Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ruotolo: la mia candidatura unisce
Suppletive, l’aspirante senatore in posa tra de Magistris e Sarracino: mi iscriverò al gruppo misto La presentazione Dopo Insurgencia anche gli attivisti dell’ex Opg critici con il primo cittadino: «È finita un’epoca»
Si presenta tra Marco Sarracino, segretario provinciale Pd e il sindaco Luigi de Magistris. Entrambi sorridenti e pronti alla stretta di mano. Sandro Ruotolo, giornalista di lungo corso, è il candidato ufficiale dell’inedita intesa per le suppletive al Senato. Ruotolo chiarisce subito di non essere «un uomo di de Magistris, anche se ho affetto e stima per Luigi». Meno che mai vuole essere considerato un uomo del Pd, tanto è che sottolinea di essere un candidato che unisce ma anche «indipendente». Se eletto, fa sapere, si siederà tra i banchi del gruppo misto. E mentre Sarracino ribadisce che per le regionali si parte da De Luca, gli attivisti Ex Opg prendono le distante e fanno sapere che voteranno Potere al popolo.
«Non ce la facevo più a stare senza campagna elettorale», un ringalluzzito Luigi de Magistris si siede alla destra. Sul palco-altare della Domus Ars (tempio di Dema e fuori dal collegio 7 del Senato) ci sono gli amici, ai lati i politici. Gli uni difronte agli altri. Ma poi, appunto, con uno slancio vitaminico de Magistris abbraccia Sandro Ruotolo, chiama Marco Sarracino ed eccola la photo op del giorno, del mese, dell’anno: Pdema si palesa dinanzi agli obiettivi di fotografi, giornalisti e folla adorante in tutta la sua fragile incoerenza. Ma tant’è per dirla con il blasonato giornalista «da oggi nulla sarà più come prima».
Due sono le scelte chiare: nel breve mese di campagna elettorale non ci saranno simboli di partito, banditi anche sulla scheda. E se eletto, Ruotolo siederà nel gruppo misto. Un’ovvietà per lui, per il Pd chissà. Tant’è Gianfranco Gallo passa la parola a «Sandro» che spiega che si tratta di una «coalizione civica allargata», anche se di civico non c’è nulla neanche una listarella, «per rappresentare al Senato Napoli, una terra che non dimentica Salvini e le sue parole».
E tornando sempre sull’alleanza: «Insieme società civile e partiti, si cammina insieme, alla fine di questa esperienza ognuno di noi sarà cambiato». Accanto a lui c’è Luca Delgado «uno dei rappresentanti delle sardine», dice Ruotolo. Che si autodefinisce una «sardina stagionata». Sicuramente lo è ad honorem visto che ha calcato il palco bolognese. «Napoli — continua — è sempre stato un laboratorio politico, lo è anche questa volta per le forze progressiste e ambientaliste. Ho accettato perché la mia candidatura unisce un po’ tutti». Ed effettivamente poi partono i ringraziamenti: «Grazie a Luigi de Magistris, a Marco Sarracino, a Gennaro Migliore che ho sentito (nel frattempo per Italia Viva entrano Graziella Pagano, Giovanni
Palladino e Apostolos Paipais), grazie a Teresa Armato e a Paolo Mancuso. La mia prima auto, una 500, l’ho acquistata dalla madre di Paolo».
Poi affronta la questione gruppo misto. «Questa sfida cambierà tutti, io sono il garante di tutti. Ma, sia chiaro, mi sono sempre espresso contro il governo Lega5Stelle, mentre sto nell’attuale maggioranza». Non risponde sulle regionali e sul futuro di questa alleanza, rispedisce al mittente la locuzione «uomo di de Magistris»: «Ho rispetto per tutti, ma pensare che sia di de Magistris fa un torto alla mia intelligenza. E alla mia storia. Ho affetto e stima per Luigi, come per tanti altri. E poi l’unica tessera che ho sempre avuto è quella dell’Anpi».
Quanto ai 5 Stelle e al loro mancato sostegno dice solo «ne ho grande stima e trovo classista l’atteggiamento contro Di Maio per aver lavorato come steward al San Paolo». Infine ringrazia pure Vincenzo De Luca «che fa parte di questo schieramento». Ed è vero pure questo.
Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ascoltato il discorso di Ruotolo se fino a 24 ore prima rivendicava un ruolo nella scelta del giornalista, ieri s’è scapicollato a dire che non «è affatto una candidatura di parte» visto che «Sandro è un uomo indipendente». «Le esclusioni che abbiamo detto sono i camorristi, i razzisti ma non è una candidatura di parte — spiega — e sono contento che abbia accettato nel momento in cui si è reso conto che c’era un’ampia coalizione e, quindi, non apparteneva a nessuna parte. Non è una campagna elettorale facile ma lui vincerà e porterà al Senato la Napoli dell’orgoglio, delle sofferenze che dice basta alle discriminazioni e va a testa alta. Sarà finalmente un senatore napoletano a 360 gradi». E sul laboratorio Napoli dice: «È la prima città in cui si mette insieme una coalizione larga che nessuno si pensava mai si potesse realizzare, del resto quando sei coerente e credibile non hai mai paura di perdere l’identità. Abbiamo sempre detto che siamo disponibili ad allargaci, anche per le altre sfide se i campi di azione sono ampi e fondati sui valori». E il dialogo con i Cinque stelle? «È molto avanzato e penso che quella di Ruotolo sia una candidatura che parla agli elettori M5S». Glissa il sindaco sulle regionali, non lo fa Marco Sarracino che dice con chiarezza: «Il nome del Pd per le regionali è Vincenzo De Luca. Siamo disponibili ad allargare la coalizione ma partendo da De Luca. Sottoporremmo la candidatura a tutti coloro che vogliono lavorare in alleanza con noi. Quelli che riterranno questa proposta politica non sufficiente faranno altre scelte». E su Ruotolo: «Tutte le forze politiche che sostengono Ruotolo devono concentrarsi ora sulla campagna elettorale ed evitare inutili polemiche ho sempre lavorato per far uscire il Pd dall’isolamento politico in cui si è cacciato. Oggi il Pd è ritornato centrale in qualsiasi partita e siamo nella condizione di poter dettare l’agenda politica della Campania».
Il Pd non vorrà fare polemiche, ma si registra un altro strappo nell’area di de Magistris. Dopo la reprimenda di Insurgencia, anche gli attivisti dell’ex Opg criticano l’alleanza. Ma, differentemente da Insurgencia che è al governo cittadino, annunciano che voteranno per Giuseppe Aragno e Potere al Popolo: perché «il laboratorio Napoli è morto, viva il laboratorio Napoli».
Simboli
Nessuna insegna di partito così come previsto dalla intesa
Primato
«Napoli è il primo laboratorio nel nostro Paese in cui ci si accorda»