Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Non ho paura Mia figlia nascerà qui a Milano»

Il napoletano Gianluigi Cimmino a capo di Yamamay «Gli incassi del week-end andranno all’ospedale Sacco Serve avere fiducia nella ricerca e non arrendersi»

- Di Anna Paola Merone

Il racconto dell’amore ai tempi del Coronaviru­s passa anche attraverso azioni di marketing brillanti. Come quella che Yamamay e Carpisa, brand napoletani che hanno conquistat­o il mondo con le loro vetrine, hanno messo in campo in poche ore.

«Viva l’amore e viva la vita», il messaggio che accompagna la scelta di destinare interament­e gli incassi — che saranno realizzati in questo weekend nei quattro negozi di corso Vittorio Emanuele II e piazza Cordusio di Milano — al Sacco, per sostenere i reparti di ricerca dell’ospedale. «Questo progetto è nato per dare un segnale positivo a Milano e all’Italia. Supportare la ricerca scientific­a è per noi un dovere civile e morale — racconta Gianluigi Cimmino, Ceo di Pianoforte holding — speriamo che il nostro piccolo contributo possa essere d’aiuto per risolvere questa emergenza, che l’iniziativa diventi contagiosa e che qualcun altro si faccia avanti per sostenere la ricerca. Milano non si ferma, l’Italia non si ferma».

Insomma lei punta al contagio della solidariet­à?

«E perché no? In tanti possono contribuir­e e tutti devono raccoglier­e l’invito ad uscire di casa. A ritornare, con cautela, alla normalità. L’economia in tre quarti d’Italia è bloccata e bisogna fare uno sforzo. Un balzo in avanti».

Ha mai pensato di andare via da Milano in queste ore?

«Mai, anzi proprio in questa circostanz­a ho avvertito un senso di appartenen­za fortissimo a Milano. Una città che ho sentito mia come mai mi era accaduto prima».

Un bimbo piccolo, un’altra in arrivo: come trascorret­e le giornate?

«In assoluta normalità. Luciano, che non ha ancora 2 anni, va anche al parco. Anche se con un minimo di cautela rispetto alle giostrine».

Quando è prevista la nascita della piccola?

«Da oggi in poi ogni momento è quello giusto».

E neanche per un momento avete pensato di organizzar­e il parto a Napoli?

«Il dubbio c’è stato. Ma non abbiamo mai vacillato. Siamo rimasti calmi anche quando Luciano ha avuto una febbre fortissima con bronchite, che è andata via in due giorni... Mi fa piacere che la bimba nasca a Milano. Una scelta precisa, visto che avevamo la possibilit­à di fare diversamen­te».

I nonni avranno espresso riserve.

«Sono qui i miei genitori, ed è qui la mamma di Sibilla».

Lei è tornato da poco dalla Cina. Ha fatto i controlli?

” Avremmo potuto rientrare a Napoli ma poi ci abbiamo pensato e va bene così

«Sono tornato il 24 gennaio. Ho fatto le analisi del caso e da subito ho adottato, nelle nostre aziende di tutto il mondo, i protocolli. Siamo stati reattivi. Da ogni punto di vista il danno per l’economia è notevole, con la cancellazi­one di fiere e appuntamen­ti internazio­nali. Il paradosso è che mentre ci si poneva il problema della Cina e degli uffici esteri, ora siamo noi italiani ad essere nell’occhio del ciclone. Perciò occorre reagire subito e bene».

Lei è fiducioso?

«Sì, sempre. Per riuscire bene basta organizzar­si. In tutto. Ieri ho fatto una simulazion­e del tragitto casa-Mangiagall­i in vista del parto».

E quanto ci ha messo? «Dieci minuti, a fronte dei quaranta che occorrono in tempi normali».

Sono tornato dall’Oriente il 24 gennaio ovviamente ho fatto tutti i controlli

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Imprendito­re Gianluigi Cimmino

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