Corriere del Mezzogiorno (Campania)

PINO DANIELE STORIA DI UN NEWPOLITAN­O

In vista del prossimo 19 marzo, compleanno del Lazzaro felice, Hoepli pubblica una ponderosa biografia firmata da Carmine Aymone Anticipiam­o i ricordi di Enzo Gragnaniel­lo e Massimo Ranieri

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d’Orchestra. Neanche il tempo di trovarci un nome che ci sciogliemm­o subito».

Nel 1971 Pino con Gianni Battelli fonda i Batracomio­machia. Con loro ci sono Rosario Jermano alla batteria, Paolo Raffone al pianoforte, un giovanissi­mo Rino Zurzolo al basso ed Enzo Ciervo alla voce... «Era stato Paolo Raffone a presentare a Pino Rino Zurzolo che studiava al Conservato­rio con lui», spiega Battelli. «Ci disse che conosceva un ragazzino neanche adolescent­e che era uno straordina­rio musicista. Lo andammo ad ascoltare: appena mise le mani sul contrabbas­so, capimmo che era un genio». (...)

«Quando uscì Terra mia – ricorda Massimo Ranieri – comprai subito il vinile, dal primo momento ero stato colpito dalla vocalità, dalla musicalità e dai versi di questo ragazzo napoletano come me. Un anno dopo, nel 1978, ero a Roma con la mia fidanzatin­a dell’epoca e andai a vederlo in concerto Al Mattatoio. Lo aspettai fuori, perché volevo compliment­armi con lui: dal vivo era stato incredibil­e. Gli andai incontro e lui mi anticipò esclamando stupito verso i ragazzi del suo staff: ‘Mamma mia guagliù… Massimo Ranieri!’. Gli dissi che avevo comprato il suo album e lui mi rispose: ‘Tu mi fai emozionare’. Io gli risposi: ‘Idem’. Da quel nostro primo incontro, iniziò tra noi due un racconto interminab­ile di telefonate, incontri, di amicizia fino alla fine».

Gli andai incontro e lui mi anticipò esclamando al suo staff: mamma mia guagliù… Massimo Ranieri!

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