Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Prima volta al San Paolo della leggenda Con Maradona nel cuore
Il battesimo nel tempio che fu del suo grande idolo Ha vinto di tutto e di più, gli manca solo il mondiale
Ha calcato i campi di mezzo mondo, ha vinto e la sua bacheca e ricco di trofei. Ma quella di domani per lui sarà la prima volta al San Paolo. Il battesimo per Lionel Messi, nel tempio che fu del suo idolo Diego Armando Maradona. La Pulce atomica, come viene soprannominato il calciatore, attualmente è considerato il più forte del mondo e tra i più forti della storia. Sarà anche l’occasione per i tanti tifosi che accorreranno allo stadio di Fuorigrotta di poter ammirare le gesta e l’estro dell’attaccante argentino che nelle movenze ricorda il Pibe de Oro. Un altro “marziano” è pronto ad atterrare e assaporare quell’atmosfera che di sicuro non gli sarà indifferente.
Messi ha vinto tantissimo in carriera: dieci campionati spagnoli, otto supercoppe di Spagna, sei coppe di Spagna, quattro Champions League, 3 supercoppe Uefa, 3 coppe del mondo per club e con la nazionale argentina, un campionato Under 20 e un oro olimpico a Pechino.
Se proprio si vogliono trovare similitudini con Diego, bisogna però trovare una pecca alla “Pulce”: non ha mai vinto un mondiale, cosa che invece ha fatto Diego, praticamente da solo nel 1986 in Messico. A livello individuale ha vinto quattro palloni d’oro, nell’eterna sfida con Cristiano Ronaldo. Ora che il portoghese è passato alla Juventus i napoletani sentono ancora più vicina questa rivalità tra i due e ovviamente parteggiano per l’argentino che è stato sempre un sogno poter ammirare dal vivo.
Quando il sorteggio ha messo di fronte il Barcellona al Napoli, il tifoso napoletano ha iniziato a volare con la fantasia e sicuramente ha fatto di tutto per assicurarsi il prezioso biglietto. Non capita tutti i giorni di poter ammirare un calciatore di tale livello, anche se il Napoli ormai è dieci anni che frequenta il palcoscenico europeo. Messi ha fatto tutte le trafila nelle giovanili del Barcellona. Soprannominato La Pulga, la pulce in italiano, per via della sua statura, inizia a giocare a calcio all’età di quattro anni nel Grandoli. Il padre decide di farlo giocare con i ragazzi di 6 anni e «alla seconda palla iniziò a dribblare come se avesse sempre giocato». Nel 1995, a otto anni, gioca qualche partita con la maglia del Central Córdoba Rosario, per poi passare al Newell’s Old Boys,]48] dove esordisce realizzando un poker di reti. A 9 anni debutta in un campo a undici e all’età di 11 anni gli viene diagnosticata una forma di ipopituitarismo (deficienza di secrezione di somatotropina). Il Newell’s non riesce a pagare le cure, il River Plate mostra interesse nei suoi confronti, ma non ha abbastanza denaro per pagargli le terapie necessarie da 900 dollari al mese e il trasferimento dal Newell’s Old Boys. È quindi il Barcellona, attraverso il direttore sportivo Carles Rexach, a interessarsi al suo talento dopo averlo visto giocare in un provino ottenuto grazie a dei parenti in Catalogna e ad assicurarsi le prestazioni sportive del ragazzo, rendendosi disponibile a pagargli le cure, qualora si fosse trasferito in Spagna, non avendo a disposizione della carta su cui scrivere, Rexach gli fa firmare il contratto su un tovagliolo di carta.
Da allora è nato il mito, la leggenda che tutti i napoletani potranno ora ammirare.
Il palmarés
Si è aggiudicato in Spagna, tra l’altro, 10 campionati, 6 coppe e otto supercoppe