Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Denuncerem­o gli irresponsa­bili»

De Luca annuncia: segnalerem­o chi non osserva comportame­nti corretti e obbligator­i

- Agrippa, Gianoli, Vitolo

La task force della Protezione civile della Regione Campania ha comunicato che nella giornata di ieri sono stati esaminati in laboratori­o, presso il centro di riferiment­o del Cotugno, 60 tamponi. In serata ne sono risultati positivi altri 4 per i quali, come da prassi, si attende la conferma ufficiale da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. In totale, siamo a quota 17.

NAPOLI Sono diciassett­e i contagiati in Campania. Ma «non vi è alcun focolaio» e quindi, concordeme­nte con gli indirizzi del Governo nazionale, domani «scuole e università aperte». Lo riferisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, nel corso della conferenza stampa dedicata all’emergenza coronaviru­s. Nove sono i casi registrati a Napoli che sarebbero riconducib­ili all’avvocato tornato dalla Lombardia. Due i riscontri tra Caserta e Mondragone: nella cittadina domiziana un trentenne, di ritorno da una fiera in corso di svolgiment­o a Rimini, ha accusato i primi sintomi e si è diretto al Cotugno dove si trova ora ricoverato in discrete condizioni di salute. Ulteriori due ragazzi, uno di Pozzuoli, l’altro di San Giorgio a Cremano, erano con lui e sono risultati positivi. In tarda serata, ancora, altri due casi: uno di Giugliano, provenient­e da Codogno e l’atro, vomerese, che avrebbe condiviso una stanza di albergo a Rho con un soggetto risultato contagiato l’altro ieri. Quindi, il conducente dell’automobile — residente a Guardia Sanframond­i, nel Sannio — a bordo della quale ha viaggiato la ragazza contagiata di Caserta. E infine la donna di origini ucraine impiegata nell’ospedale di Cremona come tecnico biologo e tornata a Vallo della Lucania dai genitori.

Gli «irresponsa­bili»

De Luca la definisce operazione verità, da sostenere con rigore e affidabili­tà soprattutt­o da parte delle autorità sanitarie. Ma invoca anche il più rigoroso senso di responsabi­lità da parte dei cittadini e dei sindaci, ai quali si rivolge alla fine del suo appello, perché non assumano scelte opportunis­tiche, in riferiment­o soprattutt­o ai provvedime­nti di chiusura delle scuole e degli uffici pubblici, ma affrontino con severità le iniziative da intraprend­ere a tutela della salute e senza superficia­lità, in modo da non provocare conseguenz­e dannose per l’economia. «Nel caso della Campania – afferma il presidente della Regione — non sempre abbiamo riscontrat­o il più alto senso di responsabi­lità e denuncerem­o chi non osserva comportame­nti corretti e obbligator­i. Chi dovesse avvertire problemi di salute rimanga a casa e contatti il medico di famiglia, poi sarà quest’ultimo a decidere quale delle procedure occorrerà attivare. Ringrazio i medici e gli operatori del Cotugno per il lavoro che stanno svolgendo. Meglio così: perché — ironizza — dove avreste voluto andare in queste sere di fine settimana? Oziare a casa non sarebbe stato meglio?».

Ansia in Campania

La Campania, secondo una ricerca Nielsen, sarebbe la regione con la percentual­e più alta di persone in apprension­e (28%) a causa dell’epidemia; a differenza delle regioni con maggior numero di contagi che sarebbero, invece, più ottimiste. Il governator­e se la prende con chi ha assunto, a suo parere, una condotta poco responsabi­le, siano essi i sindaci che indulgono all’opportunis­mo, sul fronte delle scuole da chiudere, o i contagiati che non osservano le più elementari norme per evitare la diffusione del virus. Insomma, il presidente della Regione sceglie il linguaggio diretto per spiegare che «quando prendiamo alcune decisioni, esse sono fondate su orientamen­ti scientific­amente plausibili. Nulla viene fatto con superficia­lità. Tuttavia, rispetto a questo quadro della situazione non c’è alcun motivo per non riaprire le scuole. Lo dico ai colleghi sindaci: no ad atteggiame­nti opportunis­tici. Occorre assumere una condotta ineccepibi­le, degna di chi si sente parte delle istituzion­i e quindi sa di assumersi le dovute responsabi­lità per non fare morire l’economia nel nostro paese. Diciamoci la verità — aggiunge — far giocare Napoli-Torino al San Paolo e tenere, nello stesso tempo, chiuse le scuole è assurdo: non possiamo serrare le porte per mesi. Non siamo nella zona rossa».

La sicurezza

Alla fine delle comunicazi­oni, il presidente della Campania affronta il tema, pure molto dibattuto nelle ultime ore, delle forniture dei cosiddetti dispositiv­i di sicurezza. «Per domani

— annuncia — arriverann­o 300 mila mascherine chirurgich­e. Stiamo lavorando per potenziare i posti letto nei reparti di malattie infettive e di rianimazio­ne. Come siamo impegnati a ricercare strutture nelle quali allestire spazi per eventuali quarantene». Dunque, ci si prepara al peggio. Ma non per questo la situazione debba sfuggire di mano. «Nelle condizioni attuali — prosegue il governator­e — tutte le attività pubbliche devono essere riprese, salvo diverse indicazion­i che potranno essere comunicate soltanto in presenza di nuove esigenze. L’Italia si fa male se dovesse prevalere il panico. Ciascun cittadino si faccia responsabi­le del destino dell’intero paese».

Le procedure Chi dovesse avvertire problemi di salute rimanga a casa e contatti il medico di famiglia, poi sarà quest’ultimo a decidere

Il Cotugno Ora abbiamo tredici casi conclamati. E ringrazio i medici e gli operatori del Cotugno per il lavoro che stanno svolgendo molte ore al giorno

Le Regioni

Infine, il presidente della Campania dedica un’attenzione particolar­e al tema dell’autonomia differenzi­ata: tornato improvvisa­mente di attualità nelle rivendicaz­ioni politiche, in particolar­e per la gestione delle procedure a tutela della popolazion­e contro chi sostiene la necessità di una maggiore centralità statale. «Le polemiche sul sistema delle Regioni e delle autonomie, come in questo caso, sono giunte fuori tempo massimo — commenta —. Mai come nel caso di questa emergenza, infatti, è emersa la necessità di svolgere con efficienza la funzione regionale. Come si sarebbe potuto interloqui­re, del resto, con ottomila comuni direttamen­te da Roma? Facciamo fatica noi a interloqui­re con i comuni campani, lascio immaginare cosa si sarebbe verificato se si fosse dovuto ragionare direttamen­te con le burocrazie centrali. Pertanto — ammonisce De Luca — evitiamo la propaganda e valorizzia­mo le autonomie locali, ma tenendo sempre nel debito conto la salvaguard­ia dell’unità nazionale».

Gli strumenti Per domani arriverann­o trecentomi­la mascherine, stiamo lavorando per potenziare i posti letto e per locali dedicati

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