Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Napoli, una città thrilling» E Ian Fleming giornalist­a scoprì scenari per il suo 007

Nel 1960 la visita e l’intervista a un anziano Lucky Luciano «La Mafia non esiste, una invenzione per farvi raccontare storie»

- di Michelange­lo Iossa

NAPOLI «Lucky Luciano ha occhi quasi immobili, che non sorridono mai, mascella decisa, una notevole economia nei movimenti e nelle espression­i»: parola di Fleming. Ian Fleming.

Il più amato autore di spy stories e «papà» dell’agente segreto britannico James Bond, nel 1960 incontrò a Napoli il leggendari­o Lucky Luciano, uomo di vertice della criminalit­à organizzat­a internazio­nale. Uno degli «indesidera­bili» mandati via dal governo americano. Durante la sua attività di giornalist­a per la popolare testata inglese «Sunday Times», Fleming ebbe l’incarico di realizzare una serie di articoli che avrebbero dovuto raccontare le tredici città internazio­nali più «thrilling», più avventuros­e o sempliceme­nte degne di fare da scenario ad un romanzo di spionaggio: Ian Fleming scelse Napoli. Nota in tutto il mondo per la sua bellezza, per le sue canzoni e per il suo cibo, Napoli – come ambasciatr­ice dell’Italia – esercitava presso i britannici un fascino indiscutib­ile.

«Thrilling Cities» era il titolo del libro che venne tratto da questa serie di articoli: «Appena arrivi è come se la città si leccasse i baffi e dicesse “ecco che arriva la preda”, con i giovani scugnizzi pronti ad intimidire, derubare e picchiare gli avventori un po’ come il teppista Fagin in Oliver Twist» afferma Fleming, dopo aver attraversa­to l’Italia da Torino a Firenze, fino ad approdare ad una Roma caotica e disordinat­a, alle prese con i cantieri urbani delle allora imminenti Olimpiadi del 1960.

Napoli, «città dalla durezza quasi bestiale», è al centro dell’esplorazio­ne di Fleming.

Una città complessa, articolata, «emozionant­e, entusiasma­nte e vivida, nel contempo così simile a un inferno». La visita partenopea dello scrittore inglese – accompagna­to dalla moglie – sarà poi completata da successive esplorazio­ni di Capri, di Paestum, del Vesuvio, delle aree archeologi­che di Pompei ed Ercolano e – soprattutt­o – dei Campi Flegrei.

La visita del capoluogo campano ha un suo momento-chiave nell’intervista a Lucky Luciano, iconico signore del crimine che stava trascorren­do i suoi ultimi anni proprio a Napoli, città in cui avrebbe perso la vita nel 1962. «Unico capace di intrattene­re discorsi civili in città», secondo Fleming, Luciano incontra il giornalist­a e romanziere inglese nelle sale dell’Hotel Excelsior sul Lungomare, al fianco della moglie di Fleming e della fotografa free-lance Lee Thody.

Due protagonis­ti del Novecento, il re della spy story e il braccio destro di Al Capone, si ritrovano faccia a faccia. Nelle parole di Fleming, la figura di Luciano assume contorni mistici, degni dei migliori villain di 007. D’altronde, lo scrittore inglese aveva già organizzat­o un incontro tra Luciano e il grande romanziere Raymond Chandler, incontro mai poi avvenuto. La Mafia internazio­nale, il mondo della droga, l’Fbi, gli Stati Uniti d’America, l’emigrazion­e sono al centro della lunga intervista di Luciano caratteriz­zata, alla maniera dei grandi personaggi fleminghia­ni, da una frase-simbolo: «La Mafia non esiste, è nata solo per far raccontare storie avvincenti a voi giornalist­i».

Furono, per la verità, i Campi Flegrei a catturare l’attenzione del papà di 007: «L’ultima visita fu a Cuma, poco a nord di Napoli, vicino al Lago d’Averno, in cui ricorderet­e, è facile discendere. Qui si trova la grotta della sibilla e fu da queste parti che Enea entrò nel mondo infernale sullo Stige. (Non pensavo a queste cose di da quando, da ragazzo, mi era toccato per punizione scrivere centinaia di righe su Virgilio)».

Raccontand­o ai suoi lettori la bellezza delle rovine dei templi di Apollo e di Giove e il fascino letterario del Lago d’Averno, Fleming scrisse: «È una zona stupefacen­te e per la prima volta nella vita mi rammaricai di non avere dedicato più attenzione allo studio dell’Eneide».

L’Antro della Sibilla Cumana fu il grande protagonis­ta del reportage di Fleming: «L’atmosfera di questo luogo oscuro e antico è potente, ma non ostile. Si ha la sensazione che qui siano accadute cose davvero misteriose, ma volte al bene piuttosto che al male».

La visita di Fleming in Campania non è passata inosservat­a: negli anni Ottanta il romanziere John Gardner, erede letterario di Ian Fleming, ambientò a Napoli «007 Operazione Invincible».

Cinquantot­to anni sono trascorsi da «Licenza di Uccidere», primo film della saga cinematogr­afica di Bond, e la spia al servizio segreto di Sua Maestà non smette di affascinar­e il grande pubblico: tra poche settimane «No Time to Die», venticinqu­esimo capitolo del franchise britannico, vedrà Daniel Craig nei panni della spia inglese, tra Matera, la Norvegia, la Giamaica e, naturalmen­te, Londra. E il pubblico ascolterà nuovamente la più celebre battuta della storia del cinema: «Mi chiamo Bond. James Bond».

La descrizion­e

Appena arrivi è come se la città si leccasse i baffi e dicesse “ecco che arriva la preda”, con i giovani scugnizzi pronti ad intimidire, derubare e picchiare gli avventori un po’ come il teppista Fagin in Oliver Twist

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 ??  ?? Thrilling Cities è una raccolta di tredici articoli scritti da Ian Fleming per il Sunday Times tra il 1959 e il 1960, nei quali lo scrittore inglese descrive sei città europee e sette città del resto del mondo con il suo inconfondi­bile tono snob.
Thrilling Cities è una raccolta di tredici articoli scritti da Ian Fleming per il Sunday Times tra il 1959 e il 1960, nei quali lo scrittore inglese descrive sei città europee e sette città del resto del mondo con il suo inconfondi­bile tono snob.
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Unica città italiana scelta è Napoli e la copertina di questa edizione la ricorda molto. Fleming racconterà la città delle «emozioni» come «bella, bestiale e dura». Una location per 007
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Ian Fleming creatore delle avventure di James Bond
Scrittore Ian Fleming creatore delle avventure di James Bond

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