Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I genitori del bambino autistico dal ministro

- Elena Scarici

NAPOLI I genitori di Andrea dovrebbero essere un esempio per tutti. Non mollano mai e lottano per i diritti (giusti ed inviolabil­i) del figlio autistico. Il 29 gennaio prossimo incontrera­nno la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina per «chiedere giustizia».

Come molti ricorderan­no Andrea, 5 anni, secondo quanto dichiarato dalla mamma, era stato escluso dalla recita natalizia della scuola perché autistico, un episodio che la donna aveva appreso in chat e che si andava a sommare ad altre trascurate­zze ed inadempien­ze da lei segnalate. In seguito a quell’episodio il bimbo ha cambiato scuola ed ora frequenta la Marconi di Afragola, decisivo l’intervento del sindaco della città Claudio Grillo e dei servizi sociali comunali. I genitori avevano dichiarato di voler agire legalmente contro l’istituto precedente chiedendon­e la chiusura. A fine dicembre la mamma di Andrea aveva chiesto alla ministra di intervenir­e. Cosa che è avvenuta.

«Non abbiamo vinto ancora – racconta adesso – il nostro obiettivo è impedire che altri casi del genere possano avvenire a danno di altri ragazzini disabili, per questo chiediamo che la scuola venga chiusa». A questo proposito la signora ricorda l’episodio scoppiato qualche giorno fa ad Ercolano dove un ragazzino autistico sarebbe stato picchiato dalle maestre. «È per evitare altri fatti come questi che vogliamo continuare la nostra lotta – sottolinea - mi aspetto dal ministro disponibil­ità a far riaprire il caso che – a detta dell’avvocato della scuola – il Miur avrebbe chiuso senza nemmeno sentire noi. È stata lapidaria anche la direttrice scolastica regionale, Luisa Franzese, dicendoci che dopo la relazione degli ispettori, il caso era chiuso. Dalla ministra ci aspettiamo perciò che intervenga ora, che faccia luce su quanto accaduto e che voglia punire chi ha sbagliato. Non farlo creerebbe secondo me un precedente pericoloso». Certo non sarà facile, ma i genitori di Andrea sono decisi ad andare avanti. Intanto il piccolo per fortuna si trova molto bene nella nuova scuola e fa progressi. «In continuità con il lavoro che facciamo a casa e con le terapie, in classe è ben seguito dall’insegnante di sostegno e dalle assistenti, comincia a mangiare da solo, impara i colori e interagisc­e con i giochi. Si è creato adesso intorno a mio figlio un circolo virtuoso e una bella gara di solidariet­à tra scuola, Comune e servizi sociali». Una situazione che dovrebbe essere normale, ma purtroppo spesso non è così.

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