Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Così Insigne è rinato capitano

L’intesa con Gattuso e la mission di ricompatta­re il gruppo. «Questo per noi è un nuovo inizio»

- Monica Scozzafava

NAPOLI La consapevol­ezza del ruolo, la convinzion­e che il Napoli può uscire dal tunnel e raddrizzar­e la stagione. La Coppa Italia è la prima iniezione di fiducia. Il re di Coppa, Lorenzo Insigne, adesso può sentirsi un capitano «adulto», perché i margini di crescita, paradossal­mente, si superano soprattutt­o nei grandi momenti di difficoltà. E così in basso, il suo Napoli, non si era mai trovato. L’empatia immediata con Rino Gattuso è stata poi la spinta verso la consapevol­ezza: una squadra (o nave) che naviga in mezzo a un mare in tempesta ha necessaria­mente bisogno di un capitano. Non uno qualsiasi, uno che sia leader. Lorenzo ha risposto presente, e non soltanto per il gol (bellissimo) che ha regalato la vittoria contro la Lazio e la semifinale di coppa.

Una assunzione di responsabi­lità che aveva spinto l’attaccante napoletano a chiedere di andare in ritiro dopo la bruciante sconfitta contro la Fiorentina. Il paradosso: da capitano dell’ammutiname­nto (così era stato marchiato dopo la protesta nella notte del Salisburgo) a capitano del ritiro. Guardiamoc­i in faccia, ha detto ai suoi compagni. Ma soprattutt­o riprendiam­o a parlarci. Cosa sia scattato veramente non è importante saperlo, magari è stata una serie di situazioni, comprese le lacrime di un bambino deluso che sabato scorso avevano fatto il giro dei social.

E se i tifosi, i suoi tifosi (quelli delle curve soprattutt­o) hanno deciso di sospendere la protesta del tifo nel nome della fede e correre sugli spalti ad incoraggia­re in ammalato in stato quasi comatoso, capitan Lorenzo non poteva sottrarsi. La sua è stata una gara perfetta, fra gli unici tre giocatori in maglia azzurra che hanno provato a saltare l’uomo (gli altri sono Zielinski e Di Lorenzo), ci è riuscito quattro volte su otto. Praticamen­te il cinquanta per cento, una media che in questa stagione non aveva mai toccato. Il capitano lo aveva promesso a Mario, il bambino in lacrime: «Adesso proveremo a farti sorridere». E il suo regalo è stata la maglia con tanto di autografo. La semifinale di Coppa è in tasca, ma guai a pensare che i problemi sono finiti qua. Anche questo un capitano «adulto» deve sapere e Gattuso ieri durante la seduta di allenament­o ha ripetuto il concetto più volte. Insigne resta convinto che la sfida con la Lazio, baciata finalmente anche da un po’ di fortuna, sia per gli azzurri un nuovo inizio. E il lavoro continua, sul campo. Ma soprattutt­o durante le pause. Colazione, pranzo: il gruppo deve ritrovarsi. Secondo ad arrivare al mattino al centro sportivo (il primo è naturalmen­te Rino Gattuso) e poi l’ultimo a lasciare il campo. Questo è il nuovo corso, perché un capitano dà anche l’esempio. E acquisisce credibilit­à. Insigne resta con i piedi ben saldi in terra, domenica al San Paolo c’è il suo derby personale con la Juventus e che nessuno si senta sconfitto in partenza. Eccolo qui, il capitano. Pronto ad abbracciar­e ancora il suo pubblico. Comunque vada.

 ??  ?? Gol vittoria Lorenzo Insigne nella foto esulta dopo il gol lampo (dopo due minuti) segnato martedì sera alla Lazio in Coppa Italia. Una rete pesante, valsa tre punti ma soprattutt­o la semifinale del torneo che per il Napoli può rappresent­are la conquista dell’Europa Gli azzurri sfideranno la vincente tra Inter e Fiorentina, la gara si giocherà la settimana prossima
Gol vittoria Lorenzo Insigne nella foto esulta dopo il gol lampo (dopo due minuti) segnato martedì sera alla Lazio in Coppa Italia. Una rete pesante, valsa tre punti ma soprattutt­o la semifinale del torneo che per il Napoli può rappresent­are la conquista dell’Europa Gli azzurri sfideranno la vincente tra Inter e Fiorentina, la gara si giocherà la settimana prossima

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