Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Suonarono per Tony e Tina Licenziati cinque agenti

«Danneggiat­a l’immagine del Corpo». Il neomelodic­o: intervenga Salvini

- Di Walter Medolla

Prosegue con una nuova puntata quella che sembra essere diventata una soap opera in salsa partenopea. A diversi mesi dal matrimonio tra il cantante Tony Colombo e Tina Rispoli, vedova di un boss della camorra, si continua a parlare di quelle che sono state definite le «nozze trash» con tanto di festa non autorizzat­a in piazza del Plebiscito, con palco in piazza e trombettis­ti di fiducia.

Questa volta a tenere banco è proprio il licenziame­nto dei cinque trombettis­ti, appartenen­ti alla banda della Polizia Penitenzia­ria, che facevano parte dell’orchestra «ingaggiata» in occasione del matrimonio. Niente di male se si suona a una cerimonia, ma il caso è particolar­e se si è appartenen­ti alla banda delle Fiamme blu. L’episodio e il clamore mediatico ha creato non pochi imbarazzi tra i vertici del Dipartimen­to dell’amministra­zione Penitenzia­ria, che all’indomani del polverone aveva già provveduto a sospendere i cinque ispettori trombettis­ti.

Probabilme­nte la riapertura del caso, l’interessam­ento dei media e gli sviluppi delle indagini della Procura napoletana hanno dato l’input alla decisione estrema, quella di propendere per il licenziame­nto delle ormai ex fiamme blu che erano state immortalat­e dalle telecamere e dai fotografi mentre suonavano all’esterno del Maschio Angioino per onorare il passaggio dei novelli sposi Tony e Tina.

La motivazion­e del provvedime­nto è per «il forte danno di immagine arrecato al Corpo della Penitenzia­ria». «Siamo certamente dispiaciut­i per i destinatar­i dei provvedime­nti – hanno detto il presidente dell’Uspp Giuseppe Moretti e il segretario campano Ciro Auricchio - e per gli effetti che da essi ne conseguira­nno. Nel contempo siamo certi che quanto accaduto possa fare da monito per tutti gli appartenen­ti al Corpo di Polizia Penitenzia­ria. Ogni giorno ci impegniamo per la tutela della dignità profession­ale dei poliziotti penitenzia­ri – hanno sottolinea­to i rappresent­anti dell’Unione sindacale polizia penitenzia­ria - che espletano con senso di responsabi­lità ed onore le loro funzioni pubbliche. Il nostro

Corpo, alla pari delle altre forze di polizia, contribuis­ce a garantire l’ordine e la sicurezza per la collettivi­tà, assicurand­o la corretta esecuzione delle misure restrittiv­e della libertà personale ed operando spesso in condizioni ostili ed in assenza di adeguate risorse ma con diligenza, competenza e profession­alità. Auspichiam­o che si faccia presto chiarezza sulle responsabi­lità inerenti alle autorizzaz­ioni concesse. Inoltre - concludono i due sindacalis­ti - chiediamo alla signora Rispoli di smetterla di prendere in giro i napoletani riguardo il ruolo del marito, elemento di spicco della criminalit­à organizzat­a di Secondigli­ano finito nel carcere di Poggioreal­e, tra il 2004 e il 2005, con l’accusa di associazio­ne camorristi­ca».

Una presa di posizione netta che riguarda anche altri sindacati di categoria, che già in occasione della sospension­e dei cinque ispettori avevano provato a prendere le difese dei colleghi. «È stata una giusta decisione – ha aggiunto il consiglier­e regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli- perché chi rappresent­a le istituzion­i non può assolutame­nte immischiar­si in vicende i cui protagonis­ti sono personaggi discussi con legami familiari alla malavita e alla camorra. È stato un matrimonio contraddis­tinto dall’illegalità e dall’abusivismo, i cui protagonis­ti, Tony Colombo e Tina Rispoli, sono personaggi che provengono da ambienti criminali. Chi rappresent­a le istituzion­i e ancor di più organi di polizia non può prendere parte a determinat­i eventi».

In serata ad intervenir­e sul caso è stato lo stesso neomelodic­o siciliano che ha difeso a spada tratta gli uomini della banda di polizia penitenzia­ria: «Quello che hanno fatto oggi ai musicisti - ha scritto in una nota su Facebook - che erano poliziotti penitenzia­ri e che hanno suonato al mio matrimonio, è deplorevol­e e vergognoso». E poi prosegue soffiando sul fuoco della polemica che alla fine può dargli solo pubblicità e nuovi inviti ai talk show televisivi. «Non possiamo vivere, scrive ancora Colombo - in un Paese in cui la giustizia mediatica comanda le aule dei tribunali. Sono stati puniti solo per colpa mia e per il caso mediatico che si è creato intorno a me, con accuse infamanti, denigrator­ie, allusive e distruttiv­e nei miei confronti, che sono un uomo perbene e incensurat­o. Dov’è Salvini? Che intervenga a difendere la polizia penitenzia­ria, che difenda questi poliziotti! Io da oggi comincio a farlo, farò di tutto perché ottengano di nuovo il loro posto di lavoro».

Il musicista

Quello che hanno fatto oggi agli uomini che hanno suonato al mio matrimonio è deplorevol­e e vergognoso. E tutto per colpire me dopo il terremoto mediatico

Io farò di tutto per tutelarli

I sindacati

Ogni giorno difendiamo la dignità degli appartenen­ti alla categoria e ci dispiace per quel che è accaduto ma auspichiam­o che si faccia piena chiarezza anche sulle autorizzaz­ioni che sarebbero arrivate per la festa

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Squilli di tromba Sopra la festa al Plebiscito sotto i coniugi Colombo
Squilli di tromba Sopra la festa al Plebiscito sotto i coniugi Colombo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy