Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il Barcellona in crisi d’identità Ma il poker di Messi ha restituito l’entusiasmo
Momento difficile per i blaugrana, vittoriosi sabato con l’Eibar Gli infortuni hanno tolto certezze e non c’è serenità societaria
Chi s’aspetta di vedere al San Paolo il Barcellona del tiki taka, la scuola di pensiero che premia l’educazione tecnica al palleggio in velocità, quella storica idea di calcio diventata leggenda moderna negli anni di Guardiola, Xavi, Iniesta, rimarrà deluso. Il Barcellona oggi è un ibrido, sospeso tra il lavoro di Valverde, un allenatore fuori tradizione in casa blaugrana esonerato dopo la sconfitta in Supercoppa di Spagna, e il processo di ricostruzione di Quique Setien, l’ex tecnico del Betis Siviglia che ha allenato anche Fabian Ruiz.
Il 5-0 di sabato all’Eibar con poker di Messi ha alimentato l’entusiasmo ma la squadra soprattutto in trasferta spesso non è parsa serena, afflitta dalla tensione tra il presidente Bartomeu e lo spogliatoio, con le elezioni in programma a giugno del 2021. I tormenti di Rakitic, il caso Vidal, lo scontro AbidalMessi, lo scandalo svelato da Cadena Ser sull’azienda di comunicazione con cui lavora il Barcellona che denigra i simboli blaugrana, rappresentano alcune tracce di questo processo di smarrimento.
Il Barcellona è in crisi d’identità, basta notare che nella casa per eccellenza della costruzione del talento anche nel settore giovanile si tende più ad acquistare che a formare lo storico patrimonio di qualità che appartiene visceralmente alla Masia. È difficile tenere queste vicende completamente fuori dal campo, il Barcellona, infatti, in Liga combatte con il Real Madrid per la vittoria del titolo ma non è brillante, fluido nelle sue certezze di gioco.
In alcuni frangenti delle gare anche contro avversari di livello inferiore, tende a subire l’avversario, a concedergli il campo ma in qualsiasi momento con i campioni sa ribaltare l’inerzia della partita. Qualche delusione riguardo ai risultati c’è già stata, il Barcellona è stato sconfitto in semifinale di Supercoppa di Spagna dall’Atletico Madrid ed eliminato in Coppa del Re dall’Athletic Bilbao. In Liga al Camp Nou il Barcellona ha vinto tutte le gare tranne lo 0-0 contro il Real Madrid, ha incassato, invece quattro sconfitte e tre pareggi fuori casa.
Gli infortuni hanno tolto ulteriori certezze: il Barcellona ha perso Suarez, Jordi Alba e Dembelè, può contare su circa quindici giocatori di movimento. Se la fase di non possesso esprime delle difficoltà di cui il Napoli può approfittare, la macchina da gol del Barcellona è un pericolo costante per tutti gli avversari. Con 62 reti realizzate, il Barcellona ha il miglior attacco della Liga e ovviamente il punto principale di forza è Leo Messi. La “pulce” ha bisogno di poco spazio per ribaltare i ritmi di una partita, incantare e allo stesso tempo dare l’accelerazione giusta al gioco del Barcellona. Non c’è il mix di genialità e forza di Suarez ma Griezmann è un terminale offensivo di grande livello, pronto a sfruttare ciò che Messi inventa con gli attacchi alla profondità e la capacità di fiondarsi nell’area avversaria su ogni pallone che può diventare letale. Messi e Griezmann hanno realizzato 35 delle 80 reti realizzate dal Barcellona (il 43,7%). Un’altra risorsa offensiva di grandissimo livello è Ansu Fati che soltanto il prossimo 31 ottobre compirà diciotto anni ma è il gioiello che si è sobbarcato il compito di sostituire gli assenti illustri in attacco. È rapido, tecnicamente valido, il Barcellona l’ha strappato quando era bambino al Siviglia e poi l’ha formato nel proprio vivaio. L’esterno offensivo classe ‘2002 ha già segnato quattro reti in stagione, una a San Siro che all’Inter è costata la «retrocessione» in Europa League.