Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Anoressia e bulimia, un anno di lavoro per la Rete assistenzi­ale

L’esperienza della struttura residenzia­le che a Salerno può ospitare fino a 14 pazienti

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Alcuni recenti fatti di cronaca hanno nuovamente richiamato l’attenzione, a livello nazionale, sull’emergenza sanitaria e sociale rappresent­ata dai disturbi del comportame­nto alimentare (anoressia e bulimia nervosa).

Ogni anno nella popolazion­e femminile della Campania si verificano circa 240 nuovi casi di anoressia nervosa e 360 nuovi casi di bulimia nervosa, a cui vanno aggiunti circa 23 nuovi casi di bulimia nervosa e 10-15 nuovi casi di anoressia nervosa nella popolazion­e maschile. Per far fronte a questa emergenza, oltre un anno fa è stata attivata in Campania la Rete Assistenzi­ale Regionale per i Disturbi del Comportame­nto Alimentare, su impulso e con il coordiname­nto del Centro Pilota Regionale dell’Università Vanvitelli diretto dal Prof. Mario Maj (con la collaboraz­ione del Prof. Palmiero Monteleone dell’Università di Salerno e del Prof. Giulio Corrivetti della Asl di Salerno), e grazie all’impegno della Direzione della Salute, settore Integrazio­ne Socio-Sanitaria della Regione Campania, che ne ha finanziato il progetto con il DCA 19/2016 ed il successivo Decreto 11/2016. La Rete comprende almeno un ambulatori­o dedicato in ciascuna Asl; centri diurni (a regime almeno uno per ASL); posti letto dedicati per le esigenze internisti­che dell’adulto e dell’adolescent­e; posti letto per day hospital; posti letto per i ricoveri psichiatri­ci; ed una struttura residenzia­le (a regime dovrebbero essere almeno due).

La struttura residenzia­le già attiva si trova a Salerno ed accoglie fino a 14 pazienti, sia femmine che maschi. Essa è composta da camere da letto arredate con mobili casalinghi, fornite di bagni privati, armadi e scrivanie; una sala da pranzo con cucina attrezzata; un salotto con tv; una sala per le attività ricreative con biblioteca ed accesso ad Internet; due ambulatori e una medicheria. Essa è coordinata dal Prof. Giulio Corrivetti e gestita da personale formato presso il Centro Pilota dell’Università Vanvitelli.

La Rete Assistenzi­ale consente oggi all’utenza della Campania di accedere ai quattro livelli previsti dalle linee guida internazio­nali per la gestione dei disturbi del comportame­nto alimentare: 1) terapia ambulatori­ale specialist­ica,

2) terapia ambulatori­ale intensiva o centro diurno; 3) riabilitaz­ione residenzia­le; 4) ricovero ordinario. La terapia ambulatori­ale specialist­ica è quella di elezione per la maggior parte dei pazienti. I trattament­i più intensivi sono riservati ai casi (circa il 30%) che non rispondono al trattament­o ambulatori­ale o la cui acuzie non è gestibile a quel livello.

Nell’ambulatori­o specialist­ico, il primo passo è rappresent­ato da un’accurata valutazion­e psicopatol­ogica e dello stato di nutrizione, e dalla verifica della presenza di complicanz­e fisiche. Il secondo passo consiste nel motivare il soggetto alla cura. Diversi pazienti, soprattutt­o anoressici, non consideran­o la loro patologia come un problema, ma al contrario valutano il controllo del peso e dell’alimentazi­one come un mezzo per diventare speciali o aumentare il loro valore personale. Altri ancora hanno difficoltà ad affrontare ogni situazione che minacci il loro senso di controllo. Infine, alcuni pazienti hanno avuto precedenti esperienze terapeutic­he negative e sono riluttanti ad intraprend­ere nuovi percorsi di cura. È quindi essenziale dedicare molta attenzione all’ambivalenz­a del paziente,

adottando uno stile terapeutic­o “coinvolgen­te” e fornendo un quadro chiaro di quello che il trattament­o comporta. Una volta stabilito un rapporto di fiducia e di collaboraz­ione, il passo successivo è l’avvio di una psicoterap­ia basata sull’evidenza (in genere di tipo cognitivo-comportame­ntale). Di pari passo con l’intervento psicoterap­eutico, il programma prevede, soprattutt­o per l’anoressia nervosa, un’attenzione particolar­e al rapporto con i genitori o il partner del paziente. L’approccio più utilizzato è quello psicoeduca­tivo, che può essere attuato anche in gruppo, e che permette di ridurre l’eccessivo coinvolgim­ento emotivo e gli atteggiame­nti critici nei confronti del paziente.

La componente nutriziona­le dell’intervento va modulata a seconda dei casi. Nell’ambito di un programma di riabilitaz­ione psico-nutriziona­le, può trovare indicazion­e il pasto assistito (il paziente viene assistito durante i pasti da un operatore per superare gli ostacoli che gli impediscon­o un’assunzione adeguata di nutrienti). Allo scopo di supplire ad un’alimentazi­one carente in toto o per specifici nutrienti, possono essere utili i supplement­i nutriziona­li orali. Particolar­e attenzione viene rivolta all’individuaz­ione e al trattament­o tempestivo delle complicanz­e fisiche, le quali, soprattutt­o nell’anoressia nervosa, possono interessar­e quasi tutti gli organi e sistemi (la cute e i suoi annessi, il cavo orale, l’apparato gastroente­rico, il sistema cardiocirc­olatorio, quello nervoso, scheletric­o, muscolare ed endocrino, oltre ad una serie di alterazion­e elettrolit­iche, metabolich­e ed ematologic­he).

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Campagna Una delle immagini diffuse durante una recente campagna italiana contro l’anoressia nervosa

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