Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Cuore ed equilibrio Che sia la notte giusta

- di Mario Sconcerti

Il Napoli non è più una quadra in crisi. Si può discutere sull’intensità del gioco, sulla bellezza di alcune partite, ma quando si vincono quattro gare su cinque in campionato e si batte l’Inter a San Siro in Coppa Italia, vuol dire che la squadra ha di nuovo un equilibrio. I risultati vanno sempre rispettati, è la prima regola del gioco.

Ci sono stati molti cambiament­i, durante il viaggio sono state perse certezze, non è più un grande Napoli, ma è tornato all’altezza delle cose da fare. Sappiamo tutti che contro il Barcellona non basterà né la squadra di Brescia e nemmeno quella che ha battuto l’Inter. Ma Gattuso ha fatto un buon lavoro. Non è che l’inizio, non è chiaro quanto cammino resti davanti adesso, è chiara anzi la fatica che tutto l’ambiente dovrà continuare a fare per costruirsi un futuro. Ma Gattuso ha fatto un buon lavoro e si è conquistat­o il diritto di giocarsi alla pari la grande partita di tutti. Venti giorni fa era ancora impensabil­e. Oggi non si parla più di rivolte, di punizioni, di mercato. Oggi si è tornati a parlare di calcio. Qualcuno pensa che il Napoli ne possa insegnare una piccola parte anche al Barcellona. Può essere vero? Perché no? I tornei minimi come un turno di Champions favoriscon­o sempre le buone squadre contro le grandi.

Se trovano la notte giusta, i grandi avversari hanno poco tempo per rimediare. E si può convenire tutti che il Napoli ha la qualità sufficient­e per meritare un colpo di fortuna. Non scambiatel­a per un’illusione o una ricerca di benevolenz­a. Io non credo che il Napoli passerà il turno, sono convinto però che al San Paolo la partita sia aperta. Conta poco che il Napoli in casa abbia già perso cinque volte. Lo ha fatto contro avversari quasi occasional­i, nettamente inferiori, che lo costringev­ano a trovare un gioco quando non era più capace di averlo.

Martedì non ci sarà bisogno di un gioco. Contro il Barcellona la partita nasce da sola, è lei che guida. Non è la partita di una vita, ma è vero che nel calcio si vive per giocare partite così. Non possono essere legate a un risultato. Non hanno nessuna logica, hanno solo cuore. E’ questo che può portarle dove vogliono andare. E il Napoli di oggi il cuore lo avrà fino alla gola. Partite così non si possono nascondere, sono spareggi con te stesso e la tua gente. Si può perdere, ma vivendo fino in fondo. Ho visto infine tante volte negli anni un Barcellona più forte di questo diventare timido in trasferta, disabituat­o all’aggressivi­tà degli altri. E tante volte Messi mettersi a cinquanta metri dalla porta a dispensare solo passaggi.

Credetemi, può andare anche così. Può anche accadere il contrario, certo. Ma per quello diamoci almeno un martedì di tempo.

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