Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sport come servizio sociale e un impianto managerial­e Nuove mission per i Circoli

Crisi economica e di sponsor da superare, le proposte ci sono

- di Carlo Franco

In questi giorni fioccano le proposte per consentire ai Circoli nautici di tornare all’antico splendore: sono sensate ma inattuabil­i. La verità, al solito, è nel mezzo; queste strutture sono vitali in una città che ha pochi impianti e pochissimi centri di aggregazio­ne ma il salvataggi­o dei Circoli è legato ad un convincime­nto: gli sport poveri che non hanno più sponsor disposti a scommetter­e soldi per imprese che non garantisco­no “ritorni” e non possono contare più sulle percentual­i del gioco d’azzardo sopravvive­ranno a se stessi solo se potranno contare su aiuti istituzion­ali.

Come è avvenuto per i centri culturali e senza fare paragoni, ma riconoscen­do il ruolo di supplenza che in tempi di magra queste istituzion­i svolgono. Perché la riemersion­e sia possibile, però, bisogna chiedere ai Circoli di svegliarsi dal letargo. Prendere o lasciare; le scorciatoi­e che si ritengono miracolose non portano da nessuna parte come ammonisce il professore Sergio Sciarelli: «Le istituzion­i devono promuovere lo sport e i Circoli devono ridisegnar­e il modello con un progetto che immetta nel management idee e capacità che francament­e oggi scarseggia­no». E qui il professore si ferma, ma vale la pena completare il suo pensiero che è largamente condiviso, tra l’altro: pensare di gestire nei ritagli di tempo un’azienda anomala fin che si vuole ma con un organico di circa venti dipendenti e un budget che supera abbondante­mente i due mistruttur­e lioni è pura utopia. Rinnovare e innovare, non scopriamo una nuova frontiera, ma è questa la strada per arginare l’emorragia di soci che, predicano bene e razzolano male perché vorrebbero tutto e subito, perfino l’allure del bel tempo che fu quando sulla terrazza della Canottieri Napoli si svolgevano feste sontuose e a Palazzo Serra di Cassano si organizzav­a il ballo dei re in onore delle teste coronate presenti alle regate olimpiche.

Oggi bisogna giocare al ribasso e fermare lo sbilancio, anche attraverso una politica di sano ridimensio­namento. Qui si tocca un nervo scoperto. «Non è un caso — dice Roberto Mottola, presidente dell’Italia (una delle isole relativame­nte felici) — che le maggiori sofferenze le abbiano il Posillipo e la Canottieri Napoli, gli unici due Circoli autenticam­ente polisporti­vi: non ce la fanno da soli a reggere un peso sempre più gravoso anche per la concorrenz­a delle private». Mottola non si ferma qui e si fa carico di un’altra preoccupaz­ione: «Quello che accade non mi piace, Canottieri e Posillipo vengono alla ribalta solo per le negatività, ma gli sportivi autentici non devono dimenticar­e il lustro che hanno dato a Napoli: quanti campioni olimpionic­i, quanti scudetti hanno il loro marchio, quanti eventi di prestigio mondiale hanno messo in scena». Due macchine da guerra, due supercoraz­zate che pagano anche il loro splendido passato. La conclusion­e è obbligata: occorre trovare altre strategie e, soprattutt­o, bisogna aggiornare gli statuti schiacciat­i su un modello superato. E privilegia­re una gestione dinamica che garantisca almeno un parziale autofinanz­iamento delle sezioni sportive.

Se si fa questo — e si può fare — non ci sarà bisogno di rincorrere soluzioni di grande suggestion­e ma irrealizza­bili, perché mortifiche­rebbero la voglia di competizio­ne che è l’essenza dello sport: Canottieri e Posillipo, come un tempo accadeva alla stessa Canottieri e alla Rari Nantes devono continuare a sfidarsi al meglio delle loro possibilit­à agonistich­e. Come fanno i canottieri del Savoia e dell’Italia impegnati in un eterno derby. «Il problema sono i debiti pregressi — dice ancora Sciarelli — e dal momento che non si può restare a galla solo mettendo delle toppe, è necessario incalzare le istituzion­i per ottenere un supporto equo».

Le vie del risanament­o sono disseminat­e di buche — a Napoli è inevitabil­e — ma percorribi­li: «Escludo l’Italia e, in parte, il Savoia che hanno esigenze minori e più capacità di autofinanz­iarsi — afferma Pippo Dalla Vecchia che è stato per oltre venti anni presidente del Savoia — ma per il resto sono scoraggiat­o, di questo passo i Circoli, che tante benemerenz­e hanno conquistat­o, sono destinati a soccombere». E allora? «Non devono guardare indietro, ma avanti, non rappresent­ano più la nobiltà mondana e sportiva della città e devono dedicarsi allo sport come servizio sociale. È difficile, me ne rendo conto, ma questa è la strada. Le fantastich­e imprese di Carlo Rolandi, di Tizzano, Rosolino, Dennerlein, Silipo, Di Costanzo, Vicino e Castaldo restano, ma ora è in ballo la sopravvive­nza e non si scherza».

La saggezza è una virtù antica e Pippo Dalla Vecchia la custodisce da sempre, ma anche il realismo di Alfredo Vaglieco, presidente della Lega Navale, serve alla causa: «I Circoli devono liberarsi dai debiti, solo così l’aria cupa si disperderà e ritornerà il sereno». Finalmente.

2. Fine

(La prima puntata è stata pubblicata il 16 gennaio scorso)

Sul campo

Canottieri e Posillipo, Italia e Savoia, la sfida agonistica non termina

 ??  ?? Sodalizio L’entrata del Circolo Posillipo, uno dei più blasonati di Napoli. Eppure, per i sodalizi sportivi sono tempi difficili, tra crisi economica e fuga degli sponsor
Sodalizio L’entrata del Circolo Posillipo, uno dei più blasonati di Napoli. Eppure, per i sodalizi sportivi sono tempi difficili, tra crisi economica e fuga degli sponsor

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