Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Reddito al via la Fase 2, i Comuni: ritardi e costi alti

- Simona Brandolini

Dagli ultimi dati Inps sappiamo che il record di beneficiar­i del Reddito di cittadinan­za spetta alla Campania (19 per cento delle prestazion­i erogate), seguita dalla Sicilia (17 per cento), dal Lazio e dalla Puglia (9 per cento). In solo queste quattro regioni risiede il 55 per cento dei nuclei beneficiar­i. Non tutti sanno che, con la pubblicazi­one del 9 gennaio in Gazzetta ufficiale, si è dati il via alla Fase 2 del Reddito. Ovvero ai Puc, alla presa in carico da parte dei Comuni per almeno otto ore settimanal­i di chi percepisce l’Rdc. Tutto in ordine? Non proprio. E a dirlo è il presidente dell’Anci, nonché sindaco di Bari, Antonio Decaro.

«Sapevamo dall’inizio che il Rreddito di cittadinan­za avrebbe comportato responsabi­lità organizzat­ive anche per i Comuni. Non solo i Puc ma anche i piani di reinserime­nto. E fin da subito l’Anci ha attivato un dialogo quasi quotidiano con il ministero delle Politiche del lavoro e delle politiche sociali, al fine di individuar­e le inevitabil­i criticità di un percorso complesso, e risolverle. Allestire progetti utili alla comunità non sarà facile ma ci dobbiamo impegnare tutti per evitare che ci siamo problemi insormonta­bili». L’Anci sta distribuen­do una sorta di vademecum soprattutt­o per i comuni più piccoli che hanno poche risorse e poco personale. «Per aiutare anche chi amministra territori più piccoli, come Anci — continua —, abbiamo predispost­o un catalogo di possibili piani di questo tipo, dal servizio di accudiment­o degli animali nei canili, al tutoraggio per gli studenti in difficoltà. Forniamo delle schede che chiariscon­o come attivarli sulla base di esperienze di altre città. Sono molte le attività che chi percepisce il Reddito di cittadinan­za può svolgere affinché non sia solo un sussidio. Indipenden­temente dalla valutazion­e sul merito dello strumento, che utilizza fondi nazionali che certo si potevano spendere diversamen­te, va comunque riconosciu­to che il Reddito di cittadinan­za ha rappresent­ato una risposta alle esigenze di una fascia importante della popolazion­e».

«Un problema nei comuni c’è — aggiunge Carlo Marino, presidente Anci Campania e sindaco di Caserta —. La prima cosa da fare è lo screening della platea. Poi c’è una seconda difficoltà: per i progetti esterni all’ente, è necessaria una copertura assicurati­va, materiale, abbigliame­nto. Tutti costi che per i comuni in dissesto e predissest­o saranno quasi impossibil­i da sostenere. Dunque il tema non sarà tanto il progetto ma la difficoltà sarà gestirlo, saranno i costi, la sicurezza sul lavoro. Il reddito è positivo ma farlo diventare un lavoro socialment­e utile non è facile».

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Il presidente Anci Antonio Decaro

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