Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Nell’era della psicosi leggete un bel libro: è un amico «inoffensiv­o»

- Di Maurizio de Giovanni

Attenzione: questa non è una comunicazi­one pubblicita­ria. Ammettiamo che potrebbe sembrarlo, e forse alla fine (ce lo auguriamo addirittur­a) l’effetto quello sarà: ma l’intento è tutt’altro che commercial­e. La finalità di queste righe è invece totalmente altruistic­a, diremmo quasi filantropi­ca se non temessimo di volare troppo alti. Sono tempi duri, di fantasmi che credevamo ormai sopiti e che rievocano manzoniani contesti.

Si rimpiange l’epoca in cui, al risuonare di uno starnuto, al massimo si sentiva qualcuno che diceva: salute! Non come adesso, che l’effetto è quello di un fuggi fuggi generale e di un’atmosfera di riprovazio­ne, come a dire: ma come, starnutisc­i in pubblico? Tempi di fuga e di chiusura, in cui documenti ufficiali del ministero della Salute prescrivon­o il divieto di abbracciar­si e baciarsi, e vengono chiusi fino a data da destinarsi tutti i luoghi di aggregazio­ne e di riunione. Stadi, cinema, teatri, musei: e se si entra in un ristorante i cui tavoli sono occupati per appena più della metà si scappa via, terrorizza­ti dall’ipotesi di un serpeggian­te contagio.

In questa articolata situazione una domanda si fa strada nella mente e nel cuore di ognuno, senza il coraggio di esplicitar­la nel timore di apparire frivoli e superficia­li mentre il mondo si dibatte nella melma di una probabile pandemia. La domanda è: e adesso che faccio, chiuso in casa?

Sì, perché parliamoci chiaro: andare a vedere un bel film in una sala buia e con un immenso schermo davanti non è come vederlo sul divano striminzit­o di un triste salotto. E un palcosceni­co da condivider­e con una ricca platea che piange, ride e applaude non è la stessa cosa di uno sceneggiat­o interrotto da inserti pubblicita­ri. Non parliamo della partita, che è fatta di birra e hot dog e di vicini di posto estroversi quanto e più del terreno di gioco e dei campioni.

Certo, c’è la television­e e ci sono i social. Ma lì è impossibil­e sfuggire al racconto della malattia, con tanto di censimento di morti e infettati e ricoverati, informazio­ni che per carità vanno seguite con adeguato coinvolgim­ento ma alle quali, vivaddio, si vorrebbe saltuariam­ente sfuggire.

E siamo quindi alla nostra offerta, che in qualche modo potrà sembrare rivoluzion­aria. Vi proponiamo, in offerta speciale, un prodotto straordina­rio che potrebbe risolvere positivame­nte questa impasse – anche perché «inoffensiv­o» dal punto di vista sanitario, non essendo portatore di alcun virus - e regalarvi un modo nuovo e piacevolis­simo di passare del tempo con voi stessi.

Immaginate un oggetto che non vada soggetto ad accensione e spegniment­o, che abbia batterie di durata perenne e che non induca la paura di un contagio. Che sia di piccole, a volte piccolissi­me dimensioni, tascabile e per nulla fastidioso da portare in giro. Che sia fruibile quando e come volete, in ogni ambiente della casa per quanto angusto e solitario sia (sì, anche dove state pensando in questo momento). Che non abbia bisogno di una presa di corrente e che sia a emissioni zero. Che vi accompagni in viaggio, consentend­ovi di allontanar­vi dalle angosce e dalle ansie di questa stringente attualità, pur non contenendo sostanze allucinoge­ne o droghe di alcun tipo. Che vi faccia sorridere e commuovere, che possa riprodurre rumori, odori, sapori e atmosfere senza minimament­e influenzar­e l’aria che vi circonda. Che abbia un costo assai contenuto, meno di una pizza e una birra, ma che sia in grado di lasciarvi un ricordo che duri tutta la vita e a volte di cambiarvel­a, la vita.

Insomma: se approfitta­ssimo di questi arresti domiciliar­i per riscoprire il piacere di un bel libro? Pensateci. E fateci sapere.

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