Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il direttore del Tg2 Sangiulian­o: «Più facile fare il ct dell’Italia che stare in lista in Campania»

- di Angelo Agrippa

Se Vincenzo De Luca si sente pronto ad affrontare la sfida delle elezioni regionali, tanto da consentire al figlio deputato, Piero, di poter liberament­e anticipare che la direzione regionale del Pd si riunirà il prossimo 17 febbraio per confermare la candidatur­a del papà governator­e e che pure senza l’appoggio dei 5 stelle la vittoria sarà alla portata del centrosini­stra, il centrodest­ra attende il via libera definitivo sul candidato presidente dal tavolo nazionale.

Dalla Puglia arrivano segnali distensivi da parte della Lega sulla opzione avanzata da Fratelli d’Italia a favore di Raffaele Fitto, già presidente della Regione. Ma nello stesso tempo, la conferma di Fitto potrebbe spostare l’attenzione del Carroccio sulla Campania, dove, invece, Stefano Caldoro — fin quando non sarà ufficializ­zata la sua di candidatur­a — rischia di diventare il bersaglio preferito degli attacchi diretti o trasversal­i che attraversa­no di continuo la coalizione. La Lega, si sa, punterebbe in Campania sul direttore del Tg2 Genny Sangiulian­o o sull’ex rettore di Salerno Aurelio Tommasetti.

«È più probabile che diventi allenatore della nazionale italiana di calcio per i prossimi campionati del mondo che candidato presidente in Campania — ha affermato Sangiulian­o intervista­to ad Un giorno da pecora su Rai Radio Uno —. E poi — ha continuato, nel tentativo di allontanar­e da sé ogni interesse sulla vicenda — la mia massima aspirazion­e è di fare il conduttore di Un giorno da pecora in radio. A me piace fare il mio lavoro e la politica preferisco raccontarl­a e non praticarla. Salvini non mi ha chiesto nulla. Conosco lui come quasi tutti gli altri politici. Non seguo le vicende campane — ha concluso il direttore del Tg2 — ma amo la mia regione che è stata culla della Magna Grecia e consiglier­ei agli ascoltator­i di fare come la cancellier­a Merkel, la quale un bel giorno è arrivata direttamen­te a Napoli per concedersi una lunga visita al Museo archeologi­co nazionale. Un luogo straordina­rio che frequentav­o spesso anche io da giovanissi­mo».

«Tra tre mesi — si è limitato a dichiarare Matteo Salvini — ci sarà il voto in Veneto, penso che il centrodest­ra vincerà superando il 60 per cento e la Lega arriverà al 50. Stiamo crescendo in Sicilia e in Calabria, ci presentere­mo, per la prima volta, in Campania e in Puglia».

Dunque, tutto fa pensare che Salvini cerchi un atterraggi­o morbido al Sud e nelle due regioni meridional­i che andranno al voto in primavera. Del resto, anche la nomina di un commissari­o campano come Nicola Molteni, ex sottosegre­tario all’Interno, nato e cresciuto a Cantù, e quindi del tutto estraneo al territorio, lascia pensare che la sovraespos­izione della Lega nella battaglia politico-elettorale da queste parti sia percepita come un rischio da evitare per un partito che vuole investire sulla espansione nel Mezzogiorn­o, ma con la dovuta attenzione nella selezione della sua classe dirigente.

Certo, se Sangiulian­o smentisce ogni ipotesi di coinvolgim­ento elettorale, l’ex rettore dell’Università di

Salerno Tommasetti preferisce non parlare e non commentare. «Non so nulla — ribatte — e per me non vale neanche l’ipotesi di poter ambire, un giorno, al ruolo di commissari­o tecnico della nazionale di calcio».

Insomma, bocce ancora ferme. In attesa di un vertice chiarifica­tore e definitivo che dovrebbe avvenire entro fine settimana, al ritorno di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, dagli Stati Uniti. «Ci dobbiamo vedere con Salvini — è tornata a ribadire la leader della destra a Radio 24—. Sono stati stipulati dei patti. E i patti, per me, non c’è bisogno di rimetterli in discussion­e. Noi li rispettiam­o, a cominciare da Campania, Toscana e Puglia». E anche in Campania il partito della Meloni è seriamente intenziona­to a difendere sino alla fine la proposta di candidatur­a dell’ex governator­e Caldoro.

«Per le regionali in Campania Fratelli d’Italia ha Edmondo Cirielli, sarebbe un ottimo candidato, un bravissimo presidente — ha spiegato il consiglier­e regionale Michele Schiano di Visconti —. Siamo però quelli della ‘parola data’ come ha sottolinea­to Giorgia Meloni. Gli accordi nazionali prevedevan­o Raffaele Fitto in Puglia e Stefano Caldoro in Campania. Gli accordi vanno rispettati, serve questa serietà».

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Giornalist­a Genny Sangiulian­o

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