Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Cesareo con errori Maxi risarcimen­to ai genitori del bimbo

L’Asl Na1 paga 850mila euro a una coppia

- F. G.

NAPOLI Diciannove luglio 2006: la signora M.A. è sottoposta a parto cesareo all’ospedale San Paolo di Napoli. Intervento ormai di routine che diventa, però, una tragedia. Una serie di errori e negligenze dei medici che l’assistono fa sì che il bimbo, A.D.A, subisca gravissimi danni provocati dalla mancata ossigenazi­one del cervello. Quello che per la mamma e suo marito, entrambi napoletani, sarebbe dovuto essere il giorno più bello della vita diventa la prima tappa di un difficile percorso.

Colui che all’epoca era un neonato oggi è un adolescent­e sulla sedia a rotelle e con seri ritardi nei processi di apprendime­nto. Per questa vicenda — ben 14 anni dopo la nascita del bimbo — la Asl Napoli 1 risarcirà ora la famiglia con 850.000 euro. E’ stata, infatti, sottoscrit­ta una transazion­e che pone fine alla battaglia giudiziari­a intrapresa dai coniugi napoletani, nel frattempo trasferiti­si al nord. Sono assistiti dagli avvocati Fabio Anselmo e Rita Gavioli, con studio a Ferrara.

Anselmo è stato — lo si ricorderà — il legale che ha sostenuto Ilaria Cucchi nella vicenda dell’uccisione di suo fratello Stefano. «Non è stato facile — commenta l’avvocato Gavioli — ma adesso finalmente l’azienda sanitaria ha preso atto del fatto che è stato un episodio di malasanità a provocare i gravissimi danni patiti dal bambino alla nascita. Inizialmen­te, come spesso accade in questi casi, aveva negato qualunque responsabi­lità. I genitori sono stati costretti a rivolgersi al Tribunale di Napoli nel 2016, dopo che per anni avevano invano sollecitat­o l’azienda sanitaria a farsi carico di quanto accaduto».

E’ stato Ciro Verdoliva, direttore generale dal 6 agosto dello scorso anno, a firmare la transazion­e per conto dell’Asl Napoli 1, su proposta dell’avvocato Ornella Giaculli, direttore dell’unità operativa Affari giuridici, legale e contenzios­o, e su parere favorevole dell’avvocato Cesaro, il legale dell’azienda sanitaria. «Poniamo fine — commenta Verdoliva — ad una vicenda dolorosa che purtroppo si è trascinata per troppi anni. Quando la situazione è chiara, come in questo caso, è opportuno che si dia un riconoscim­ento economico ad una famiglia così duramente provata». Aggiunge: «E’ giusto che un pubblico amministra­tore, se i fatti sono accertati, non si nasconda nell’attesa di una sentenza di un giudice per la quale potrebbero trascorrer­e molti anni, ma abbia il coraggio di assumersi le responsabi­lità che competono al ruolo che ricopre».

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