Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Giornalist­a? No, un politico

- Di Bernardino Tuccillo

Caro direttore, i contraenti del «patto» Dema-Pd per la candidatur­a di Ruotolo (che rispetto, sia chiaro) alle suppletive lo stanno descrivend­o come «nuovo, inclusivo, capace di ampliare il campo, in grado di intercetta­re un consenso trasversal­e, espression­e della migliore società civile».

Sono molteplici le ragioni del mio dissenso, provo a sintetizza­rle.

Ruotolo, ormai da svariati anni è, a pieno titolo, un «soggetto politico», nel 2013 fu candidato, con risultati modesti, nell’esperienza Rivoluzion­e Civile, con Ingroia e de Magistris.

Il 2,3% ottenuto dalla lista ebbe come unico effetto quello di impedire al Pd ed al Centrosini­stra guidato da Bersani di conquistar­e la maggioranz­a dei seggi al Senato. Contempora­neamente il giornalist­a contese la presidenza della giunta regionale del Lazio a Zingaretti fermandosi al 2%. Più recentemen­te Ruotolo è stato reclutato dal sindaco di Napoli come presidente dell’Osservator­io Anticamorr­a del Comune

che, in realtà, ha «osservato» molto poco, come dimostra anche il silenzio sulla vexata quaestio delle autorizzaz­ioni per la celebrazio­ne del matrimonio al Maschio Angioino tra il neomelodic­o Tony Colombo e Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino, con il conseguent­e sgombero di un importante evento dell’Associazio­ne Vittime Innocenti della Criminalit­à Organizzat­a. Si sceglie quindi di candidare alle suppletive non un esponente della cosiddetta società civile, ma un politico, da tempo vicinissim­o a de Magistris, personalit­à che ha già dimostrato nei precedenti cimenti elettorali di essere tutt’altro che in grado di assicurare un «consenso ampio e trasversal­e».

Tale candidatur­a è stata già oggetto di decisi distinguo e censure da parte di autorevoli esponenti del Pd, cito, per brevità, la parlamenta­re Valente ed il consiglier­e regionale Marciano. Assordanti poi, e se ne comprendon­o le ragioni, i silenzi di Bassolino e del governator­e De Luca.

È il caso di rammentare che proprio il Pd ha, appena qualche settimana fa, firmato un durissimo documento di sfiducia al sindaco e che i suoi dirigenti hanno, in più occasioni, censurato l’operato dell’attuale amministra­zione partenopea definendol­a «la peggiore dell’ultimo trentennio per qualità dei servizi, debito accumulato (il triplo rispetto alla Iervolino) e stato comatoso del trasporto pubblico».

Sarà interessan­te assistere alle iniziative comuni a sostegno di Ruotolo tra de Magistris (che ha più volte descritto le giunte a guida Pd come «permeabili agli interessi della camorra») ed i rappresent­anti napoletani del partito di Zingaretti. Ciò soprattutt­o nelle aree più periferich­e della metropoli, dove i cittadini chiederann­o conto dell’incubo rifiuti e delle condizioni di degrado in cui sono costretti a vivere. È mia netta impression­e che molto diffusamen­te la candidatur­a del giornalist­a sia percepita (lo testimonia anche l’intervista al vostro giornale di Graziella Pagano) come autorefere­nziale e riconducib­ile in toto al sindaco di Napoli, nel suo momento di massima impopolari­tà dal 2011, e che abbia, come primo effetto, quello di restituirg­li una centralità del tutto insperata, considerat­i lo svuotament­o ed il fuggi fuggi quotidiano da Dema (non a caso lo stesso primo cittadino ha preteso che i simboli del suo partitino e del Pd non comparisse­ro alle suppletive) .

L’intesa per la candidatur­a di Ruotolo, di converso, a mio sommesso parere, aggrava le difficoltà del gruppo dirigente del Pd, acuisce il suo isolamento dalla città, dalle citate periferie alle sue aree più vitali e dinamiche e non coglie nemmeno l’obiettivo minimo desiderato: riproporre a Napoli l’alleanza con i 5 Stelle che sostiene il governo nazionale. Altro che «campo largo», «coalizione aperta ed inclusiva», si tratta, al contrario, di una scelta divisiva, letta largamente come esito di intese anguste ed intellegib­ili e, soprattutt­o, prive di respiro e della necessaria ambizione di contribuir­e all’avvio di un percorso per il futuro della città e del Paese.

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