Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Nell’era della psicosi leggete un bel libro: è un amico «inoffensivo»
Attenzione: questa non è una comunicazione pubblicitaria. Ammettiamo che potrebbe sembrarlo, e forse alla fine (ce lo auguriamo addirittura) l’effetto quello sarà: ma l’intento è tutt’altro che commerciale. La finalità di queste righe è invece totalmente altruistica, diremmo quasi filantropica se non temessimo di volare troppo alti. Sono tempi duri, di fantasmi che credevamo ormai sopiti e che rievocano manzoniani contesti.
Si rimpiange l’epoca in cui, al risuonare di uno starnuto, al massimo si sentiva qualcuno che diceva: salute! Non come adesso, che l’effetto è quello di un fuggi fuggi generale e di un’atmosfera di riprovazione, come a dire: ma come, starnutisci in pubblico? Tempi di fuga e di chiusura, in cui documenti ufficiali del ministero della Salute prescrivono il divieto di abbracciarsi e baciarsi, e vengono chiusi fino a data da destinarsi tutti i luoghi di aggregazione e di riunione. Stadi, cinema, teatri, musei: e se si entra in un ristorante i cui tavoli sono occupati per appena più della metà si scappa via, terrorizzati dall’ipotesi di un serpeggiante contagio.
In questa articolata situazione una domanda si fa strada nella mente e nel cuore di ognuno, senza il coraggio di esplicitarla nel timore di apparire frivoli e superficiali mentre il mondo si dibatte nella melma di una probabile pandemia. La domanda è: e adesso che faccio, chiuso in casa?
Sì, perché parliamoci chiaro: andare a vedere un bel film in una sala buia e con un immenso schermo davanti non è come vederlo sul divano striminzito di un triste salotto. E un palcoscenico da condividere con una ricca platea che piange, ride e applaude non è la stessa cosa di uno sceneggiato interrotto da inserti pubblicitari. Non parliamo della partita, che è fatta di birra e hot dog e di vicini di posto estroversi quanto e più del terreno di gioco e dei campioni.
Certo, c’è la televisione e ci sono i social. Ma lì è impossibile sfuggire al racconto della malattia, con tanto di censimento di morti e infettati e ricoverati, informazioni che per carità vanno seguite con adeguato coinvolgimento ma alle quali, vivaddio, si vorrebbe saltuariamente sfuggire.
E siamo quindi alla nostra offerta, che in qualche modo potrà sembrare rivoluzionaria. Vi proponiamo, in offerta speciale, un prodotto straordinario che potrebbe risolvere positivamente questa impasse – anche perché «inoffensivo» dal punto di vista sanitario, non essendo portatore di alcun virus - e regalarvi un modo nuovo e piacevolissimo di passare del tempo con voi stessi.
Immaginate un oggetto che non vada soggetto ad accensione e spegnimento, che abbia batterie di durata perenne e che non induca la paura di un contagio. Che sia di piccole, a volte piccolissime dimensioni, tascabile e per nulla fastidioso da portare in giro. Che sia fruibile quando e come volete, in ogni ambiente della casa per quanto angusto e solitario sia (sì, anche dove state pensando in questo momento). Che non abbia bisogno di una presa di corrente e che sia a emissioni zero. Che vi accompagni in viaggio, consentendovi di allontanarvi dalle angosce e dalle ansie di questa stringente attualità, pur non contenendo sostanze allucinogene o droghe di alcun tipo. Che vi faccia sorridere e commuovere, che possa riprodurre rumori, odori, sapori e atmosfere senza minimamente influenzare l’aria che vi circonda. Che abbia un costo assai contenuto, meno di una pizza e una birra, ma che sia in grado di lasciarvi un ricordo che duri tutta la vita e a volte di cambiarvela, la vita.
Insomma: se approfittassimo di questi arresti domiciliari per riscoprire il piacere di un bel libro? Pensateci. E fateci sapere.