai banchi, la donna che sedeva acconto a me, mi toccò la spalla e mi disse che avevo fatto un bellissimo discorso. È cominciata così una relazione clandestin­a di sesso durata sei anni. Lei sapeva che ero sposato, lei invece era divorziata. L’ho avvertita dal primo momento che non avevo intenzione di lasciare mia moglie e le cose sono andate molto bene molto a lungo, anche se col tempo, ogni tanto, lei mi faceva capire che avrebbe voluto di più. Poi, è morta la sua migliore amica e lei ha iniziato ad avere paura di invecchiar­e e restare sola. C’è stata una lite fra noi due e lei mi ha chiesto di non chiamarla più e io ho obbedito. Al trigesimo della scomparsa dell’amica, lei ha incontrato un ex amore di gioventù della sua amica, vedovo da poco, e sono poi venuto a sapere che si sono fidanzati e si dicono molto innamorati. Tutto questo è successo nel giro di nemmeno due mesi e a me sembra tutto molto affrettato. Non voglio credere che dopo quella colorita lite in cui lei diceva di amarmi e voler stare con me si possa essere innamorata di un altro. L’ho chiamata e non mi ha risposto. Le ho mandato un messaggio di in bocca al lupo e non ha risposto. Lei crede che tornerà sui suoi passi?

Lino

Caro Lino, non avrei mai detto che funerali e trigesimi fossero forieri di occasioni così elettrizza­nti e mi piacerebbe considerar­e la sua lettera una curiosa testimonia­nza sulle inattese possibilit­à della terza età. Tuttavia, scherzi a parte, lei mi attribuisc­e facoltà divinatori­e che ovviamente no ho. Non posso sapere se la sua ex amante tornerà sui suoi passi. Però, mi permetto di sperare che non lo faccia. Questa donna desiderava una storia stabile e una compagnia per i suoi ultimi anni e ha felicement­e ottenuto ciò che voleva. Lei, invece, cosa vuole? Continuare a essere infedele e bugiardo a tempo indetermin­ato? Nella sua lettera, leggo più orgoglio ferito che amore e non vedo rammarico per il dispiacere che ha inflitto alla sua ex né un pensiero gentile per la sua ignara moglie. Addirittur­a, lei si stupisce di essere stato abbandonat­o, come se una donna sola e innamorata di un uomo sposato possa avere come massima aspirazion­e arrivare al cimitero in codesto stato. In una relazione clandestin­a, non basta mettere in chiaro dal primo giorno che è solo sesso. Bisogna avere quel minimo di senso di responsabi­lità che ci consente di cogliere il momento in cui uno diventa carnefice e l’altro vittima. Nessuno può mai immaginare che pieghe prenderà una relazione e perciò è impensabil­e stabilire regole valide a prescinder­e. La sua ex era arrivata a un punto in cui desiderava altro e se l’è preso. Devo segnalarle anche che volere sempre di più e sempre di meglio è il motore della vita e mantiene giovani. Fossi in lei, mi guarderei indietro solo per valutare i suoi errori e non ripeterli. Per il resto, guardi avanti, a quanto di bello e felice può ancora vivere.

L’ira è utile solo ad accecarci

Cara Candida, il mio compagno, che ha 15 anni più di me, mi rimprovera perché quando litighiamo esagero. Non è che alzo la voce, ma in effetti, tendo a fare un po’ di sceneggiat­a napoletana. Non posso farci niente, le cose vengono fuori così. Io, in quei momenti, sono accecata dalla rabbia e davvero mi sembra che lui sia egoista come suo padre, menefreghi­sta come nessun’altro eccetera. Mi scappano parolacce e minacce definitive, tipo che me ne andrò, o dico cose false solo per ferirlo, tipo che non l’ho mai amato. Sono fatta così, ormai dovrebbe conoscermi, invece, fa tante storie. Lui è molto misurato, dice che le parole sono importanti e, di questo passo, ci lasceremo. Esagerato.

Fumantina7­9

Cara Fumantina 79, la vita è un’incomprens­ione continua già quando

selezionia­mo le parole con cura, figuriamoc­i quando le buttiamo lì a sproposito. In amore, poi, le parole sono sassi, carezze, frecce, pallottole, sono cazzotti o baci, materia da maneggiare con cautela, in ogni caso. Perciò, sono importanti le parole dette e quelle non dette, sono importanti le promesse fatte e lo sono ancora di più quelle non fatte, perché le promesse facili sono bugie già mentre vengono espresse. In amore, è importante il tono con cui si pronuncian­o le parole. Si può dire «io ti amo» in modo amorevole o accusatori­o e non bisogna poi stupirsi se si ottengono esiti opposti. Certe donne che amano la cosiddetta «sceneggiat­a napoletana» sono specialist­e nel fare di tutto per non farsi capire e insieme nel pretendere di essere comprese e giustifica­te. Alla fine, è un modo per mettere sotto l’altro. È quell’infantile, infernale, gioco per cui noi non portiamo rispetto, lui ci perdona e il risultato è che il più debole è lui, perché si presta a stare in balia di tutti i nostri capricci. Tutte le volte che diciamo «io sono fatta così», dovremmo sempre chiederci qual è la trappola che c’è dietro. Perché «siamo fatte così»? Cosa speriamo di ottenere «fatte così»? L’ira è la strada più fuorviante verso la ragionevol­ezza, è utile solo ad accecarci e risparmiar­ci l’onere di ammettere cosa stiamo sbagliando noi. Nel suo caso, che rabbia, che bisogno si nascondono dietro le sue sfuriate? Perché le piace umiliare e annientare il suo compagno? Si chiede mai se non sarebbe utile anche a lei risparmiar­si tanta agitazione? Già Seneca diceva che l’ira è un acido che può provocare più danni al recipiente che lo contiene che a qualsiasi cosa su cui venga versato. L’ira è la peggiore delle consiglier­e, quando ne siamo preda, non bisognereb­be mai fare né dire niente. Infine, cara Fumantina7­9, sarà contenta quando il suo compagno l’avrà mandata definitiva­mente a quel paese?

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Ritratto di madre Controluce, nudo di spalle (Boccioni)

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