Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ogni giorno la Campania «perde» più di 90 abitanti
Il bello (o il brutto, dipende dai punti di vista) dei numeri, delle statistiche, sta nel fatto che, proprio perché descrivono la realtà in maniera asettica, riescono a inquadrare la situazione al netto delle tante mediazioni — politiche, innanzitutto — che tendono (troppo) spesso a dare spiegazioni rassicuranti o disfattiste (dipende da chi le esprime). Premessa evidentemente necessaria, se è vero come è vero che l’Istat — oltre a rilevare un significativo calo dei residenti nel Mezzogiorno (vedere altro articolo nelle pagine) — rende possibile, grazie alla consultazione della sua banca dati, una ricerca semplice semplice: al primo gennaio 2019, infatti, la popolazione della Campania si attestava a quota 5.801.692 unità. A fine settembre dello scorso anno, quindi nove mesi dopo, il numero dei residenti regionali era sceso a 5.776.930. Il che equivale a un calo di 24.762 abitanti (causa saldo naturale negativo, migrazioni e così via). Dividendo questo stesso dato per nove, si ottiene una decrescita demografica mensile pari a circa 2.750 unità. Dividendo ancora per 30, è possibile calcolare il numero di abitanti «persi» dalla Campania ogni 24 ore: 91,7. Del resto, la nostra regione è terza — in Italia — per saldo migratorio interno. Ossia per abitanti che — presumibilmente per trovare lavoro — sono costretti a lasciare casa e terra natia per trasferirsi nel Centro e soprattutto nel ricco Nord. Il tasso specifico è pari al 4,4 per mille. Soltanto Basilicata (-5,5 per mille) e Calabria (-5,8) stanno messe peggio. Mentre il Settentrione fa registrare un chiaro +2,5 per mille.