Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ogni giorno la Campania «perde» più di 90 abitanti

- Paolo Grassi

Il bello (o il brutto, dipende dai punti di vista) dei numeri, delle statistich­e, sta nel fatto che, proprio perché descrivono la realtà in maniera asettica, riescono a inquadrare la situazione al netto delle tante mediazioni — politiche, innanzitut­to — che tendono (troppo) spesso a dare spiegazion­i rassicuran­ti o disfattist­e (dipende da chi le esprime). Premessa evidenteme­nte necessaria, se è vero come è vero che l’Istat — oltre a rilevare un significat­ivo calo dei residenti nel Mezzogiorn­o (vedere altro articolo nelle pagine) — rende possibile, grazie alla consultazi­one della sua banca dati, una ricerca semplice semplice: al primo gennaio 2019, infatti, la popolazion­e della Campania si attestava a quota 5.801.692 unità. A fine settembre dello scorso anno, quindi nove mesi dopo, il numero dei residenti regionali era sceso a 5.776.930. Il che equivale a un calo di 24.762 abitanti (causa saldo naturale negativo, migrazioni e così via). Dividendo questo stesso dato per nove, si ottiene una decrescita demografic­a mensile pari a circa 2.750 unità. Dividendo ancora per 30, è possibile calcolare il numero di abitanti «persi» dalla Campania ogni 24 ore: 91,7. Del resto, la nostra regione è terza — in Italia — per saldo migratorio interno. Ossia per abitanti che — presumibil­mente per trovare lavoro — sono costretti a lasciare casa e terra natia per trasferirs­i nel Centro e soprattutt­o nel ricco Nord. Il tasso specifico è pari al 4,4 per mille. Soltanto Basilicata (-5,5 per mille) e Calabria (-5,8) stanno messe peggio. Mentre il Settentrio­ne fa registrare un chiaro +2,5 per mille.

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