Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Iodice e un testo di Calamaro: «Urania caotica e indocile»
Potere della letteratura, suggestione immaginifica che può condurre a perdersi, confondendo realtà e narrazione. Accade in
Urania d’Agosto, il visionario testo di Lucia Calamaro (Ubu 2012), affidato alle sapienti mani del regista Davide Iodice e prodotto da Sardegna Teatro. E dopo il debutto a Cagliari eccolo sbarcare in Campania grazie a Casa del Contemporaneo, stasera e domani al Ghirelli di Salerno e da venerdì e fino a domenica alla Sala Assoli di Napoli. Al centro della trama, affidata a Maria Grazia Sughi e Michela Atzeni, una donna non più giovane, annoiata e asociale, accanita lettrice della celebre collana di fantascienza del titolo e fanatica della vita e delle opere degli astronauti. Nello sviluppo della pièce il suo spazio interiore, confuso dall’insonnia, trasformerà quello esteriore in dimensione siderale. «Lavorare sulla scrittura di Calamaro – spiega Iodice regala un’esperienza intima, caotica e indocile come è il flusso irrisolto della psiche. Senza un filo narrativo, affiorano tratti densi di umanità e la nostra riscrittura scenica si articola sulle modulazioni sentimentali di figure che abitano un universo di solitudine». In cui l’età che avanza provoca un distacco progressivo dalle sollecitazioni della realtà. «Questo testo è un canto psichico, rappresenta lo sprofondamento esistenziale di Urania, una signora anziana e stralunata che galleggia nel suo cosmo personale, nell’interiorità negletta di una vecchiaia irretita dal tedio dell’esistenza». L’azione si svolge in una sorta di spazio medicale, dal colore azzurro di Urano, in cui si confrontano Maria Grazia Sughi e Michela Atzeni, coro corporeo e contraltare di un costante flusso di coscienza. «Il testo è molto bello – conclude la protagonista -, tuttavia, pur rispettando ogni parola scritta, chi ha costruito un percorso ritagliato su di me è stato proprio Iodice. In scena mi trovo a mio agio e provo un’emozione fortissima a essere Urania».