Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Suonarono per Tony e Tina Licenziati cinque agenti
«Danneggiata l’immagine del Corpo». Il neomelodico: intervenga Salvini
Prosegue con una nuova puntata quella che sembra essere diventata una soap opera in salsa partenopea. A diversi mesi dal matrimonio tra il cantante Tony Colombo e Tina Rispoli, vedova di un boss della camorra, si continua a parlare di quelle che sono state definite le «nozze trash» con tanto di festa non autorizzata in piazza del Plebiscito, con palco in piazza e trombettisti di fiducia.
Questa volta a tenere banco è proprio il licenziamento dei cinque trombettisti, appartenenti alla banda della Polizia Penitenziaria, che facevano parte dell’orchestra «ingaggiata» in occasione del matrimonio. Niente di male se si suona a una cerimonia, ma il caso è particolare se si è appartenenti alla banda delle Fiamme blu. L’episodio e il clamore mediatico ha creato non pochi imbarazzi tra i vertici del Dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria, che all’indomani del polverone aveva già provveduto a sospendere i cinque ispettori trombettisti.
Probabilmente la riapertura del caso, l’interessamento dei media e gli sviluppi delle indagini della Procura napoletana hanno dato l’input alla decisione estrema, quella di propendere per il licenziamento delle ormai ex fiamme blu che erano state immortalate dalle telecamere e dai fotografi mentre suonavano all’esterno del Maschio Angioino per onorare il passaggio dei novelli sposi Tony e Tina.
La motivazione del provvedimento è per «il forte danno di immagine arrecato al Corpo della Penitenziaria». «Siamo certamente dispiaciuti per i destinatari dei provvedimenti – hanno detto il presidente dell’Uspp Giuseppe Moretti e il segretario campano Ciro Auricchio - e per gli effetti che da essi ne conseguiranno. Nel contempo siamo certi che quanto accaduto possa fare da monito per tutti gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Ogni giorno ci impegniamo per la tutela della dignità professionale dei poliziotti penitenziari – hanno sottolineato i rappresentanti dell’Unione sindacale polizia penitenziaria - che espletano con senso di responsabilità ed onore le loro funzioni pubbliche. Il nostro
Corpo, alla pari delle altre forze di polizia, contribuisce a garantire l’ordine e la sicurezza per la collettività, assicurando la corretta esecuzione delle misure restrittive della libertà personale ed operando spesso in condizioni ostili ed in assenza di adeguate risorse ma con diligenza, competenza e professionalità. Auspichiamo che si faccia presto chiarezza sulle responsabilità inerenti alle autorizzazioni concesse. Inoltre - concludono i due sindacalisti - chiediamo alla signora Rispoli di smetterla di prendere in giro i napoletani riguardo il ruolo del marito, elemento di spicco della criminalità organizzata di Secondigliano finito nel carcere di Poggioreale, tra il 2004 e il 2005, con l’accusa di associazione camorristica».
Una presa di posizione netta che riguarda anche altri sindacati di categoria, che già in occasione della sospensione dei cinque ispettori avevano provato a prendere le difese dei colleghi. «È stata una giusta decisione – ha aggiunto il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli- perché chi rappresenta le istituzioni non può assolutamente immischiarsi in vicende i cui protagonisti sono personaggi discussi con legami familiari alla malavita e alla camorra. È stato un matrimonio contraddistinto dall’illegalità e dall’abusivismo, i cui protagonisti, Tony Colombo e Tina Rispoli, sono personaggi che provengono da ambienti criminali. Chi rappresenta le istituzioni e ancor di più organi di polizia non può prendere parte a determinati eventi».
In serata ad intervenire sul caso è stato lo stesso neomelodico siciliano che ha difeso a spada tratta gli uomini della banda di polizia penitenziaria: «Quello che hanno fatto oggi ai musicisti - ha scritto in una nota su Facebook - che erano poliziotti penitenziari e che hanno suonato al mio matrimonio, è deplorevole e vergognoso». E poi prosegue soffiando sul fuoco della polemica che alla fine può dargli solo pubblicità e nuovi inviti ai talk show televisivi. «Non possiamo vivere, scrive ancora Colombo - in un Paese in cui la giustizia mediatica comanda le aule dei tribunali. Sono stati puniti solo per colpa mia e per il caso mediatico che si è creato intorno a me, con accuse infamanti, denigratorie, allusive e distruttive nei miei confronti, che sono un uomo perbene e incensurato. Dov’è Salvini? Che intervenga a difendere la polizia penitenziaria, che difenda questi poliziotti! Io da oggi comincio a farlo, farò di tutto perché ottengano di nuovo il loro posto di lavoro».
Il musicista
Quello che hanno fatto oggi agli uomini che hanno suonato al mio matrimonio è deplorevole e vergognoso. E tutto per colpire me dopo il terremoto mediatico
Io farò di tutto per tutelarli
I sindacati
Ogni giorno difendiamo la dignità degli appartenenti alla categoria e ci dispiace per quel che è accaduto ma auspichiamo che si faccia piena chiarezza anche sulle autorizzazioni che sarebbero arrivate per la festa